Vuoi stare 10 anni avanti rispetto alla concorrenza?

Rosser Reeves, un pioniere della pubblicità televisiva, ha coniato per la prima volta la frase USP: “proposta di vendita unica“.

Questo termine è stato inventato negli anni ’40! È datato e non è più applicabile come una volta.

Ecco perché.

Perché non dovresti usare la USP nel tuo copy

Lo scopo della USP era quello di aiutarti a sviluppare un’offerta UNICA per il tuo mercato che i tuoi concorrenti non offrono o non possono offrire.

L’esempio più famoso al mondo di un USP è stato forse la pizza Domino.

Quando Tom Monaghan avviò la sua attività, pochi sanno che stava perdendo soldi e che era sull’orlo del fallimento. Fu allora che gli venne in mente l’idea di USP più FAMOSA di tutti i tempi:

“Domino ti consegna la pizza in 30 minuti o meno, altrimenti la tua pizza è gratis”

E con la forza di quell’unica USP ha trasformato un’impresa sull’orlo del fallimento in un impero da miliardi di dollari! Roba piuttosto potente, eh?

Ma indovina un po’ … Usano forse tale USP oggi? La risposta è no! Ed ecco perché: i concorrenti nel tempo hanno iniziato a copiare quella formula, e di conseguenza, Domino ha dovuto rinnovarsi.

Certo, ci sono voluti molti anni perché ciò accadesse, e nel frattempo Tom Monaghan è diventato uno degli uomini più ricchi del mondo.

Ma la domanda è: se Domino fosse arrivata per la prima volta sul mercato ai giorni nostri, sarebbe andata nello stesso modo?

Molto probabilmente NO.

Internet ha cambiato le regole del gioco, in particolare a cavallo tra il 2010 e i giorni nostri.

I danni della seconda rivoluzione Internet

Oggi viviamo in una società ‘sempre connessa’ e le nostre menti sono sempre online, grazie agli smartphone, grazie ai social e grazie alla tecnologia.

Questo vuol dire connessione istantanea tra individui, e quindi connessione istantanea tra i mercati.

Di conseguenza, l’attenzione delle persone è violentata a livelli estremi.

Le implicazioni?

Che se hai una qualsiasi attività, e magari stai pensando di espanderti online, avrai consumatori sempre più apatici e sempre più scettici e concorrenza più agguerrita che mai.

Il risultato di tutto questo è che i mercati maturano in fretta, al punto che alcune innovazioni possono cambiarli completamente o addirittura estinguerli…

Ti farò un paio di esempi di come è accaduto nell’ultima decade.

Caso 1 – L’estinzione del CD

Si pensi al mercato dell’industria discografica e al suo principale mezzo di distribuzione degli ultimi 30 anni: il Compact Disc.

Per molti il Compact Disc è stato il vaso di Pandora della musica.

Presentato ai discografici come un dono degli dei che avrebbe abbattuto i costi ed aumentato i profitti a livelli mai raggiunti prima, venduto al mondo come una rivoluzione tecnologica che avrebbe regalato un’esperienza musicale prima irraggiungibile … leggero, trendy, portatile e resistente, luccicante ed ammaliante nella sua imperturbabile ed algida promessa di durare per sempre, il CD ha aperto l’era della musica digitale disponibile a tutti che ci ha portati in un mondo completamente diverso.

Ora la musica è liquida, i dischi non si vendono più e Sony si arrende al cospetto di Apple, Spotify ed Amazon, decidendo di chiudere la sua produzione di CD.

Non ci vuole una laurea per capire che l’era del CD è ormai al declinio da anni. Tutto iniziò ad essere a rischio già decenni fa.

Arrivarono prima i masterizzatori, poi internet e a breve gli Mp3, Napster, l’iPod, iTunes e infine lo streaming. I discografici, ancora presi dalla sbornia, pensarono che il CD avrebbe vinto su tutto, “la qualità di questi ‘file’ è troppo bassa“, e credettero come Pandora che bastasse richiudere il vaso. Ma tutto era già cambiato. I CD sono già rottami da preistoria e a breve faranno compagnia alle musicassette negli scatoloni in soffitta.

Un’altro esempio…

Caso 2 – L’estinzione di Blockbuster

Si pensi a Netflix.

