Qual è il modello di business adatto a te?
Forse già conosci quali “perchè” ti stimolano ad avviare un online business. Forse già ti stai immaginando mentre mandi al diavolo il tuo odioso lavoro, mentre detti le tue regole e ti diverti a fare ciò che ami, con la libertà che solo un internet business ti può fornire.
So già che molte persone che leggeranno queste righe hanno trascorso notti insonni a inseguire il sogno delle “rendite automatiche” e a cercare di capirci qualcosa su come fare questi benedetti soldi online.
Ma ecco il punto, hai bisogno di imparare a camminare prima di iniziare a correre.
Hai bisogno di creare un piano che ti metta quei primi 1000 euro in tasca, prima che tu possa pensare di fare i tuoi primi 10.000 euro o 100.000 euro all’anno. Poichè una volta che hai capito come fare questi primi 1000 euro, non è difficile riuscire ad ottenere di più, si tratterà solo di duplicare il processo…
Passo 1: Elmina le distrazioni
Butta nel cesso i 995 modelli di business dei “falsi” Guru.
Se ti guardi intorno, ogni 24 ore esce sempre un nuovo prodotto che distoglie la tua attenzione sulle cose veramente importanti. Sembra quasi che ci tengono in uno stato di perenne “ricerca” della gallina dalle uova d’oro, che è proprio la condizione da cui dobbiamo assolutamente allontanarci. E nel dirti questo, parlo anche e soprattutto per me.
Ogni giorno esce un nuovo prodotto, un nuovo corso, nuovi sistemi che pretendono di insegnarti sempre nuovi e testati business di successo, e come i funghi nuovi emergenti “guru” spuntano dal nulla e pretendono di avere l’ultimo modello di business funzionante e soprattutto “superiore a tutti gli altri” e con cui faremo un pozzo di soldi.
Non c’è nessun super modello di business. Non esiste un modello di business infallibile, che non venga toccato dalla crisi, o che non abbia punti deboli. Chiunque ti dice che lo ha trovato, mente. Semplicemente quello che potrebbe funzionare per alcune persone, potrebbe poi rivelarsi poco o per nulla adatto ad altri. In alcuni casi potrebbe essere qualcosa di completamente sbagliato per te.
Ecco perchè ritengo che sia necessario spazzare via i “miraggi” e osservare con reale senso critico quello che può essere il TUO modello di business. Personalmente io ne ho individuati 5, nessuno di questi è infallibile, nessuno produce miracoli, ma ognuno di questi ha del potenziale, un potenziale altissimo, in tutti i mercati.
Tutto quello che devi fare è osservare e valutare in maniera indipendente ognuno di questi 5, in modo da decidere quale potrebbe essere effettivamente quello più giusto e allineato al tuo modo di fare e lavorare. Diamo un occhiata a 5 dei più profittevoli modelli di business su cui ti suggerisco di puntare.
Passo 2: Seleziona il tuo modello di business tra questi 5
Affiliate Marketing.
Consiste nel promuovere prodotti o servizi di altri in cambio di una commissione. In Italia il modello è in rapida crescita. Uno dei più grossi vantaggi dell’affiliate marketing è che non devi occuparti di cose come “ricerca di mercato”, “assistenza ai clienti”, “creazione di prodotti”. Potrai semplicemente selezionare un prodotto che si vende già abbastanza bene e promuoverlo.
Per scavalcare la concorrenza e la massa di affiliati che promuovono roba simile alla tua è sufficiente che tu dia dei bonus speciali che diano valore aggiuntivo a qualsiasi offerta tu promuova, e che possono essere reperibili solo per coloro che acquistano sotto il tuo link.
Il lato negativo di tutto questo è che ti viene a mancare uno dei più importanti asset del successo online. Cioè, non riesci a costruirti una lista di clienti. Di certo, puoi sempre creare una lista di prospects (potenziali clienti), e alcuni di questi prospects diventeranno acquirenti, ma non potrai avere la possibilità di rivolgerti direttamente a una lista fatta SOLTANTO di acquirenti.
Offrire Servizi
Questo è un ottimo modello di business che può essere messo in campo se hai una competenza specifica che contemporaneamente incontri un ampia domanda di mercato. E se si tratta di una rara abilità, questo business può essere molto redditizio per te.
Ad esempio, se sei un programmatore potresti creare o sviluppare applicazioni, software, o piattaforme web based che semplifichino i processi e mettano l’efficienza al primo posto, con in mente determinate attività che una vasta massa di persone stanno cercando di ottimizzare. Se il tuo servizio fa loro risparmiare tempo, denaro, e fatica, e gli semplifica il lavoro, qualsiasi cosa sia, allora hai fatto centro
Il rovescio della medaglia, tuttavia, è che dovrai investire molto tempo nello sviluppo di tali servizi, e se non è il tempo il tuo investimento, allora dovrai investire molti soldi per far fare il lavoro a un team di freelance altamente qualificati.
Drop Shipping
Consiste nel vendere prodotti fisici per conto di terzi, senza possederli materialmente e senza possedere un tuo magazzino. Il meccanismo di vendita è simile all’affiliazione. Come funziona? Tu in veste di venditore proponi dei prodotti a dei potenziali clienti, e quando questi confermano l’acquisto, dovrai trasmettere l’ordine al grossista (“dropshipper”), il quale spedirà il prodotto direttamente all’utente finale.
Quindi tu come venditore ti preoccupi esclusivamente della pubblicizzazione dei prodotti, senza le relative incombenze legate ai processi di imballaggio, spedizione e garanzia che invece sono a cura del fornitore.
Il vantaggio di questa attività è che puoi vendere senza investire capitali, e puoi facilmente creare una lista di clienti. Gli svantaggi sono gli scarsi margini dovuti alla concorrenza e l’eventuale mancanza dei prodotti in magazzino.
