La domanda LETALE dell’Email marketing… (che ti sta uccidendo)

Arriva un momento durante il tuo percorso online come publisher (produttore o fornitore di servizi digitali) in cui ti farai una domanda LETALE.

La risposta corretta a questa domanda farà la differenza tra il vedere CROLLARE a picco il tuo business e il vederlo improvvisamente crescere in maniera esponenziale e IRREVERSIBILE…

Ecco la domanda..

Quante email devo mandare ai miei contatti per fare buone vendite del mio prodotto o servizio? E se ho altri prodotti e servizi, qual è la sequenza migliore di follow-up da impostare per informare e promuovere allo stesso tempo i vari prodotti senza stufare i lettori?

Questa domanda è CRITICA (in effetti sono due).

Sono in molti infatti a non avere la più pallida idea di quale possa essere il miglior modo di promuovere i propri prodotti via email, soprattutto quando ne hai tirato su un arsenale a diverse fasce di prezzo…

  • Bisogna creare singole liste di presell?
  • Occorre una lista unica?
  • Bisogna creare mini corsi per ogni prodotto?

Ma soprattutto (e questa arriva come conseguenza delle precedenti):

  • Quanto spesso bisogna contattare i propri iscritti prima che diventino ‘passivi’?

Onestamente, poiché l’email marketing non è affatto una scienza esatta, a differenza di alcuni guru, non sono in grado di darti una risposta ‘IDEALE’ a queste domande, ma posso condividere con te il mio personale approccio che probabilmente si adatta alla maggior parte dei contesti.

Tutto parte da 3 numeri…

Lascia che ti illustri ….

Il codice 2-12-3: la formula di List Marketing sfonda concorrenza

Cosa diamine significa 2-12-3….? E’ un codice, che racchiude davvero tutta l’essenza dell’email marketing moderno.

2 REGOLE

12 Email

3 Comandamenti

NOTA: Indipendentemente dal tuo livello di esperienza (principiante, intermedio, esperto), queste informazioni potrebbero salvare il tuo business dalla catastrofe (se stai per fallire) o farti fare il grande salto di qualità (se già la tua attività funziona). In ogni caso ti semplificherà di molto la vita.

Ecco una panoramica del codice…

La prima parte del codice consiste in 2 regole (semplici e innocue – ma tanto sottovalutate) che ho scoperto nel tempo…e che sistematicamente aiutano a generare più denaro via email.

Ti mostrerò poi la mia personale applicazione di queste 2 regole attraverso una sequenza di 12 email (davvero difficile da migliorare) che ti illustrerò passo passo.

Infine, nella terza parte del codice, ti darò i 3 comandamenti obbligati da seguire per rendere tale sequenza infallibile e ‘macina’ conversioni in quasi ogni nicchia.

L’articolo si chiude con una questione controversa che ha spaccato i marketer di ogni parte del mondo (dal primo all’ultimo) in 2 schieramenti distinti che sono in guerra da almeno 10 anni.

Ti mostrerò perché questa guerra è inutile e ti farò vedere perché in realtà nessun guru ha realmente compreso il vero problema delle liste.

Grazie a questa mia rivelazione capirai perché tutto quello che trovi scritto in quasi ogni corso di email marketing sulla faccia del pianeta contiene un inganno molto pericoloso. Questo inganno non è voluto. E’ semplicemente il frutto della loro ignoranza.

Ok, pronto? Seguimi nella prima parte del codice di list marketing, (la piu’ semplice). Soltanto sfruttando le prime due regole sarai in grado di primeggiare facilmente rispetto alla tua concorrenza nel mercato italiano, senza troppo sforzo.

2 Regole preliminari da seguire nel tuo email marketing

La regola n°1 è:

LEGGERO COME UNA PIUMA, VELOCE COME UN PROIETTILE

Qual è il primo requisito per non annoiare i tuoi lettori e iscritti?

A meno che tu non sia davvero bravo (ma anche quando lo sei, meglio limitare questa pratica), EVITA di creare email kilometriche.

Le tue email devono essere brevi abbastanza da farsi leggere fino alla fine, e curiose e dense di contenuto in quantità sufficiente da condurre il tuo cliente verso l’azione di conversione che intendi fargli compiere (e la maggior parte delle volte questo si traduce nel fargli cliccare un semplice link).

Inoltre, quando possibile, cerca di scrivere le tue email di getto… dall’inizio alla fine. Ciò ti garantirà scioltezza espositiva e fluidità discorsiva.

Perciò, non fare interruzioni. Non tornare indietro per cercare di correggere qualcosa, non modificare un paragrafo ogni 10 secondi.

E’ una regola che i migliori copywriter conoscono bene. Potrai fare correzioni e rivedere il tutto alla fine, quando avrai completato la mail. Questo è l’unico modo per scrivere come si parla e suonare davvero autentico in ciò che vuoi comunicare.

Ci sarebbero molte altre cose da dire sui ‘modi’ per dare fluidità alle email. Per il momento ricorda questo. Scrivi di getto. Usa frasi e paragrafi brevi, limita gli aggettivi, evita i passivi e parla sempre in forma attiva. Questa è l’essenza.

E la seconda regola è..

DIVERSIFICARE LO STILE DI COMUNICAZIONE

Le tue email non devono avere tutte lo stesso stile di scrittura.