La compagnia ha consumato una GRANDE PORZIONE della quota di mercato dei negozi Blockbuster, fino a condurli al fallimento nel 2012 perché ha completamente cambiato la modalità di consegna del prodotto sul mercato.

Ma indovina un po? Netflix stava già rischiando di estinguersi se non avesse investito in innovazione.

Perché? Pensaci.

Già in nel 2012 potevamo andare su iTunes e scaricare filmati e video in pochi secondi, grazie alla tecnologia a banda larga e alla tecnologia “one click purchase”.

E per quanto riguarda le piccole realtà di nicchia?

Nelle realtà di nicchia (che sono ciò che a noi interessa) la situazione è ancora più critica e accelerata.

La velocità con cui chiunque oggi può copiarti, batterti o semplicemente impedirti di entrare nel mercato è di gran lunga superiore rispetto solo a qualche anno fa.

Per questo motivo non puoi stare anni a costruire la tua USP e altri anni ancora per consolidare il tuo posto sul mercato. La tua USP perderà la sua unicità rapidamente o ben presto sarà obsoleta e non più in domanda.

Sarai fortunato se riuscirai a sfruttarla per qualche mese, al massimo.

Il punto è che tutto viaggia a ritmi forsennati. Folli.

Ma c’è anche un lato positivo.

Le conseguenze della rapida maturazione di mercato nell’era moderna: vantaggi e problemi

Parlando strettamente di opportunità, il lato positivo è che puoi letteralmente svegliarti al mattino, inventare un’idea, tirare fuori una salesletter anche appena passabile e fare vendite entro la notte. Il tutto con un budget ridotto all’osso! Roba impensabile decenni fa.

Il lato negativo?

Che devi avere molta più flessibilità rispetto al passato ed essere sempre pronto a cambiare rotta appena la situazione lo richiede, perché quando entri in un mercato con una buona idea, qualcuno il giorno dopo te l’ha già copiata.

Anche i consumatori sono stati rovinati da questo. Infatti, si aspettano la migliore soluzione al miglior prezzo con il miglior servizio. E sono diventati velocissimi nella ricerca di nuove alternative.

La soluzione?

La soluzione per superare il problema della USP è ciò che io chiamo ‘marketing basato sul ciclo del mercato’. Ed è qualcosa che Eugene Schwartz aveva già intuito 60 anni fa, che ora rivisitiamo in chiave moderna.

I 4 stadi di maturazione del mercato nell’era Internet

Schwartz è stato il primo a parlare di maturazione dei mercati. Lui aveva fatto una classificazione basata su 5 livelli di sofisticatezza, che nella nostra era possiamo ridurre a 4.

Quindi, ecco i 3 assiomi che ho elaborato personalmente, e che stanno alla base di questo nuovo modo di fare marketing:

Regola 1: ogni mercato oggi attraversa sempre 4 stati mentali.

Regola 2: sapere esattamente quale “stato mentale” il mercato sta vivendo nel momento in cui ti getti sul campo è fondamentale per il tuo successo, perché influenza il tono di tutte le tue comunicazioni di marketing.

Regola 3: Poiché la tua USP diverrà rapidamente obsoleta, man man che il mercato cambia, il tuo posizionamento dovrà essere differente in ognuna delle fasi del mercato. E per ciascun ciclo devi avere un’idea differenziante diversa.

Come funziona in pratica?

Funziona così: per prima cosa devi sviluppare 4 USP distinte. Poi, scegli quella che corrisponde al ciclo ATTUALE del tuo mercato, quindi la spingi fino a portala fino al suo limite assoluto. L’obiettivo è avere una comunicazione ‘allineata’ al particolare stato mentale del mercato. Poi, quando il mercato si sposta verso un nuovo ciclo, tiri fuori la tua seconda USP.

Ora sei difficile da battere, perché quasi nessuno lo fa!

Ti mostrerò esattamente come fare questi spostamenti, passo dopo passo, ma prima, parliamo degli stati mentali del mercato, dal punto di vista del cliente.

Come funzionano i cicli di mercato: spiegazione dettagliata

Esempio dal mondo reale: quando Internet si è diffuso in tutto il mondo, diventando un nuovo media di comunicazione di massa, qualsiasi opportunità sembrava interessante.