Consulenza e Coaching
Ecco un altro modello interessante. Consiste in un interazione one to one (o di gruppo) con un gruppo di clienti che desiderano essere seguiti passo passo, e che desiderano ricevere un trattamento personalizzato da parte tua. Le consulenze individuali si possono svolgere via skype, o via email. Quelle di gruppo sono spesso al centro di webinar o eventi live dal vivo.
In genere coaching e consulenze sono un modello di business adatto a professionisti, formatori, gente con un altissimo bagaglio di conoscenze tecniche, linguistiche, motivazionali, e comunicative molto specialistiche. Per questo, anche se tra i meglio remunerati, non è un business per i principianti. Devi avere una certa abilità e forte esperienza nel campo in cui decidi di fare consulenza.
L’altro svantaggio è che richiede la tua costante presenza fisica ed interazione continua in tempo reale con i clienti, e questo tenderà a rubarti più tempo di quello che sei in grado di gestire. Sicuramente è un modello da considerare, ma in fasi successive, non se stai iniziando ora.
Creare e vendere tuoi infoprodotti
Questo è uno dei modelli più profittevoli, in quanto ti fa ottenere i 3 principali asset della ricchezza online: Lista di prospects, lista di clienti, e i diritti sul prodotto. Anche qui se vogliamo c’è un lato negativo. Dovrai prenderti cura di tutto, sarai l’unico responsabile di ogni aspetto relativo a:
- ricerca di mercato
- Posizionamento del marchio
- Creazione prodotti
- Consegna digitale degli stessi
- Servizio di assistenza per i clienti
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Questi non sono TUTTI i modelli di business esistenti e funzionanti. Sono solo quelli che funzionano OGGI su internet nella gran parte dei mercati. La cosa più importante è che adesso tu scelga uno, e che inizi a seguirlo, sulla base delle tue competenze e delle tue inclinazioni naturali. In seguito potrai anche pensare di estendere il business a più modelli.
Ecco ad esempio come io mi muoverei se dovessi rifare tutto da capo e ricominciare da zero oggi.
Senza dubbio partirei dall’infomarketing, svilupperei un intera linea di prodotti a prezzi accessibili. In seguito espanderei il modello integrando consulenze e servizi dentro il sistema, e quando per me non è possibile includere con efficacia determinati processi, allora integrerò anche prodotti o servizi da raccomandare in affiliazione, che possano sopperire alla mia mancanza di competenze in certe aree dove altri specialisti sono di maggior aiuto per i miei clienti. E così si chiude il cerchio.
Passo 3: Segui la checklist anti-crisi
Salteresti da un aereo a 10.000 piedi senza paracadute? Domanda stupida, giusto? Naturalmente nessuno lo farebbe. Eppure un sacco di aspiranti imprenditori stanno facendo un errore che potrebbe essere altrettanto mortale e devastante per la loro imprese.
Non creano un business plan, nella forma di checklist dei passi da fare per arrivare al loro obiettivo finale. Chiunque voglia avviare un business deve iniziare creando un sintetico business plan. E’ vitale, perchè ti da la rotta da seguire per non fallire.
Qualunque sia il modello di business che avrai scelto, è necessario avere questa checklist in mente, ma è meglio se te la segni da qualche parte e la porti sempre con te.
Nota bene: questa è la mia personale checklist che io utilizzo, tratta dai miei appunti personali. Ogni volta che mi butto in un nuovo mercato mi impongo di rispondere alle seguenti 10 domande. Eccotele (a tuo uso e consumo)
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1. Che cosa venderai sul front-end? Cioè, quale prodotto venderai per primo alla gente?
2. Come creerai questo prodotto? Vuoi crearlo da te? Preferisci delegare il compito a un professionista? O hai intenzione di fare l’affiliato per il prodotto di qualcun altro?
3. Che cosa venderai sul backend? Cosa venderai in seguito ai clienti acquisiti, per portarli a fare acquisti ripetuti nel tempo? (nota: anche se stai creando tuoi prodotti o servizi, niente ti vieta di vendere direttamente materiale in affiliazione ai tuoi clienti, di volta in volta sul backend)
4. Quanto ti farai pagare? Dovresti cercare di sviluppare una linea di prodotti su diversi livelli di prezzo, tra cui:
• Prodotti gratuiti per scopi di lead generation
• Prodotti entry level (da un minimo di 5 euro a un massimo di 37 euro)
• Prodotti di fascia media (a partire da $ 47 euro fino a 197 euro)
• Prodotti di fascia alta (da 297 euro a 997)
•Prodotti Premium, (da 1997 euro a 4997)
• Prodotti e servizi ad abbonamento (membership)
5. Come condurrai il traffico al tuo sito? In altre parole, qual è il tuo piano di marketing per la pubblicità? Userai traffico gratuito, traffico a pagamento o entrambi?
6. Come pensi di convertire questi visitatori in acquirenti? Quali strategie di conversione metterai in atto? Userai i canali sui social, via email, sul blog, o tutte queste cose combinate? Hai tempo e competenza per farlo da te o preferisci assoldare un copywriter?
7. Chi sono i tuoi concorrenti? E in cosa ti differenzi? Come puoi batterli?
8. Quali sono le spese previste? Questo include le spese mensili (come domini, hosting e autoresponder), assoldare freelance, acquistare software, e tutto ciò che è necessario per gestire al meglio e in maniera professionale la tua attività.
9. Quali sono gli ostacoli che hai già previsto? E come fare a superare questi ostacoli?
10. Quali sono i punti di forza e di debolezza dell’attività che stai per avviare? La chiave da seguire qui è concentrarti sui tuoi punti di forza e trovare il modo per sopperire alle tue debolezze. Questo vuol dire fare affidamento alle competenze di chi è più capace di te in quella specifica abilità dove tu sei debole. Ad esempio se non sei molto bravo a reclutare e gestire gli affiliati nel tuo business, lascia che sia qualcun altro più abile di te ad occuparsene.