Scioltezza, scorrevolezza linguistica e precisione lessicale sono una triade FONDAMENTALE. Ma questa triade da sola non ti garantirà l’attenzione del tuo target ogni volta che scrivi. Ti servirà destrezza nel muoverti attraverso registri, sfumature e colori diversi. Questo fa tutta la differenza reale. Perché se ti limiterai a usare sempre le stesse formule e frasi, il fattore ‘appiattimento’ sarà sempre dietro l’angolo. Di conseguenza, i tuoi lettori in poche settimane non saranno più capaci di apprezzare appieno il valore del tuo contenuto.

Un esempio che mi piace fare in questi casi è quello del musicista ‘tecnico e freddo’, senza anima.

Così come un buon chitarrista deve studiare molti pattern, esempi, scale, ecc… prima di poter fare buone linee soliste che non stanchino l’orecchio (ma anzi invitino al riascolto più volte), nel marketing bisogna studiare molta ‘tecnica’ prima di imparare a scrivere email efficaci e di buon gusto che producano buone conversioni senza sforzo. E dopo aver studiato, bisogna fare attenzione ugualmente a non restare ‘intrappolati’ in modelli fissi. Perché il rischio potrebbe essere di ‘suonare’ forse tecnicamente perfetti, ma appunto ‘piatti’ e ripetitivi.

Sottolineo questo aspetto perché la maggior parte dei marketer, copywriter e venditori (anche di media e buona esperienza) adotta uno stile comunicativo che ripete sempre gli stessi schemi.

Uno schema tipico dei marketer è:

Email 1: Contenuto Gratis

Email 2: Hard Sell (vendita)

Email 3: Soft Sell (gratis + vendita)

… il resto delle email ripete lo schema all’infinito, ma con offerte diverse.

Certamente, niente ti impedisce di usare questo schema per promozioni veloci, per un prodotto o due. Se però stai pensando di mandare diverse email, sappi che dopo 7 ricontatti le persone si saranno già stancate di leggerti.

Senza dubbio esistono approcci migliori che ti aiutano a vendere meglio e a fissare più velocemente la tua autorevolezza nella tua nicchia. Personalmente ne ho elaborati a decine, ma oggi voglio condividere con te quello che considero il più versatile ed efficace.

Come vendere con maggior efficacia via email qualsiasi prodotto o servizio (fisico o digitale) e a diverse fasce di prezzo

La chiave per ottenere alte conversioni consiste nel variare e diversificare la specifica sequenza (cioè la successione) che scegli tra un’email e l’altra, OGNI VOLTA con un approccio differente.

Una sequenza molto efficace e versatile per promuovere prodotti o servizi, in maniera da portare il valore percepito alle stelle e abbassare ogni resistenza di acquisto, è la seguente:

Email 1 – TEASER: Nella prima email segnali ai tuoi iscritti un importante contenuto gratuito che hai intenzione di condividere con loro entro la data X. Tale contenuto deve avere un grande impatto nelle loro vite, ma contemporaneamente deve rappresentare una soluzione incompleta. Chiudi l’email creando forte attesa e anticipazione sul tema, con 3-4 benefici di ciò che scopriranno nell’email successiva.

Email 2 – TRAILER: Qui condividi il contenuto che hai promesso – breve ma di grande utilità – invitando al consumo dell’informazione e ricordando perché è importante. A questo punto evidenzi che è solo una parte di un processo più grande, e così facendo crei una transizione per annunciare l’offerta del prodotto completo a condizioni vantaggiose per i primi che ordinano.

Email 3 – NUOVO APPROCCIO: Introduci un modo nuovo di risolvere un problema conosciuto in maniera più veloce ed efficace. Se ci sono i requisiti, squalifichi la concorrenza distruggendo l’approccio ‘comune’ usato da tutti. Quindi spieghi perché è fallimentare e posizioni il tuo prodotto come la soluzione ideale.

Email 4 – STORIA: In questa email racconti una storia legata alla tua esperienza di vita o al prodotto stesso che stai promuovendo per colpire il ‘cuore’ del tuo mercato. Potrebbe essere la storia dei tuoi fallimenti e di come sei riuscito ad affrontarli e superarli. Metafore, Analogie, e il giusto Ritmo sono le armi di questa email. Chiudi dando una ragione FORTE per agire ORA – ES: bonus aggiuntivo disponibile per sole 12 ore.

Email 5 – FALSI MITI: Qui ti giochi la carta dell’avvocato. Questa è l’email in cui demolisci alcuni falsi miti – mostri le bugie e i danni creati dalla disinformazione nel tuo campo di competenza, e illustri ciò che funziona (e perché funziona).

Email 6 – ERRORI COMUNI: Simile alla precedente, ma stavolta ti focalizzi sugli errori ‘CRITICI’ commessi dai principianti per risolvere un certo problema – Illustrali nel dettaglio e mostra come evitarli (alcuni o tutti). Alla fine puoi dire “Immagina come ti sentiresti se potessi finalmente ottenere [quale vantaggio / guadagno senza più doverti preoccupare di fare ‘errore 1/2/3/..ecc.]. In aggiunta, puoi orientare subito il lettore alla mail del giorno dopo. “non crederai a quali risultati è riuscito a ottenere [chi] usando questa tecnica! Domani ti darò tutti i dettagli, più alcuni trucchi aggiuntivi, che sono facili da usare e veloci da implementare”

Email 7 – CASO STUDIO: Adesso è il momento migliore per condividere un caso studio tuo o di altri, che offra esempi concreti e prove che dimostrino l’efficacia delle tue strategie. Accanto al caso studio dai un ulteriore pezzo di contenuto che sia qualcosa (già di per se’) di valore smisurato per il prospect… che dia risultati in anticipo e che da solo rappresenti una dimostrazione di credibilità superiore a tutte le altre.