La ragione è che si trattava di un veicolo completamente nuovo con cui comunicare ai mercati, e fino ad allora, non esisteva alcuna opportunità di connettere le persone tra loro in quel modo così diretto e interattivo.

In quel contesto, il fattore novità era tutto quello che ti serviva per ottenere un buon effetto leva. Ti bastava avere un marketing appena decente, e avresti fatto una buona quantità di denaro.

Questo è il primo ‘mind state’ in cui si imbatte il mercato. Possiamo chiamarlo “stato mentale della novità”. Più semplicemente “1° ciclo di mercato”.

Poi, il mercato si sposta.

E infatti, che cosa è successo nel caso di internet?

Arrivarono gli ‘opportunity seeker’ e saccheggiarono tutto ciò che Internet offriva, e ben presto il fattore novità svanì. A quel punto, per poter produrre risultati, il marketing doveva passare ad un livello successivo di comunicazione: dovevi presentare un’opportunità legata a risultati molto specifici e tangibili.

Questo è il mind statedell’orientamento al risultato”. Più semplicemente, “2° stadio del mercato”.

NOTA. In ogni mercato, tutti e quattro gli stati mentali esistono in una certa misura. Ma, a seconda del ciclo in cui ci troviamo, uno stato mentale sarà più dominante degli altri. Quindi, mentre il fattore novità potrebbe essere la leva più potente quando siamo i primi sul mercato (1° ciclo), non ha la stessa efficacia nella comunicazione “orientata ai risultati”, se il mercato è nella sua seconda fase di evoluzione.

Nel 2° stadio del mercato, non è sufficiente presentare l’opportunità di diventare ricchi, perdere peso o sedurre donne.

Devi mostrare come guadagnare 100.000 € in 60 giorni, senza una lista e con un budget ridotto – solo sui social. Devi mostrare come perdere 21 chili in 3 mesi, senza pillole dietetiche e senza fare esercizi. Devi mostrare come fai ottenere almeno 5 numeri di telefono di donne ogni sabato sera, quando bevi un drink al pub vicino casa tua, e così via.

Il risultato specifico la fa da padrone.

E, indovina? Anche questo approccio perde il suo potere dopo un po’.

Ora, prima di mostrarti cosa succede nel 3° stadio, vorrei spiegarti…

Perché si verificano questi cambiamenti di stato mentale sul mercato?

Vedi, il 95% del tuo mercato non otterrà mai i risultati che gli vengono promessi.

Perché? 2 ragioni.

La prima è che le persone di quasi tutti i mercati non abbandoneranno mai la propria zona di comfort per usare davvero il tuo prodotto. Si limiteranno a possederlo. E se si tratta di un prodotto digitale si limiteranno a consultarlo a livello teorico, con zero azione concreta.

Un’altra ragione è che la maggior parte dei marketer sono bravi nel marketing e poco altro.

Il risultato è che c’è un gran casino di prodotti scadenti che promettono e non mantengono (deludendo le aspettative medie del cliente).

Ma c’è anche una gran numero di persone che consumano quei prodotti, i quali comunque non intraprenderanno mai alcuna azione.

La vera trappola? Che nessuno vuole ammettere questi fatti. Quindi il mercato si ritrova a mentire a se stesso. Si inventa mille scuse.

Sicuramente non ha funzionato prima perchè (scusa 1)___ e (scusa 2)___. Ma ora che è uscito questo nuovo [cosa], ho ancora una possibilità!”

Questa è la tipica linea di pensiero del consumatore medio.

E questo è il motivo per cui i cicli cambiano. Il mercato si satura su un certo tipo di approccio, proprio perché la promessa non viene quasi mai soddisfatta.

Quindi, che succede dopo il 2° stadio? Succede che il marketing e la comunicazione “orientata ai risultati” iniziano a perdere di efficacia, e il mercato entra nel 3° stadio di evoluzione, che è lo stato mentale delle ‘prove’.

Ora, non è sufficiente legare le tue offerte ad un risultato specifico con una ragionevole quantità di prove…

Hai bisogno di una preponderanza di prove!

Preponderanza significa superiore in peso, forza, influenza, numeri e potere. In altre parole, per ‘dominare’.

Quindi ora tutte le tue comunicazioni di marketing devono porre l’accento sulle prove. Prove nelle Headline. Prove nei bullet. Prove nelle storie di presell che racconti. Prove sociali nella fase di pre-lancio di prodotto, prima ancora di rendere pubblica l’offerta. Ecc.