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Ascolta, la maggior parte delle persone saltano completamente questo cruciale passaggio di sviluppo di un business plan. E sai cosa succede? Crisi o non crisi, questo è il principale motivo per cui fino al 95% delle PMI falliscono entro i primi cinque anni di attività.
Per riassumere, ecco le operazioni da fare per te oggi…
1. Elimina tutte le distrazioni e cancellati dalle mailing list inutili…
2. Scegli il modello di business a te più affine
3. Rivedi più volte i passi della precedente check list e copiateli su un foglio di carta.
Relativamente al punto 3, poni questi passi sotto forma di domande a cui dare categoricamente una risposta.
Non saltare questa pianificazione!
Fallo ora, perché sarai sorpreso di cosa può fare questa piccola operazione preliminare, per cambiare il tuo business e cambiare la tua vita.
E adesso, se hai domande, fammele qui nei commenti.
61 commenti in “Qual è il modello di business adatto a te?”
Valerio, su un punto sono parzialmente in disaccordo: cancellarsi dalle mailing list inutili.
Ok, da una parte è giusto per evitare rotture di palle, ma dall’altra essere iscritti ad alcuni operatori può aiutare a identificare cosa NON PIACE a noi stessi. In altre parole è utile per crearsi una lista di cose da non fare.
È evidente che è molto meglio seguire chi SA fare email marketing (e tu sei un fantastico esempio), ma – a mio parere – essere iscritti anche a liste di bassa lega può essere formativo (almeno finché non se ne hanno piene la scatole :D)
A proposito di Seguire la checklist anti-crisi…. minchia quanto è vero. Il vero segreto della produttività sta nel dedicare un tot di ore PRIMA di iniziare un progetto a pianificare e creare il tutto su carta.
Da quando faccio così sono ‘costretto’ ad agire. Ho la mia lista di cose da fare, e non ho margine di tempo per pensare e/o distrarmi in cazzate. È utile sopratutto per le persone irrequiete, perfezioniste e che per colpa della creatività si trovano sempre a mettere carne al fuoco….. (senza mai arrivare ad 1 termine)
Avere questa benedetta Check-list è una salvezza… almeno per me lo è stato.
Ciao Vale, mi fa piacere rileggerti su queste pagine.
PS: a proposito di gestione del tempo ho trovato FANTASTICO questo servizio. Si basa sul sistema GTG (Getting Things Done) di David Allen. La mia produttività è aumentata un casino, e non perdo un colpo… 😉
» https://www.nirvanahq.com/
Sebastian io sono il primo iscritto a qualsiasi MAILING LIST esistente… e credimi, ha fatto solo danni al mio cervello. Perchè tanto non leggo nessuna delle 567 mila email che mi mandano ogni giorno. Trovo che mi distolgano continuamente dai miei obiettivi, e io ho già abbastanza chiaro dove devo andare. A un certo punto dobbiamo iniziare a mettere da parte alcune cose per dare priorità ad altre. L’unica cosa che faccio è salvarmi TUTTO su una apposita etichetta dedicata su gmail, per ogni singolo operatore di mercato, e in ogni nicchia che seguo, ho diversi account gmail dedicati, però ti garantisco che è un casino totale. Alla lunga concludi che meno hai e meglio è.
Eccezionalmente essenziale ed eccezionalmente “aderente”: grazie per la qualità!
Quanto al “fare”, mi pare che la voglia di esperimenti oggi sia un lusso che non ci si può permettere più. Mi sembra che una volta scelto il modello, sia meglio focalizzarsi su quello e tirare dritto.
E che la curiosità di sperimentare i vari modelli possa essere riposta nell’armadio in attesa di altre epoche…
Walter il problema è che la gente “non sceglie”, aspetta, e poi ancora…. aspetta sempre e soltanto…che si presenti l’opportunità giusta. E dopo mesi di indecisione, arriva un’altra dannata email con l’ennesimo sistema XYZ che ti suggerisce un nuovo metodo bla,bla… Bisogna semplicemente iniziare a fare qualcosa, che sia affiliazione o infomarketing o coaching, poco importa, basta buttarsi e darsi 90 giorni di tempo per capire se ti da la minima soddisfazione. Tale soddisfazione potrebbe non essere necessariamente profitti immediati, ma gratificazioni che arrivano direttamente dalla gente a cui ti rivolgi e a cui stai dando aiuto. Quello è la molla che fa partire tutto.
Spettacolo.
Come al solito.
🙂
Non condivido la scelta che hai dato tra i vari modelli di business: io avrei suggerito solo quello degli infoprodotti che è indiscutibilmente il più facile e redditizio.
Per tutti.
Quello dell’Affiliate Marketing è da associare al primo.
Questo è ciò che mi dice l’esperienza.
Splendido il passaggio sulle distrazioni: toglierle da mezzo (o ridurle) è uno dei segreti più importanti.
😉
1info-abbraccio
Josè
Assolutamente si Josè, Tuttavia dobbiamo anche considerare che molte persone non vogliono vendere informazione, e in tal caso tra i modelli di business non di “informazione” a cui ho pensato c’è il dropshiping per i prodotti fisici, e il business di servizi e tool, che però è qualcosa che in italia pochissimi possono fare con efficacia.
In definitiva l’infomarketing spadroneggia, ed è chiaro che è il modello più semplice, dove quasi tutti hanno possibilità di riuscire e alte potenzialità di profitto (a patto di sapere esattamente cosa fare)
un grande abbraccio a te
Io li ho provati quasi tutti, a parte il dropshipping, ma alla fine della fiera sto testando quello degli infoprodotti. Tuttavia considerando che nella nicchia in cui lo sta attuando, è la prima volta che viene usato nel mercato italiano (almeno per quel che ho visto finora), devo vedere la risposta del pubblico per capire se proseguirlo o meno…
Come sempre ottimo articolo;: relativamente alle mailing list, la penso come te; io mi iscrivo all’inizio, ma se poi non la reputo interessante e/o producente, mi cancello, altrimenti mi incasino il cervello ;).