Email 8 – F.A.Q: L’ottava email è critica. E’ l’email che rassicura. In effetti potremmo chiamarla ‘raccogli e rassicura’. Qui tuo compito è individuare tutte le obiezioni emerse nel corso della prima settimana di questa campagna di email marketing e poi dare una risposta alle domande principali che fungono da freni di acquisto.

Email 9 – CONTRASTO: Ammetti un ‘difetto’ dentro il tuo prodotto e trasformalo in un punto di forza. Nel farlo mostri chiaramente per chi è adatto il prodotto e per chi no. Cosa fa e cosa NON FA. In cosa è diverso dal resto dei servizi simili e perchè questo lo rende la scelta più appropriata [per chi].

Email 10 – TIPS: Alla fine della sequenza devi dare il massimo. Nessun calo di tono è ammesso. Qui è obbligatorio giocare di velocità e impatto. Se possibile Volgi il fattore shock a tuo vantaggio. Se fino ad ora ti eri ‘dosato’ nei contenuti, ora è il momento di tirare fuori il tuo miglior pezzo. Nel mio caso il miglior colpo sono trucchi brevi, veloci e potenti come i proiettili, che impressionano e conducono alla call to action in modo naturale.

Email 11 – EVERGREEN: La penultima email gioca sulle conseguenze del NON AGIRE. Qui ricordi ai tuoi prospect cosa perdono se non agiscono immediatamente. Fondamentalmente vuoi esaltare il dolore causato dal problema che stanno avendo (e come continuerà a insidiare e limitare le loro vite), ricordandogli cosa gli costa, in termini di denaro, tempo, e fatica non risolverlo ora.

Email 12 – RE-POSITIONING: Nell’ultima email annunci che entro l’ora x il tuo prodotto subisce un rialzo di prezzo (del 200% minimo), o meglio ancora sparisce dal mercato, dando una ragione valida del perché. Puoi innescare scarsità naturale aggiungendo anche qualche bonus inatteso all’offerta, accompagnandolo con 2-3 testimonial dell’ultima ora, in maniera da rendere il tutto irresistibile e indurre gli ultimi indecisi a muoversi.

Queste sono 12 Email che generano autorità e vendite in quasi ogni mercato. In successione coprono un intervallo temporale complessivo di max 15 – 21 giorni, non di più.

Puoi usare una sequenza del genere per promuovere un solo prodotto (singolarmente per tutte le email), oppure promuovere un prodotto diverso per ogni email. Inoltre puoi adattarla tanto a ‘lanci’ via broadcast, che a semplici follow up automatizzati.

Ora, memorizza questi 3 comandamenti per rendere la sequenza email appena creata ancora più potente:

3 Comandamenti obbligati per rendere le tue email infallibili

Ci sono 3 comandamenti che aiutano ad aumentare in sequenza l’open rate, il ctr e anche le vendite, in un colpo solo. Il primo è..

1 – Vuoi aumentare l’open rate? Usa un Cliffhanger

C’è un semplice trucco per far scoppiare il tuo open rate letteralmente con qualsiasi lista e in qualsiasi nicchia. Prima di mostrartelo, vediamo quelli che comunemente sono considerati i fattori che influenzano le aperture delle tue email.

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Fattori che influenzano l’open rate
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– l’oggetto dell’email (Il migliore = benfit + curiosità)
– Il nome del mittente
– Frequenza e costanza di ricontatto
– Readership del messaggio precedente

L’ultimo di questi fattori è il più importante e ha a che fare con quanto è stata interessante la tua email precedente. Di questo, stranamente, nessuno parla.

Se la tua email è stata intrigante abbastanza, l’open rate della successiva schizzerà alle stelle, specialmente se hai giocato di anticipazione e creato attesa in quella email. Un modo facile per alzare l’open rate di TUTTE le tue email almeno del 30% è piazzare un cliffanger alla fine di ognuna. E il  miglior punto in cui piazzare questo cliffhanger è il ps.

Usa il ps quindi per giocare di anticipazione e creare attesa sull’argomento successivo che affronterai nella email successiva, così che il tuo lettore saprà cosa aspettarsi da te a breve. Piu’ specifico sei è meglio è. Se mandi la prossima email entro 48 ore di mattina, annuncia l’orario esatto. Anche se sembra banale, solo questo aumenta il tuo open rate del 30% e senza lavoro ulteriore.

2 – Vuoi aumentare il CTR? Punta sui Benefici primari emozionali (in genere 4-5 )

Aumentare il CTR significa aumentare la probabilità che i tuoi iscritti clicchino sul link della tua offerta. Vogliamo aumentare questa probabilità. Contemporaneamente vogliamo portare la persona che cliccherà su quel link in uno stato mentale ‘predisposto’ all’acquisto. Per riuscirci serve una call to action orientata al beneficio emozionale più importante.