E questo approccio funziona alla grande per un po’. Ma la condizione del mercato rimane la stessa. Il 95% delle persone continua a non ottenere i risultati previsti.

Quindi, lo stato mentale legato alla necessità di avere più ‘prove’ alla fine si consuma senza scampo, e viene sostituito dall’ultimo stato mentale del mercato, che è quello che possiamo chiamare ‘Trust State’, ossia il 4° stadio del mercato

E, se me lo chiedi. Si…

Nella comunità italiana dell’online marketing siamo proprio in questa fase.

Ora più che mai, è necessaria grande fiducia se vuoi chiudere la vendita col maggior numero di visitatori.

In questa ultima fase del mercato, ci sono più opportunità e più prove che mai a supporto di ogni soluzione. In mezzo a tanta sovrabbondanza di fatti, prove, promesse e prodotti, una sola cosa rimane scarsa: la fiducia.

E la fiducia in questo stadio è quasi l’unico fattore che determina la decisione di acquisto del tuo visitatore.

Come costruire fiducia

Come puoi fare in modo che un perfetto sconosciuto, distante migliaia di chilometri da te (e con cui non hai mai parlato o interagito prima) possa mai fidarsi di te?

È difficile. Molto difficile. Semplificando al massimo, serve una miscela di 4 fattori, tutti interdipendenti tra loro.

In primo luogo, devi saper fare:

1. Promesse credibili

Devi fare promesse di benefici coraggiose, che allo stesso tempo suonino credibili. Questa è un’arte. Se studi il mio copy, noterai che faccio affermazioni piuttosto audaci, come

So bene che la maggior parte dei miei clienti non sarà in grado di raggiungere questo obiettivo. Tuttavia, conosco bene la psicologia dell’acquirente.

La maggior parte delle persone che acquistano hanno un problema di ‘bassa autostima’, e questa entra in gioco nell’equazione d’acquisto.

Il ragionamento tipico è:

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“Beh, certo che Valerio può farcela, ha fatto tanta pratica, conosce tutti i segreti, ha accumulato esperienza, e probabilmente è stato fortunato ad avviarsi. E sì, forse quelle persone nei suoi casi studio ce l’hanno fatta anche…

“Ma probabilmente io non ce la farò. Le cose di solito non vanno bene per me, tendo a procrastinare molto, ad esitare, e non riesco a capire le cose subito.

Comunque … se potessi realizzare anche solo una minima parte di questi risultati, sarebbe già un grandissimo traguardo per me…”

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Quando qualcuno approda sul mio programma Storm Lanch Formula: “Come creare e lanciare un infoprodotto in 5 giorni e fare oltre 5000 € da zero in qualsiasi mercato”, so che la prima cosa che pensa sarà:

“Beh, diavolo se solo guadagnassi anche solo 500 € in cinque giorni …  sarebbe già molto più di quello che guadagno ora al lavoro in due settimane, con il mio capo stronzo.”

Lo stesso vale per il mio programma Funnel 10x, che dice “Come fare 10.000 € mensili con soli 45 visitatori al giorno!” La cosa che scatta nella testa della gente è:

Beh, se riesco ad arrivare anche a 1.000 € con questo metodo, è un affare unico”.

E posso dire con profonda certezza che una persona, nelle giuste circostanze, dotata di una quantità ragionevole di dedizione e impegno, può essere in grado di ottenere questo risultato. Lo so perché io stesso l’ho fatto, e ho insegnato a molti altri a farlo.

Ed ecco un’altra cosa importante…

A questo stadio del mercato, l’obiettivo non è creare fiducia con quella vendita iniziale.

L’obiettivo è creare speranza.

Ecco perché spesso vendo quel particolare primo prodotto a soli 17/37 €. La fiducia arriva dopo che i clienti hanno consumato il prodotto.

Grazie al contenuto di valore specialistico, i clienti avranno alcuni momenti di ‘illuminazione’ fulminante. E anche se non otterranno i risultati, percepiranno comunque che potrebbero ottenere risultati se applicheranno il contenuto.

E quando presenterò un’offerta successiva, se è qualcosa che interessa ai miei clienti, saranno più inclini a dire di sì, perché ho già stabilito grande fiducia nella loro mente, avendo già superato le loro aspettative.