Ciao Valerio,
Bell’articolo grazie. 😉 … Secondo la mia modesta opinione:
1) molta gente pensa che fare business online sia una passeggiata (quindi atteggiamento ed approccio mentale sbagliato)
2) altri perdono tempo qua e la e non partono mai convinti (come dicevi anche tu)
3) altri non hanno ancora idea di cosa significa “fare business”
Essere focalizzati nella propria attività online è sempre importante. Comunque è giusto anche mantenere una buona “apertura mentale” per cogliere tanti aspetti che poi si rivelano preziosi per il proprio business.
Io riesco a gestire importanti attività italiane piu’ estere (doppi business) dedicando poche ore al giorno. E’ un vero lusso se penso alle realta’ tragiche che mi hanno confidato alcuni colleghi (hanno Iper-lavoro e meno risultati). Oltretutto questi marketer gestiscono solo business italiani.
Come gia’ detto prima, essere focalizzati fa la differenza… 😉
“Potrai semplicemente selezionare un prodotto che si vende già abbastanza bene e promuoverlo”
come sai se un prodotto vende bene? In US c’hanno clickbank e la gravity, noi che c’abbiamo?
Non serve CLickbank, se sai fare ricerca di mercato ci son altri mille modi per vedere cosa si sta “vendendo bene”
Finalmente uno che dice le cose come stanno, concordo assolutamente su tutto e mi complimento con te Valerio.
Non esiste nessun super modello di business, semplicemente quello che va bene per una persona può non essere adatto per un’altra persona.
Personalmente non sopporto chiunque (anche coach famosi e importanti) “liquidi” clienti e potenziali clienti con affermazioni del tipo: “inizia da questo, impara quest’altro e poi fai quello..”
Ognuno di noi (per fortuna) è diverso e ha caretteristiche uniche, di conseguenza non può esistere un business, sia online sia offline, da impacchettare per chiunque e che permetta a chiunque di ottenere buoni risultati: chi esterna dichiarazioni simili non ha voglia di seguire personalmente i propri clienti oppure vuole farsi pagare profumatamente per farlo, spennandoli ancor prima di iniziare ad investire nel business stesso.
Tre domandine..
1. Mettendo sul piatto della bilancia TEMPO INVESTITO, SOLDI MESSI e RITORNO SULL’INVESTIMENTO (sia in tempo sia in denaro), quale credi che sia il miglior sistema (in base alla tua esperienza)?
2. Nel drop shipping bisogna conoscere la lingua inglese?
3. Potresti indicare un sito/corso da seguire per imparare questo modello di business?
Grazie mille per questo utilissimo articolo e per la check list!
Un saluto e un abbraccio.
Certo ottimi siti in lingua italiana sono
http://www.greenitaliaweb.it/
http://www.bazarissimo.com/
http://www.dropsheep.com/
e altri validi se ne possono trovare facilmente inserendo keyword + settore specifico dove si vuole indigare su google.
E’ chiaro che conoscere la lingua inglese semplifica tutto.
Attualmente in Lingua Italiana abbiamo pochissima formazione in merito.
Ti do un trucco per reperire informazoni decenti che vadano oltre i meri articoli.
DIGITA SU GOOGLE
dropshipping + PDF
Bell’articolo Valerio, ma secondo te, iniziando da zero e dovendo imparare tutto, dal creare un sito e tutto il resto, senza illusioni, in quanto tempo si dovrebbero vedere, in linea di massima i primi risultati? lavorandoci 4 /5 ore al giorno. ( certo non dipende solo dalle ore impiegate, ma nel tempo che ci vuole per assimilare certi concetti e tecnica)
grazie
buon lavoro.
beh io ti posso dire come è stato per me, infatti partendo assolutamente da SOTTO ZERO, ho impiegato circa 4-5 mesi prima di vedere la prima vendita, però prima di vedere guadagni consistenti è passato oltre un anno.
Ciao Valerio, è da un pezzo che leggo le tue mail. Mi piacciono. Mi trasmettono molta energia.
Sono molto d’accordo con la tua ultima affermazione “Attualmente in Lingua Italiana abbiamo pochissima formazione in merito”, infatti io seguo i corsi e le liste spagnole e anni anche quelle in inglese. Se ti capita, e capisci lo spagnolo, ti consiglio i libri di Javier Bukenmeyer, anche se lui s occupa prevalentemente di Google AdSense, ma non solo. A me ha letteralmente cambiato la vita.
Un abbraccio e tante belle cose!
Quanto mi piace leggere i tuoi articoli, non hai idea, veramente forte! Tornando un attimo all’articolo posso dirti che l’affiliate marketing l’ho rivalutato molto, sopratutto quando ho deciso di bloccare la mia attività online per ben 15 mesi, infatti nonostante io non fossi operativo come marketing seo agency alcune affiliazioni, in particolare 3, continuavano a produrre denaro.
Tra i modelli di business mi permetto di segnalarne uno che secondo è il più potente di tutti, attuabile in diversi modi, ovvero quello delle membership.
Grazie Daniel, si L’affiliate marketing ha un potenziale enorme non pienamente espresso nel mercato italiano. Sulle membership si tratta di un estensione di alcuni modelli. Ad esempio possiamo avere diversi tipi di membership – servizi – coaching – materiali pronti – formazione.. ecc
Buongiorno e grazie per gli articoli che ci dai, sono sempre illuminanti e soprattutto reali.
Una domanda: tante idee e poche sicurezze che possano funzionare.
Partendo da ZERO qule e’ lo stato mentale da addottare?