ES: con questo corso potrai [ottenere cosa] in [quanto tempo] e senza incorrere in [problema 1, problema 2, e problema 3]

Nota che nel campo: [ottenere cosa] è possibile puntare su diversi trigger, a seconda del tipo di pubblico. Ad esempio nella nicchia della perdita del peso, il beneficio primario non è semplicemente ‘dimagrire’ ma:

A – Sembrare più attraenti e più giovani

C – Ottenere più rispetto e attenzioni nella vita e nel lavoro

D – Attrarre le persone del sesso opposto grazie a un fisico da invidia

E – Stare meglio con sè stessi e godere di perfetta salute

3 – Vuoi aumentare le vendite? Rispondi alle obiezioni comuni

Queste sono le domande frequenti che ti faranno le persone, che di solito sono sempre le stesse:

  1. Quanto tempo ci vuole per ottenere [cosa]?
  2. Quali risultati hanno avuto quelli che lo hanno provato?
  3. Come faccio a essere sicuro che funzioni anche per me?
  4. Ho poco tempo per applicarmi, che cosa posso fare?
  5. In che cosa è diverso rispetto agli altri corsi in giro?

E riguardo la frequenza di ricontatto?

Si… anche questo è un argomento oggetto di accese discussioni, e sembra che i marketer non riescano a trovare un minimo punto di convergenza (né in Italia nè all’estero).

In tutto il mondo troverai super esperti ‘sostenitori’ della frequenza elevata (cioè contattare spessissimo la propria lista, es: 1-2 email al giorno, vedi Ben Settle), e allo stesso tempo vedrai fior di guru (vedi Terry Dean) che suggeriscono di ricontattare i propri iscritti molto poco (es: 1 volta a settimana, in alcuni casi solo 1 volta al mese) perché il ricontatto frequente (secondo loro) alla lunga stanca e satura le liste.

Vuoi sapere chi ha ragione?

Nessuno!

…o meglio, entrambi. Ti spiego perché.

Quello che fa la differenza qui non è quanto di frequente ricontatti i tuoi iscritti, ma quanto effettivamente poi riesci a tenere quel ‘ritmo’ nel tempo.

Ecco il punto.

Ciò che tiene una lista ‘responsive’ (oltre alla qualità delle informazioni, e al carisma del personaggio) è soprattutto la regolarità del tuo ‘tiro’, cioè del tuo ‘ritmo’ di comunicazione. Niente altro!

Te lo ripeto una seconda volta.

E’ la regolarità nel ‘ritmo’ a fare la differenza… non la frequenza di ricontatto.

Come un musicista che sa tenere il tempo deve saperlo fare dall’inizio fino alla fine del pezzo, così un marketer (più in generale qualsiasi persona voglia fare impresa online) deve essere in grado di mantenere il proprio ritmo comunicativo uniforme e non irregolare nel tempo.

Qual è la morale di tutto questo?

Che puoi benissimo contattare la tua lista con un’email al giorno (a patto che tu abbia davvero cose valide da dire) oppure una volta al mese. L’importante è che eviti la discontinuità del tuo ricontatto. Non fare cioè cose di questo tipo:

CASO 1: 10 email consecutive (una al giorno) e poi sparisci per 6 mesi

CASO 2: Un’email al mese e poi, all’improvviso ti metti a sparare 2 email al giorno in occasione di un lancio prodotto

Questo ritmo disconnesso brucia la tua lista.

Cosa fare se parti da zero….

In una fase iniziale una frequenza moderata potrebbe darti maggiori risultati. Pensa a un ricontatto settimanale. Può essere un buon punto di partenza, soprattutto se hai solo 1 o 2 prodotti da vendere.

E nel caso di più prodotti?

In quel caso il tuo mailing deve essere:

  • Costante e spinto abbastanza da generarti buoni introiti. E contemporaneamente…
  • Non troppo aggressivo da bruciare la tua lista e renderla irresponsive sul lungo periodo. 

Non c’è nulla di male a scrivere alla tua lista 3 follow up a settimana. Potrebbe sembrare una frequenza di ricontatto eccessiva, ma ti garantisco che nei mercati di nicchia non lo è. Probabilmente lo è nei mercati di ‘business’. Perché in quei mercati tutti bombardano di email.

Dunque pensa a una semplice pianificazione in 2 tempi:

Prima fase: 3 email a settimana per 3 mesi

In questo arco di tempo presenti in modo indolore ogni tuo prodotto e servizio (uno a settimana su unica lista) e al contempo fornisci immenso valore al mercato.

Seconda Fase: 1 email settimanale per un anno.

Dopo 3 mesi (indipendentemente che le persone abbiano acquisitato o meno qualcosa) fai partire una newsletter settimanale, con lo scopo di informare ed educare su di un particolare tema del mercato e portare gradualmente i prospect che ricevono la newsletter a sottoscriversi a singole liste di presell, con lo scopo di spingere in modo piu’ deciso, approfondito e dettagliato i prodotti di punta migliori, per massimizzare le conversioni.

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Ti è piaciuto questo articolo? [PDF GRATIS] Scarica ‘List Marketing Code’

Ti invito a interagire con me. Risponderò personalmente a quanti più commenti possibili, dunque se hai domande da farmi, sfrutta questa sezione in basso e mostrami le tue idee, i tuoi dubbi e le tue opinioni in merito. Ma soprattutto… fammi sapere – QUAL E’ LA TUA DOMANDA LETALE sull’email marketing?