Quindi il primo passo è quello di soddisfare l’aspettativa creata dalla promessa che fai al tuo cliente col tuo prodotto.

Ciò non significa che non dovresti fare affermazioni audaci.

Ma non significa neanche mettere un chilo di merda all’interno di una bella scatola lucente. Il valore percepito dovrebbe avvicinarsi il più possibile al valore effettivo corrispondente.

2. Se lo puoi fare, lo puoi insegnare

Il secondo modo per guadagnarti la fiducia del mercato è fare esattamente ciò che insegni. Normalmente non dovrebbe essere un problema, ma per alcuni pare che lo sia.

Specialmente se parliamo di infomarketing, è in preoccupante crescita il numero di persone (anche tra i miei stessi colleghi) che ti venderà cose che non ha mai neanche minimamente sperimentato in prima persona.

Quello che ti danno, spesso, è un’enciclopedia ben studiata sull’argomento, non un sistema o un metodo pratico.

Questa tendenza è sempre più diffusa, specialmente tra i marketer, perché è molto più facile parlare a livello teorico di una cosa, piuttosto che farla (bene) nella pratica.

Bene: tu cerca di evitarlo. Soprattutto se ti trovi nel 4° stadio del mercato.

Devi cercare di trasmettere esperienza, più che informazione.

Ecco quindi il mio approccio.

Quando creo un qualsiasi tipo di contenuto (che si tratti di un report, un articolo, o persino un prodotto), concentro tutti i miei sforzi nel cercare di isolare quelle specifiche abilità che i miei clienti vogliono possedere. Quindi creo un processo sistematico che consenta al cliente di padroneggiare quelle abilità da solo.

Completarlo può richiedermi ore, giorni o settimane, dipende dalla complessità.

Quando ho finito, mi ritrovo con un sistema collaudato che posso condividere con i miei clienti, nella sua prima versione (spesso la chiamo 1a). Chiaramente non sarà perfetto, ma ciò che conta è che si tratti di un sistema arricchito dalla mia esperienza per guidarli lungo il cammino. Questo fa tutta la differenza.

Poi, sulla base dei feedback e della risposta del mercato, perfezionerò ulteriormente il processo, creando versioni successive, sempre migliori. Questo processo sta alla base del concetto di ‘infoprodotto dinamico’.

Del resto, non è forse questa la filosofia del successo di Microsoft?

Domandati perché Bill Gates è stato per 18 degli ultimi 30 anni in cima alle classifiche di Forbes, come l’uomo più ricco del mondo. Credi sia casuale?

Questa è una delle formule del suo successo.

E questa è la filosofia dietro i miei prodotti di front end. Hanno quasi sempre una struttura del tipo:

1. Un problema, una soluzione. Quindi, focus sul posizionamento verticale (in questo modo ti mostrerai super specialista e ottieni più facilmente l’attenzione del mercato).

2. La soluzione DEVE essere passo passo, e deve essere illustrata in modo semplice e conciso, in maniera da semplificare all’osso il processo di apprendimento e rendere semplice entrare in azione.

3. Infine, i prodotti di front end devono chiaramente mantenere le promesse che fai. In questo modo, quando presenterai altre offerte future agli stessi clienti, questi si sentiranno molto più a proprio agio nel voler fare ancora business con te, principalmente per via delle precedenti associazioni positive nei tuoi riguardi.

3. Sviluppare Autorevolezza

La terza cosa che ti serve per generare fiducia sul mercato è sviluppare autorevolezza.

Le persone tendono a fidarsi di chi è autorevole. E’ la natura umana. 

Leggi lo Studio di Milgram se vuoi davvero sapere quanto dipendiamo dall’autorità.

L’esperimento di Milgram ha dimostrato come tendenzialmente l’essere umano obbedisca all’autorità anche nel caso in cui debba far del male all’altro. Lo studio dimostra come persone comuni, come te e me, potrebbero portare a morte un perfetto sconosciuto sotto le giuste circostanze autorevoli. E lo faremmo volentieri, senza coercizione o minacce.

Hai bisogno di essere un’autorità se vuoi fiducia. 

Nel nostro caso specifico, vuoi essere una persona che desta rispetto, e a cui viene riconosciuta autorità, non per la carica, il titolo o la qualifica … ma perchè ritenuta stimata, competente, importante e influente, nei fatti.