Mi.spiego meglio; le idee vengono ma non sono capace di metterle in pratica per il motivo che non ne sono convinto che possano funzionare.
Ho un blocco diciamo che non riesco a superare per poter partire.
Ti ringrazio infinitamente per una tua risposta in merito.
Mauro.
Il discorso è semplice devi dare priorità a queste idee. Ma non puoi dare priorità a queste idee se non sai se funzionano. Allora dobbiamo scoprirlo. Per capire se una tua idea ha mercato devi andare su google e vedere se qualcuno ha già creato qualcosa di simile, e se sta vendendo bene. una volta fatto un brainstorming di verifica delle tue 5-6 idee principali, allora dovrai prioritizzare quelle piu importanti.
Come?
sulla base di 3 fattori
1 – tua passione
2 – domanda di mercato
3 – marketing da attuare
Ragazzi,
Le membership sono belle per tanti motivi (che gia’ sappiamo) ma non pensate che sia facile mantenere gli utenti paganti “italiani”. Lo dico per mia esperienza personale ed anche per esperienze che mi hanno detto altri bravi marketer…
In Italia la maturita’ sul web marketing fa schifetto, mentre all’estero è valutata 100 volte tanto. Ne deriva che membership italiane mensili sul settore portano tanto lavoro e pochi profitti.
A proposito delle membership, parli per la maggior parte delle nicchie di mercato italiane, o soltanto per quella relativa al Guadagno Online?
Ciao Aljoscia,
Mi riferivo puramente a membership di web marketing. Il discorso “guadagno online” è caldamente sconsigliato, parecchie persone improvvisate ne hanno rovinato la nicchia…
Diventa piu’ profittabile creare mini-corsi di 5/7 mesi con 1 lezione settimanale.
GRANDISSIMO CONSIGLIO Massimo
mini corsi – intendiamo come puoi confermarmi “memebership a termine fisso”.
Le membership “infinite” sono una mega truffa che non suggerisco di far creare a nessuno, oltre che uno sbattimento inaudito.
Per quello che ho sperimentato in prima persona posso dire questo.
1) le membership di puro business possono avere successo, ma a condizione che segmenti attentamente il pubblico a cui ti stai rivolgendo e che non si tratti di cose generiche come il solito “guadagno online” altrimenti farai la fine di una poltiglia
2) ci deve essere una domanda di mercato sufficientemete alta da giustificare la creazione di un programma di continuity. Nella maggior parte delle nicchie di business non ne vale la pena.
3) Ci sono mercati dove la creazioendi membership è un SUICIDIO. Mentre altri mercati dove è in crescita e la domanda sta tentando di impennare. Ma c’è qualcosa nel particolare pubblico italiano che è un incognita.. non decolla, non è assolutamente ricettivo rispetto alle altre parti del mondo. Gli asiatici per esempio ci sfondano il culo
Riprendendo l’appunto di Massimo D’Amico.. come potrei costruire infoprodotti in lingua inglese e francese per arrivare con soluzioni adatte là dove la gente è ricettiva mentre in Italia la gente dorme? su quali strutture? le stesse che insegni tu per l’Italia o ci sono supporti diversi che altrove funzionano e qui no?
sto creando un prodotto tra le altre cose che spiega come importare conoscenze in altre lingue e creare valore anche in altri mercati, non solo quello italiano. Il problema è che occorre avere una mentalità più cosmopolita, e meno chiusa a “cerchie” nazionali o di mercato. Il requisito è conoscere la lingua inglese. I supporti sono sempre gli stessi: mailing list – offerta – traffico. Per concretizzare gli elementi ci vogliono autoresponder, sito, e la capacità di scrivere e prodorre informazione.
… A che punto stai ora con la creazione di questo prodotto..? 🙂 sono tutt’orecchi
Essere iscritto a tante newsletter è una immensa perdita di tempo a mio avviso, non c’è nulla di nuovo sono le solite email promozionali dove ti invitano ad acquistare qualcosa o mostrati un nuovo prodotto e sinceramente fa perdere un sacco di tempo perchè la curiosità di aprire e leggere c’è sempre!
Io uso lo stesso sistema che dice sebastian ovvero scrivo tutto su vari fogli e spunto quello che ho già fatto, un business plan da zero fatto come vorrei non riesco nemmeno a buttarlo giù perchè mi escono le idee a cascata e non riesco a metterle su una unica linea diciamo, quindi quello che faccio e buttare di getto quello che mi viene sul foglio e il giorno dopo rivedere quello fatto e cosi via ogni giorno, ovviamente bisogna quanto meno avere già un’idea di cos’è il marketing e come agire in generale.
Su una cosa sono proprio d’accordo con Valerio le mille email che arrivano proponendoti un nuovo sistema sinceramente stanno diventandando un po pesanti, tutti i modelli vanno benissimo, si tratta di capire quale è il giusto per ognuno.
Magari con il tempo provarli tutti, ma credo che anche usarli tutti diventi un pò difficile e faticoso se si lavora da soli.
Come sempre ottimo articolo.
Ciao a tutti
Alle
Ciao Valerio,
a proposito di Modelli di Business volevo farti sapere che proprio oggi alle 18.00 ci sarà la presentazione del libro “Creare modelli di business” ℅ la libreria EGEA dell’Università Bocconi, in Via Bocconi 8 a Milano.
Si tratta dell’edizione italiana del libro “Business model generation” scritto da Alexander Osterwalder e tradotto in 18 lingue che ha venduto più di 200.000 copie nel mondo.
Da questo link è possibile visionare un estratto del libro http://hugowiz.it/wp-uploads/2012/06/estratto_ModelliBusiness.pdf
La presentazione è aperta a tutti.
Ciao
Sergio
Grazie Massimo e Valerio per le risposte, riguardo la nicchia del guadagno online, la sconsigliano in tanti ormai. Io pensavo ad una membership di 6 mesi con 2 nuove guide al mese per un business in una nicchia che ancora devo verificare se è ricettiva nei confronti degli infoprodotti, sto parlando dei videogiochi (ora sto preparando un test).