52 commenti in “La domanda LETALE dell’Email marketing… (che ti sta uccidendo)

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letto tutto d’un fiato, straordinario come al solito.
queste sono informazioni d’oro, grazie Valerio!

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Accipicchia, questo merita!! (come sempre ogni tuo articolo, d’altronde!)

Son rimasta colpita da qualche concetto che sintetizzo qui, perché grandiosamente concepito per l’ottimizzazione

‘Puoi usare una sequenza del genere per promuovere un solo prodotto (singolarmente per tutte le email), oppure promuovere un prodotto diverso per ogni email. Inoltre puoi adattarla tanto a ‘lanci’ via broadcast, che a semplici follow up automatizzati’

Già qui pensare di presentare in modo così flessibile la totalità delle creazioni in modo egregio come spiegato, è tutto dire! Immagino tutto il potenziale che esploderebbe se lanciato da un simile trampolino…

‘Se mandi la prossima email entro 48 ore di mattina, annuncia l’orario esatto. Anche se sembra banale, solo questo aumenta il tuo open rate del 30% e senza lavoro ulteriore’

Un accorgimento che, lungi dal sembrare un dettaglio, può fare la differenza… Son proprio curiosa di vedere che succede se lo metto in pratica 🙂

‘E’ la regolarità nel ‘ritmo’ a fare la differenza… non la frequenza di ricontatto’

Fin dall’inizio ho intuito l’importanza di questo aspetto (sarà perché ho anch’io io ritmo nel sangue), per cui senza prevederlo ho seguito delle scadenze abbastanza omogenee nel tempo, il che mi ha valso più di qualche follower (magari pochi, ma buoni).. e la cosa ha effettivamente creato aspettativa e risposte reali.

In ogni caso, ogni indicazione sarebbe da stampare ed eseguire così come la descrivi, ci son concetti troppo importanti e troppo ben funzionanti per trascurarli.

Sembrerà strano, ma per quanto mi riguarda le mie domande letali sono più rivolte ad aspetti tecnici dell’utilizzo di Aweber che alla costruzione delle email che, studiando, migliorano nel tempo o comunque si evolvono. Come tra i banchi di scuola, la matematica si impara perché si deve ma si tende a dimenticarsene il più in fretta possibile, così per me sono i settaggi 👿

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Grazie Ale si hai proprio centrato i 3 punti centrali che ho sottolineato di più (insieme ad altri altrettanto importanti). Ma quello che hai sottolineato devo confessarti.. è stato un pò una scoperta per me, poichè nessun guru di marketing me ne aveva parlato e lo potuto provare solo attraverso l’esperienza. Riguardo Aweber, IDEM, se ti serve una mano su qualche impostazione o settaggio particolare scrivimi pure via email.

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Prezioso come sempre! Non abuserò ma ho una domanda cocente, al di là di tutte le impostazioni base in cui più o meno mi giro. Bene, in definitiva vedo che riesco a captare il focus del discorso. E comunque l’empirismo spacca!!! A presto via mail 😉

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Ivan

Ciao Valerio ottimi contenuti soprattutto di vero valore come al solito !! A quando un tuo corso completo live ??

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Non ho ancora pensato a questa possibilità. Ma quando ne farò uno lo saprete in largo anticipo.

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Gennaro

Ottimo articolo. Ho una domanda di carattere generale: a chi non ha ancora un software che gestisca le email, quale consigliereste?

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Tutti sanno che consiglio Aweber, tuttavia, se proprio si parte da zero e non si può spendere suggerisco sempre l’ottimo servizio di Marco Forconi

http://www.autorisponditori.com

Con cui puoi fare email marketing gratis fino a un massimo di 3000 iscritti. In più è in Italiano e include Video tutorial tecnici che spiegano passo passo come utilizzarlo in ogni aspetto.

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vincenzo

Come sempre informazioni di altissimo livello.

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Bell’articolo che arriva proprio al momento giusto 😮 sto cercando di costruire una bella sequenza di follow up per il mio nuovo prodotto.

Hai scritto che la prima regola è mantenere le email snelle. Ma una delle mie “domande letali” è proprio “cosa si intende per snello?”

Quando una email è breve abbastanza da farsi leggere fino alla fine? quando ho qualcosa di utile da dire è difficile essere molto breve, soprattutto se l’argomento mi appassiona e non ho idea di quando un’email comincia a essere troppo lunga.

Quando invece è troppo breve e rischia di non catturare abbastanza il lettore?

Poi hai scritto: “evita i passivi e parla sempre in forma attiva” cosa intendi? non ho proprio capito XD

Ad altre domande che avevo invece hai risposto molto bene nell’articolo e ti ringrazio!

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Massimo credo di aver analizzato dettagliatamente cosa intendevo per ‘snello’. Pensala in questo modo, quando scrivi un email e l’hai completata rilleggila.

Se mentre leggi c’è qualche punto che senti che frena la fluidità e la scioltezza del discorso e magari si percepisce come uno ‘zoppicare’ del discorso, quella è un email che quasi sicuramente non va bene. (attento a questo che sto per dirti) –> “Molte volte non è scritta di getto e viene corretta e ricorretta decine di volte”

UN’ EMAIL SNELLA E’ COME UN ATLETA CHE PROCEDE VELOCE E SPEDITO VERSO IL TRAGUARDO.