La cosa divertente dell’autorità? Nessuno te la darà (all’inizio). Devi prendertela da solo.

Esempio: personalmente, non sono un insegnante certificato. Tuttavia, una parte fondamentale del mio mestiere è quella di insegnare. Lo faccio nei corsi, negli articoli, nelle mie newsletter. E grazie a questo, guadagno più denaro del 90% di tutti gli insegnanti d’Italia.

Questi insegnanti hanno dovuto conseguire una laurea solo per conquistarsi il diritto di insegnare da qualche parte.

Non io.

In alcuni casi, se conosco veramente a fondo un mercato, posso insegnare facilmente abilità che pochi mesi prima non possedevo nemmeno. Quindi, quando mi sento pronto, decido di “certificarmi” come autorità. E se non lo facessi, darei un grande disservizio ai miei clienti.

E se questo ti sembra non ordinario, chiediti: “rispetto a cosa?”

Hai a che fare col mondo reale qui.

Al mercato non interessa se sei certificato o meno. Le persone sono molto più pragmatiche. Sono in gioco le loro vite e il loro denaro. Vogliono una soluzione, non un certificato.

4. Condividere te stesso

Il fattore finale per creare fiducia è condividere parte di te e della tua vita con il tuo segmento di mercato.

Mi sono imbattuto in questa scoperta per caso.

A certi livelli, e in una certa misura, le persone vogliono comprare ‘pezzi’ di te e della tua persona quasi più di quanto desiderino comprare qualsiasi cosa tu stia vendendo.

C’è voluto un tragico evento nella mia vita per portarmi a capire questa lezione.

Ma quando ho aperto le porte e ho mostrato alla gente che dietro al prodotto c’era un essere umano vivente che respirava, che si stava occupando delle lotte della vita quotidiana proprio come chiunque altro, questo mettermi a nudo ha contribuito a creare una relazione più profonda con i miei clienti.

In primo luogo, mi ha aiutato a dimostrare che non sono perfetto.

Sono veramente lontano dall’esserlo.

Nell’ultimo anno ho fatto alcuni degli errori più stupidi a livello personale che si possano mai commettere, e ancora oggi mi chiedo come abbia fatto ad essere così stupido, da non capire che erano errori. E gravi errori.

Credimi, sono uno che sbaglia molto nella vita. E non ho nessun problema a dirlo. Alle volte mi definisco come

‘Una montagna di difetti che va oltre l’impossibile’.

Se mi conoscessi di persona ti chiederesti:

“Come può uno così pieno di limiti, difetti e difficoltà, riuscire a guadagnare 10 volte di più di un dirigente di azienda… lavorando solo 4 ore al giorno?”.

E la risposta è ovvia: duro lavoro.

Ma chiaramente non solo.

Aggiungi all’equazione anche: sistemi ottimizzati, formazione continua e abitudini produttive che ho coltivato negli anni.

Proprio per questo, chiunque può farlo. I miei clienti lo vedono nello specifico proprio per via di tutte le mie altre fragilità e debolezze.

Allo stesso tempo, questa cosa rende la relazione dinamica e interattiva.

Pensaci.

Le persone ti danno un po’ di se stesse quando decidono di investire in qualcosa di tuo per ottenere ciò che offri. Fanno il primo passo per iniziare la relazione con te.

Poi tocca a te portare la cosa al livello successivo.

Quindi, ogni tanto, condividi qualcosa di personale con loro.

Non deve necessariamente essere un grande segreto nascosto. Potrebbe essere solo qualcosa di superficiale, ma che dia un’idea di chi sei e di come vivi la tua vita.

In fondo, siamo creature sociali e abbiamo bisogno di sentire di appartenere a qualcosa di più grande di noi. Tutti cerchiamo di trovare altre persone che sono come noi, perché convalidano le nostre scelte e questo ci conforta. Amo questa parte della condizione umana. Rende le nostre esperienze ancora più meravigliose.

Ma se non permetti agli altri di intravedere il tuo mondo, allora non riceveranno mai tale convalida da te. Non entreranno mai in risonanza con te a un livello più profondo.

E quando arriverà qualcun altro capace di offrire, non solo una soluzione al loro attuale problema esteriore (qualunque cosa possa essere), ma anche la soluzione al problema interiore contro cui tutti noi sbattiamo la faccia ogni giorno, in quel momento li perderai.