Alla fine della fiera, secondo me qualunque modello di business si voglia utilizzare, bisogna prima cercare una giusta nicchia, anche a seconda del mercato a cui ci rivolgiamo, Italiano, Inglese… Bisogna analizzare quello che le persone comprano online e poi pianificare il tutto come dice Valerio.
se noti su Clickbak ci sono guide sui video giochi, quindi il mercato nel mondo è fatto di gente che un alto interesse e che è disposta a spendere soldi. Sono appassionati. Come quelli che hanno lo sport preferito o che amano il giardinaggio. In italia la situazione è purtroppo molto più instabie e piatta.
Strutturala come un videogioco 😉 Tipo: per accedere al livello 2 devi superare un quiz del modulo 1, se lo superi passi, altrimenti resti fermo. Poi dai un massimo di livelli mensili scalabili. Potrebbe essere un impostazione idonea alla nicchia e non solo 😉
Scusate ragazzi ma io dal 2008 gestisco una membership, il segreto? Non è legata a formazione/infoprodotti ma è uno strumento, come la palestra, se paghi l’abbonamento entri e ti alleni, se non lo paghi non hai accesso.
Diciamo che io mi limito a mettere a disposizione gli attrezzi, ovviamente c’è un duro lavoro di aggiornamento/manutenzione ma vi posso assicurare che come modello di business se i contenuti o gli strumenti che offrite sono qualitativamente alti, sempre aggiornati e costanti nel tempo allora il successo è quasi garantito.
Saluti a tutti!
Ma è chiaro, Daniele, questo è un caso studio di successo, infatti se ci riferiamo a prodotti o servizi fondamentali e di cui le persone non possono fare a meno allora i guadagni saranno costanti tutti i mesi
si pensi ad esempio a servizi come autoresponder, hosting, per noi sono fondamentali, e non paghiamo forse ogni mese e ogni anno per avere tali servizi attivi?
Perchè? Semplicemente perchè sono l’elemento che tiene in vita i nostri business
Quindi il trucco per una membership di successo, non di formazione, è soddisfare un grande bisogno “sempre verde” che ha una continua e crescente domanda di mercato e per cui le persone sono ben disposte a pagare ogni mese
un grande saluto a te Daniele
e grazie per i tuoi contributi
Hai toccato un punto molto delicato, la parola fondamentali.
Il fatto che questi strumenti, ad esempio l’autoresponder, diventino dei must per l’utente è solo perchè chi li usa è riuscito ad ottenere una serie di benefici in merito e a quel punto basterà agganciare un progamma di affiliazione, ed il marketing lo faranno i tuoi utenti.
Se avrai notato ho detto “diventino dei must”, ovvero in un primo step quando il brand non è conosciuto si faranno molte difficoltà nel vendere, mentre poi con il passare del tempo se il lavoro che viene svolto è di qualità altissima sicuramente si otterrano notevoli benefici in termini di iscrizioni.
La vera potenza della membership è che crea delle vere e proprie rendite attive che ad oggi in anni di esperienza sono riuscito a crearmi solo con programmi di affiliazione che mi danno una revenue su ogni pagamento ricorrente del mio referall.
Posso dirti una cosa, secondo me, ad oggi in Italia, sei il web marketer (spero ti vada bene come titolo :)) più infottato che c’è! Continua così vai forte, è un piacere seguirti.
Ben detto Valerio e Daniele,
Questi consigli saranno preziosi per molte persone… 😉
Bel articolo Valerio, chiarisce molti dubbi.
Avevo dubbi su come fare consulenza e coaching, ma penso che bisogna fare un passo alla volta, come dici tu, e impararlo bene, prima di passare al secondo.
Grazie, ciao.
Fabio.
Valerio, se in 6 mesi sei riuscito a creare un prodotto, partendo da zero, e venderlo, hai fatto veloce, tu consiglieresti di concentrarsi subito, sul creare un prodotto? piuttosto che un blog, ecc.. e che tipo di marketing faresti per promuoverlo, squeeze page o altro?
come business credi piu’ nella vendita di in un prodotto o di una member?
grazie ciao
Diana
Diana è semplice. 6 mesi per un prodotto è troppo tempo. Me ne sono accorto tardi io. Il tempo limite che oggi mi do per creare un prodotto è MAX 2 mesi. Se mi richiede di più allora passo ad altro.
Ti parla uno che per tirare su il suo primo prodotto impiego’ 2 anni. (Oggi impiego 2 settimane)
Assolutamete concentrarsi su un blog senza avere in mente il modello di business significa agire in modo sfocalizzato. Per questo ho creato questo articolo, l’articolo ti FORZA a porti delle domande, domande a cui devi dare una risposta prima di partire e fare qualsiasi altra cosa.
Questa è la base fondamentale.
Una volta determinato il modello di busines, e il piano d’azione dei passi da fare come spiegato nella checklist che ho condiviso pubblicamente, allora puoi procedere oltre.
Ci sono alcune differenze per i blog, se decidi di fare affiliazione allora senza dubbio aprire un blog è la cosa che si dovrebbe fare subito. Se si decide di fare infomarketing invece è più saggio prima creare il prodotto, in seguito vendere questo prodotto subito su sales letter
chiaro che se ci limitiamo a vendere su sales letter come tutti sanno le conversion non si possono ottimizzare senza il ricontatto e senza entrare in relazione personalmente con le persone.
Per questo dopo una prima fase di test è necessario partire subito con la costruzione della lista, il cui scopo è sempre quello di prevedere prodotti o servizi mentre nel frattempo regali loro informazioni di grande valore.