Puoi pensarla come un combattente di Kung Fu’, che ha una tale scioltezza nei movimenti che letteralmente ti danza nell’aria ad ogni mossa. Ma ogni colpo ha una potenza e un impatto devastante.

La scioltezza linguistica non è una cosa che ti insegna qualcuno. Si impara nel tempo. Piu’ scrivi email e piu’ la ottieni. Più sviluppi una sorta di intuito. Attenzione che non ha solo a che fare con la precisione grammaticale, ma con il risultato finale che vuoi comunicare, scrivendo come si parla.

Poi non c’è un metro di misura che ti dica se una email è troppo corta o troppo lunga. Ci sono casi in cui un’email lunga (scritta bene) produce risultati senza eguali. Ma è molto difficile tenere scioltezza e fluidità con un’email lunga. E’ molto difficile avere l’attenzione delle persone se scrivi troppo.

Se io avessi scritto questo articolo direttamente nell’email che hai ricevuto cosa sarebbe successo? Che avrei completamente mancato l’obiettivo. Intuisci cosa intendo?

Bisogna capire anche lo scopo dell’email. Se lo scopo dell’email è di puro contenuto, allora ci può anche stare che sia lunga, sempre assicurandoti che sia scritta in modo impeccabile.

Ma se lo scopo dell’emai è di rimandare a cliccare su un qualche link per leggere qualcos’altro, che sia un blog o una lettera di vendita, allora più breve e focalizzata riesci a tenerla e meglio è.

Alle volte è sufficiente anche scrivere solo 2-3 paragrafi con un link che rimanda a continuare a leggere sul sito. E queste sono le classiche email teaser, di cui ho suggerito l’uso nella prima parte della sequenza di 12 email di questo articolo. La loro forza consiste nel gioco di curiosità e anticipazione.

“quando un email è troppo corta o troppo lunga?”

Tutto dipende dal rispettare la regola 1 e la regola 2. Poi a un certo punto, si diventa abbastanza abili da capire quando stai mettendo ‘troppo’ o troppo poco. Ciò che conta è modellare e adattare la comunicazione alla situazione specifica.

poi mi hai chiesto

——
“evita i passivi e parla sempre in forma attiva” cosa intendi? non ho proprio capito
——

se rileggi quandto ho scritto piu su, ho detto in forma passiva:

“Molte volte non è scritta di getto e viene corretta e ricorretta decine di volte. ”

Una regola che i copywriter sanno bene è quella di scrivere e parlare sempre usando l’attivo. Ciò rende piu potente il costrutto e da piu’ forza e decisione a qualsiasi frase. Per cui la precedente che ho scritto si trasforma così:

“…e se non scrivi di Getto la tua email, TENDI a correggerla e ricorreggerla decine di volte”

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Ottimo, mi preoccuperò di meno della lunghezza della email e più sullo scriverla di getto!

E adesso che ho capito cosa intendi per passivo e attivo lo trovo anche questo molto pratico e interessante… Grazie!

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Si, ed è molto semplice. In ottica di copywirinting (per quanto possibile) cerchiamo di prediligere sempre costrutti in forma attiva.

Lo ricordo per chi ancora faccia confusione su questo: la forma attiva prevede che il soggetto compia l’azione: esempio: Mario saluta Luca, mentre la forma passiva ha il soggetto che invece subisce l’azione. Es: Luca è salutato da Mario.

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Stefano D.

accidenti!
quante informazioni di valore offri gratuitamente ai tuoi lettori
qui ci sono giorni di studio per applicare tutto
grazie di cuore
S.

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Bellissimo articolo! Chi ti conosce sa che ogni tuo articolo è al pari di un vero e proprio ebook in pdf ricco di informazioni e consigli…Applicherò quanto letto per migliorare il mio email marketing e sono sicuro che otterrò notevoli benefici! Grazie Valerio.

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Caro Valerio,
quanto scrivi è apprezzabile, sintetico, corretto, stimolante ed interessante.
Personalmente trovo difficile aggiungere valore alle tue parole; provo …

Il processo di email marketing è uno dei processi più delicati di tutto il web-business.
Secondo la mia personale valutazione, è un po’ una roulette russa.
Appena sbagli il colpo … è la fine.
O meglio, non è mai la fine, ma perdi punteggio credibilità.
La readership è tutto, veramente tutto, e dici bene; il ritmo è importante, ma
cosa per me fondamentale è che chi scrive sia sè stesso.
Imparare tanti stili è giusto, ma la musica deve essere personale, ad emergere
tra le righe delle mie email [su alcune liste il tasso è superiore al 39% di CR], è
il fuocherello che brucia nel cuore, la tua unica e singolare energia, il tuo [perdonatemi,
non voglio cadere di stile con questa citazione], X factor.
E’ la che la gente inizia a leggerti. Un fattore indeterminato che ti anima, che ti ispira,
ed ispira i tuoi lettori a mantenere la ricerca accesa. L’ X factor è innato, ma ce lo abbiamo
tutti, come trovarlo? Non mi sento di dare una regola, io l’ho trovato nella mia disciplina personale, ognuno credo lo possa sviluppare identificando bene la mission della propria attività.
Ricordate bene, non basta trovarlo; come quando pianti un fiore, lo devi coltivare, ed un questo non c’è arma più affilata della disciplina; lo strumento più importante per liberarsi da ogni catena sociale…