Quindi, non lasciare che ciò accada.

Ricorda, quando tutto è stato detto sul mercato, non sono i soldi che fai a definirti, ma le persone che hai influenzato.

E prima di poterle influenzare, devi prima conquistare la loro fiducia.

Pensaci.

Valerio

P.S.

Se desideri condividere questo articolo nei social, hai il mio incoraggiamento e la mia benedizione per farlo. Mandalo ai tuoi clienti, ad un amico, ad un familiare o a chiunque pensi possa essere utile!

10 commenti in “Vuoi stare 10 anni avanti rispetto alla concorrenza?

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Grazie Valerio… come sempre

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Riccardo Lenaz

Ogni tuo nuovo articolo è una verità. Conosco Valerio da piú di 10 anni, ed ha sempre detto quello che pensa e fatto quello che dice. È un uomo di valore e di cui ho stima e piena fiducia. Proprio così come scrive in questo articolo, oggi è tutto più complesso.

Riuscire a dare valore informativo ed essere attenti oltre che primo nel passare le nuove regole del gioco. E tutto condensato in report di alta qualità. Conosco quelli che ti vendono fuffa, e sono quelli che meno ti aspetteresti. Se metti in pratica i prodotti di Valerio invece di farne la raccolta, allora si che vedi i risultati.

Ma oltre a questo tengo a precisare che non c’è ne sono altri che si farebbero in due per aiutarti come lo fa lui. E se non è subito disponibile è perché sta già studiando non al prossimo report ma a quello del mese successivo. Valerio ti ringrazio per tutto quello che sei riuscito a trasmettermi, con la tua volontà, grinta, perseveranza, e umiltà di uomo, perché è questo che ha fatto di te un’autorevolezza. Con stima Riccardo Lenaz.

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Riccardo, troppo gentile da parte tua, ma credo che buona parte del tuo successo e della tua grandezza sia anche che tu hai un grande bagaglio culturale e tutti i mezzi necessari per entrare in azione. E penso anche una certa flessibilità mentale, quindi è inevitabile che un domani sbancherai non uno ma penso 2 (se non 3) mercati differenti. E avrai tutto il mio supporto anche allora. Un abbraccio!

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primo

Non ho mai comprato niente da te, perchè non è ciò che vendi che mi interessa, ma il tuo pensiero e come lo esponi. Ecco perchè ti seguo e ti apprezzo
Continua così
Primo

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Grazie infinite, Primo, lo apprezzo molto.

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Andrea

Bell’articolo Valerio, complimenti!

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E’ da un po’ che ti seguo ed apprezzo molto lo sbattimento che fai. Immagino, indipendentemente dai risultati economici, che sei felice. Non ho mai acquistato programmi “chiavi in mano” né da te né da altri.
Però esponi bene le cose e talvolta parte di quello che leggo mi serve per attuare i miei progetti, che sono tutt’altro come puoi vedere dal sito.
Comunque complimenti.
Buona giornata
Natale

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Amo quello che faccio, a prescindere dal denaro che si fa, chiaramente più siamo padroni di quello che facciamo più possibilità abbiamo di ottenere risultati in termini monetari, e di soddisfazioni più ampie. Questo vale in ogni campo. Un caro saluto e grazie per il feedback

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marco tanzi

Ciao Valerio

né approfitto per chiederti una cosa..

Come fai a creare il personaggio ( esperto in.. ) dietro alle mail, sales letter ecc..

per creare un brand di cui la gente si fidi per poi comprare ?

non potendoci mettere la mia faccia perché vendo prodotti in affiliazione..

Grazie se troverai il tempo di rispondermi.

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Premessa fondamentale: non puoi creare un personaggio esperto di qualcosa se in realtà esperto non lo si è. Quindi si da per scontato che ciò sia la base da cui partire. Seconda cosa, per creare una personalità carismatica, senza mettere la faccia, le metodologie sono diverse, una tra tutte, quella di un buon story telling che mira a colpire i bisogni più intimi del mercato. L’obiettivo è creare empatia e connessione emotiva con i tuoi lettori. A questa pagina trovi ulteriori spunti di riflessione sulla questione.

http://reportmarketing.net/brand/

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