Quindi il modello che ti suggerei io è il seguente
FASE 1
crea il prodotto
crea il sistema di vendita
fai un rapido test
fai le prime vendite
FASE 2
A – Crea un sistema di lead generation (squeeze page)
B – incorpora nel sistema un blog con 2 scopi
1 – Stabilire la tua credibilità e autorità nel tuo settore
2 – Prevendere in modo indolore prodotti o servizi con
* Articoli e post innesca feedback
* Articoli che fanno soft selling di prodotti o servizi
* Assaggi di contenuti tratti dai tuoi prodotti
A proposito delle membership il discorso sarebbe troppo lungo e complesso e non c’è materialmente spazo per parlarne qui. Scrivimi un email e spiegami meglio cosa stai cercando di realizzare.
Spero di averti dato ottimi spunti
Ciao Valerio nella fase 1 con rapido test indendi dire fare una campagna adwords ( o anche facebook ads,comunque sia sempre ppc) per mandare traffico direttamente sulla lettera di vendita?
Quindi senza raccogliere,in questa prima fase,le email,giusto?
E allora dopo quante visite sulla sales letter si dovrebbe avere la prima vendita per dire che il test è risultato positivo? O anche quali altri parametri da tenere in conto per dire ok,si continua nella fase 2…
Se uno non può permettersi il ppc o di acquistare traffico, allora puoi sfruttare i sistemi gratuiti come i forum e altro per ricevere circa 300 visite in target (tutte da monitorare attentamente). Quello è più o meno il metro di misura oltre il quale se non fai una vendita allora è un segnale che c’è qualcosa che non quadra e bisogna rivedere l’offerta oppure riconsiderare la fonte di traffico.
Approvo con quello che ha scritto Massimo D’amico riguardo le membership.
Qui in italia le membership non sono di qualità tranne una che ritengo la migliore,mi riferisco a cerchia ristretta,però è un po troppo cara,ma la formazione si sa è cara!!!
Per quanto riguarda quello che hai detto all’inizio di cestinare le mailing list inutili,non posso che approvare in pieno,l’unica soluzione è mantenere l’iscrizione a newsletter di guru di un certo livello,mi riferisco a Mike Filsaime o frank Kern(per esempio)e naturalmente fare la stessa cosa con le mailing list italiane
Ok ma Frank Kern è un pò troppo fuffaro, ultimamente mi ha fatto sprecare più tempo seguire le sue info che altro, e anche Filsaime non ha più nulla da dire da almeno 3 anni. Non fanno altro che riciclare i loro contenuti in continuazione.
Per una questione di etica li tengo in gmail separato, li ci sono tutti i GURU, nessuno escluso, anche ITALIANI, ma per fortuna sono email che non mi rubano piu tutto il tempo, perchè li controllo solo una volta a settimana.
Purtroppo ancora non li faccio i 10 milioni all’anno di FILSAIME. E non penso che mai li farò con i suoi consigli.
Ragazzi ma sono l’unico che dopo essere stato in Cerchia Ristretta (fine 2007) non ha più avuto bisogno di alcun tipo di formazione a riguardo?
Ovviamente non fraintendetemi mi aggiorno costantemente, e ogni tanto qualche acquisto lo faccio, però leggo un sacco di cose gratis, e non compro nulla a meno che non sia un “must”….e non il solito bisogno indotto da presupposizioni piennelistiche e robbaccia varia 😀 (ihihih)
Daniele, no NON SEI l’unico! 😀
Da quando sono stato in Cerchia anche io non è che spenda in molti altri prodotti (non italiani almeno). Una volta che sei un cerchista il resto sembra robetta, e forse lo è. A parte Valerio e pochi altri nomi, credo che ci sia poco che si trovi a quel livello.
Domanda: cos’hai contro la PNL?!?!?!?!? 😐
Amo la PNL, nulla contro la materia, ce l’ho semplicemente con chi la utilizza in maniera molto “borderline”, e poi basta, almeno a me hanno stufato queste landing con la classica headline iniziale:
“Attenzione: se stai cercando il miglior metodo galattico per allevare formiche allora questa è la pagina più interessante che leggerai oggi….”
verso la fine invece:
“Se sei arrivato a leggere fino qui allora significa che sei interessato all’acquisto del metodo alleva formiche….” Bastaaaaaaaaaaaaaa 🙂
Oggi ho fatto un video in materia di presupposizioni piennellistiche, peccato che causa un imprevisto dovrò rifarlo, speriamo bene in domani.
Cerchia e Italo hanno avuto il merito di aprirmi la strada a questo business probabilmente se non li avessi scoperto a quest’ora farei ancora il magazziere e bestemmierei ad ogni imperfezione e a ogni mancanza che sempre mi si rimproverava (non sei sufficiente, non sei giusto, non sei adatto, non sei bravo, non sei veloce, non sei efficiente, non sei, bla bla…. beh ora una cosa SONO, nel mio campo, sicuramente sono in cammino, e molto bene.)
Dopo aver scoperto cerchia e ITALO sono poi andato avanti per i fatti miei continuando a formarmi senza sosta andando a conoscere l’intero panorama mondiale dell’internet marketing. E insieme a tanti bravissimi formatori ho conosciuto anche il mondo della speculazione finanziaria e markettara, tra questi personaggi cito Mike FIlsaime, Frank Kern, Il 90% dei fuffari che girano su clickbank e che fanno uscire un prodotto ogni 24 ore …. e altri ancora meno conosciuti che hanno massacrato il mio cervello per anni interi..
ho dovuto assorbirli fino all’osso per comprendere che erano completamente inutili, e che pochissimi di questi guru hanno vero know how che a me poteva essere davvero utile.
Questo articolo mi piace da matti, complimentoni Valerio!
Il consiglio che posso dare ai nuovi dell’internet business, iniziare con qualcosa di immediato, ad esempio, il dropshipping. Molto semplice dopo tutto.