Grazie Valerio, grazie sempre per il tuo spirito libero, sei un esempio grande per tutti noi…

vado ad annaffiare…

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Ciao Fabrizio hai centrato il punto. Lo scopo finale naturalmente (qualsiasi sia l’arte) è sempre quello di sviluppare poi uno stile personale che faccia emergere la propria la tua personalità. Studiare i vari stili e affinare il linguaggio aiuta poi anche in una seconda fase, quando lentamente emerge il tuo tocco personale. A quel punto sei proNto per esprimerlo al meglio e varrà il detto ‘impara l’arte e mettila da parte’. Ma questo è un discorso che non ti insegna nessuno e che non è semplice trattare in un articolo 🙂

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Ciao Valerio grazie! Come sempre non ti smentisci mai ed in ogni tuo articolo dai informazioni preziosissime e utilissime. Grazie davvero

Ilaria

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Grazie a te Ilaria! Buon tutto…

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Come sempre hai il potere di leggere nel pensiero e di scrivere il post che serve proprio al momento giusto! 😀

Farò enorme tesoro di quello che hai condiviso: se non avessi letto questo articolo avrei continuato con una cattiva impostazione dei prodotti che sto creando su uno dei miei siti e delle e-mail che li dovranno promuovere.

Soprattutto, mi hai confermato che è fondamentale contattare gli iscritti in modo “morbido” per un lungo periodo di tempo in modo da essere sempre presente nelle loro menti ma senza bombardarli di cose inutili.

Info preziosissime.

Grazie infinite, Valerio!!!

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Si assolutamente. Il contatto costante fa la differenza, non la frequenza. Ci sarebbero davvero molte cose da dire su come ottimizzare tutto il lavoro via email in presenza di tanti prodotti, ma nell’articolo ho riversato solo le cose davvero piu’ importanti. Piu’ avanti approfondirò il discorso, qui non avevo abbastanza spazio purtroppo :-)… e ha tratti sono riuscito a tenere ‘snello’ scorrevole il contenuto, ma è stata un impresa non da poco, perchè questo articolo in origine non aveva una struttura così articolata.

Grazie per tutto

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Al TOP come sempre Coach… grandissimo contenuto, la sequenza di 12 email killer mi è familiare come peculiarità dei tuoi prodotti e genera veramente tanta risposta…
per quanto riguarda la frequenza io noto marketer americani che lavorano su numeri enormi che vanno a 1-2 email al giorno addirittura e se ne fregano se perdono iscritti, io preferisco conservarmeli un poco di più visto che gli iscritti nelle nicchie italiane sono sicuramente meno dei loro numeri enormi…
ho spesso commesso l’errore delle troppe email fino a un certo punto e poi non farmi sentire per parecchio tempo, ormai lavoro mettendo tutto in followup ben prima di quando vorrei mandarla e impostarne almeno una ogni 7 giorni, e periodi di più frequenti email (prelancio o rilanci)

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Vogliamo dirlo una volta per tutte che i MARKETER americani NON SONO i migliori del mondo? Ecco lo dico io. Sono solo americani.

Vedo che c’è questa moda ultimamente a tirare in ballo i guru USA, abilissimi senza dubbio, ma ho ampiamente smontato molte delle loro teorie assurde fin dal 2011, fin dal primo articolo che ho creato qui sul blog, dove ho dimostrato perchè i loro modelli di business non si possono adattare alla nostra realtà.

Non che le loro strategie non funzionino, ma vanno appunto adattate, riviste, e riformulate alla luce di un mercato, non solo diverso per usi e costumi come quello italiano, ma anche meno propenso all’acquisto di impulso e meno impressionabile dalle sparate ‘pazzesche’ e dai loro clichè psicologici. Qui se vuoi fare soldi, devi fare il realista.

Ci vuole un approccio senza dubbio con un buon marketing (anche) spettacolare, ma che non dimentichi di considerare i numeri in proporzione alle nostre concrete possibilità… che non sono quelle di chi naviga in lingua inglese purtroppo..

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Grazie Valerio… apprezzatissimo articolo, come sempre. 😉
Ho più di una domanda:

1) quella sequenza di 12 email… l’hai pensata come followup di una lista speciale di un prodotto, oppure come followup della lista generale? Oppure ancora come broadcast di lancio per un nuovo prodotto?
2) Perchè dici che si presta bene per i prodotti a basso costo?

3) Nel Laboratorio InfoProdotti stiamo per lanciare una linea di 10 prodotti da 7 euro e poichè non ho ancora mai avuto esperienza di prodotti di questo importo, mi suggerisci una cosa?
Vale la pena fare un omaggio e una sequenza followup diverso per ognuno di questi prodottini?
So che sarebbe meglio, ma l’idea di fare 2 liste (prospect+clienti) per ognuno di questi mini prodotti, mi sembra un’esagerazione! Come ti regoleresti tu? Li venderesti solo con qualche followup programmato nella lista generale?

Grazie 1000 per tutto :mrgreen:
1abbraccio
Josè

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Belle domande Josè! La sequenza non rientra nell’ambito di una newsletter centrale. Quindi niente lista generale. La lista generale volendo può anche essere pensata come newsletter settimanale, come ho scritto nella parte finale dell’articolo (vedi fase 2).