Già creare un infopodotto implica delle conoscenze riguardo al settore che si andrà a toccare- E’ indispensabile poi un blog ben fornito, un copywriter per il sito di vendita, etc. etc.
Condivido con te Valerio, il mercato USA è pieno di fuffa. Tanta aria, tante promesse, pochissimi i prodotti davvero utili. Il mercato italiano è il migliore per iniziare!
Ma quanti commenti interessanti! 🙂
Io non ho mai usato cerchia ristretta, e mi sono formato dal 1999 fino ad oggi (si esatto la formazione continua sempre).
Concordo con Valerio: Frank, Filsaime e company continuano a riciclare robaccia di continuo (mi dispiace per i loro clienti).
Ho sempre sposato la filosofia del mio business partner americano che dice: “Work smart, not hard”. Per questo motivo ho creato/sviluppato il Freeperclick Marketing dove il 99% del lavoro va da solo in autopilot, in pratica web marketing FUORI dai soliti schemi.
Oggi come oggi c’è sempre maggiore bisogno di fantasia nel web marketing, infatti nel mio ultimo progetto sto vendendo pubblicita’ senza bisogno di clienti (sembra assurdo ma funziona proprio cosi’). 😉
Ciao Valerio,
come ho scritto ormai molte volte, ma a quanto pare manca la soluzione, il problema che frena per molti son convinto sia l’aspetto fiscale.
Per provare va benissimo un lancia e prova a vedere ma come fai a gestire anche le piccolissime entrate che si potrebbe avere all’inizio ?
Se uno è dipendente quindi senza partita iva, cosa fa ? apre una partita iva con tutte le menate che si sono, solo per fare una prova o un test ? Io di soluzioni non ne conosco, tu ?
grazie
Gianluca
Visto che l’Italia è sotto un governo di tecnocrati e che andando avanti le cose andranno solo peggio, e visto che le TASSE non sono un mezzo per ripagare la spesa pubblica, presto o tardi la gente si accorgerà del trucco attuato da banchieri e lobbyes per renderci una massa di schiavi, e allora scoppierà una rivolta, cosi come è scoppiata in islanda che anno sfanculizzato tutto e tutti, anche l’europa e ora si autosostengono senza chiedere prestiti a tassi usurai a banche e organizzazioni CRIMINALI come il FMI.
Tutto questo per dire cosa?
Se inizi, fottitene pure della P.IVA e delle astrazioni, prima di pagare le tasse un reddito lo si deve produrre, puoi inqudrarti come lavoratore autonomo occasionale. Quindi a fine anno fai un bilancio e vedi quanto hai prodotto, e quante ricevute fiscali hai emesso, se ne hai emesse una decina aprire P.IVA ti porta solo al fallimento.
Superato il tetto dei 5000 euro annui puoi consideare di avviare una piccola impresa, e non c’è solo la soluzione Italiana.
Parole “Sante” Valerio…. godamn this place!
ciao valerio, per soluzione non italiana come consigli di fare?
io non ho una soluzione, e ho sentito il parere di decine di persone autorevoli, non c’è speranza se fai buoni soldi, o esci dall’Italia oppure ti fai dissanguare. Australia, Canada e Inghilterra sono buoni posti. Malta è a due passi.
Solo le multinazionali sembrano sopravvivere. Per il momento sono a Latina, ogni volta che ci ritorno le uniche attività stabili e aperte da anni sono McDonald, OVS e i soliti noti.
Per il resto c’è un riciclo pazzesco di negozi che spariscono. Ok tutta la colpa non è del fisco, ma dipende da altro… tuttavia…
Purtroppo con il fisco bisogna stare molto attenti ragazzi! Occhio!!!
Fatevi una bella chiaccherata con il vostro commercialista di fiducia che conosce la vostra situazione ed insieme a voi saprà trovare una soluzione al problema.
È vero, un argomento delicato… IN ITALIA!
I 4 commercialisti che ho sentito e conosco mi hanno detto più o meno tutti la stessa cosa:
“Qui in italia…. ti FANNO evadere!”.
Chi ha la fortuna di rientrare nel regime dei minimi come me, se ‘vola basso’ se la può ancora cavare. Se però aspiri a volare MOLTO alto… bhè entra anche tu a far parte del movimento Fuga di Cervelli.
Triste, ma vero. Chi ha un po’ di sale in zucca e la possibilità non ci pensa 2 volte ad andare in lande più accoglienti.
PS: Antonio, ho visto solo ora il tuo sito… mi faccio ci faccio un bel giro nei prossimi giorni. 🙂
Ciao Sebastian, lande più accoglienti quali sono per te? 🙂
Ciao Manuel,
ne ho individuate 3 o 4! Però, non essendoci mai stato, non mi fido finché non vedo coi miei occhi.
A settembre andrò a visitare una delle prime tre… vediamo cosa accade! Se ti interessa veramente scrivimi in privato dalla sezione contatti del mio sito! 😉
Buongiorno Valerio,
ti segnalo uno strumento grafico molto utile per rappresentare e ragionare sui modelli di business: il Business Model Canvas.
È stato inventato da Alexander Osterwalder e pubblicato per la prima volta nel libro “Business Model Generation”.
Ecco il link alla versione italiana del Business Model Canvas.
Ciao, Ugo
Ciao Valerio, come sempre i tuoi interventi sono ricchi di valore e efficacia. Apprezzo moltissimo la tua capacità di dire le cose anche più complesse in modo semplice e chiaro. Non ti nascondi dietro paroloni e false promesse e questo è veramente raro… perché sempre e comunque hai il coraggio di dire le cose come stanno… forse perché come dici ci sei passato in prima persona. Sto trovando nelle cose che dici una bussola per organizzare il mio piano di azione on line.
Gente che ti promette miracoli e ti crea solo confusione purtroppo nel web (ma non solo) ce n’è anche troppa.
Quindi Grazie!