Queste 12 email sono più che altro una sequenza specifica per promuovere un singolo prodotto (o al massimo non più di 3 prodotti). Facendo qualche variazione lieve si può adattare a entrambi, cioè sia per lanci (in cui naturalmente la scarsità finale è reale) o anche per follow up.

Comunque questo è solo una traccia di base. Si può migliorare, modificare ampliare o ridurre. Dipende anche dal tema trattato, dal prodotto o da quanto uno voglia spingerlo.

E’ ovviamente sarebbe opportuno variarla leggermente ogni volta che si promuove un nuovo prodotto, giusto per non dare la sensazione di ripetere uno schema predefinito.

PERCHE’ HO INDICATO LE 12 EMAIL PER PRODOTTI LOW COST?

Perchè ho i numeri alla mano. Le conversioni sotto i 50 euro con una sequenza simile (o anche con meno email) sono davvero buone. Tuttavia, se il prezzo si avvicina ai 100 euro o anche di più… la sequenza perde molto di efficacia, soprattutto in fase di automazione, se la scarsità è artificiale. E’ anche vero è che non conosco il risultato in tutte le nicchie, quindi potrei sbagliarmi, ma credo che al 90% sia così.

Poi dici:

——
Nel Laboratorio InfoProdotti stiamo per lanciare una linea di 10 prodotti da 7 euro. Vale la pena fare un omaggio e una sequenza followup diverso per ognuno di questi prodottini? 2 liste (prospect+clienti) per ognuno di questi mini prodotti, mi sembra un’esagerazione! Come ti regoleresti tu? Li venderesti solo con qualche followup programmato nella lista generale?
——

Wait, Wait…. intanto, complimenti, perchè avere 10 prodotti sul mercato è un generatore di profitto non da poco. ryan deiss li chiama Tripwire. Il concetto di fondo è avere sempre in prima linea tutti i front end per poi vendere i backend solo a chi ha già preso almeno un tuo front end. Quindi si suppone che oltre a questi 10 front end abbiate almeno 2 backend, in maniera tale da massimizzare il profitto per transazione nella sequenza di acquisto.

Mi chiedi se vale la pena fare un omaggio e una sequenza followup diverso per ognuno di questi prodottini…

si, l’omaggio per ogni prodotto, non deve essere niente di complesso. Un lead magnet può anche essere lungo 2 pagine, semplicemente estrai LA BOMBA, il concetto piu potente del prodotto da 7 euro e regalalo SUBITO. … ovviamente ci vuole una squeeze page per ogni omaggio, da cui il visitatore entra nel vostro funnel, e da cui vedra il low cost specifico di quell’omaggio.

Followup? Si ma con criterio.

Se rileggi la parte finale dell’articolo nella ‘fase1′ ho proprio dato la risposta a questo (o almeno è una mia soluzione, non certo ASSOLUTA)

Il concetto è semplice.

Prima di creare una sequenza follow up specifica per ognuno dei 10 prodotti, voglio capire quali di questi tirano di più. Potrei scoprire che alcuni non vendono e allora su quelli non mi concentrerò piu’ di tanto. Per capire senza creare tante liste quali dei 10 prodotti vendono meglio ti basta usare una sola lista come ho spiegato alla fine dell’articolo.

La soluzione veloce è –> 3 email a settimana per ogni prodotto. Prima email ‘storia + contento’, seconda email ‘benefit + prove sociali e personali’, terza email ‘scarsità e/o aumento di prezzo o ritiro dal mercato’… e così per ogni ciclo di prodotto.

Si potrebbe fare una volta a settimana.

Dopo 3 mesi tiri le somme e vedi quale di questi prodotti ha venduto di più, quale ha venduto poco, e quale non ha venduto una mazza.

Quelli che non hanno venduto un cazzo sono i prodotti di serie C. Evita di creare follow up per questi.

Quelli che hanno venduto poco, sono serie B, e qui puoi valutare di creare qualche follow up molto potente, in ogni caso sequenze brevi è meglio.

Infine i prodotti che ti hanno fatto più vendite sono quelli che classifichi di SERIE A. Su di essi io concentrerei il massimo sforzo di marketing e creerei sequenze follow up corpose e articolate.

Quando ho stabilito i miei 3-4 vincitori, mi accerto di creare liste di ‘presell’ specifiche per i miei migliori Tripwire / low cost / o come vogliamo chiamarli.

ATTENZIONE

Low cost è = prodotto che sta sotto i 50 euro. In certe nicchie però 50 euro sono troppo. Quindi diciamo che un punto di convergenza per low cost è cercare di stare sotto i 20 euro, possibilmente sotto i 10. Massimizzi le conversioni e aumenti il numero di persone qualificate che potranno vedere il tuo backend.

Ok, fine. Ho scritto un casino in un solo COMMENTO………..

Comunque, sto adottando queste strategie per alcuni clienti e funzionano.

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Splendido Valerio! 🙂
Mi hai dato degli ottimi spunti, ne faccio tesoro! 😉
Con stima,
Josè

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marco

Valerio, anzitutto grazie per le tue preziose informazioni. In tutto il tuo post, si fa riferimento ai prodotti, o anche a piu’ di uno contemporaneamente. Io provo a spostare la questione sui servizi. Quanto differisce tempo e sequenza di mail? Esiste un tempo definiamolo ottimale di “follow up”? Se inoltre ci si riferisce all’ambito finanziario – mio settore di lavoro- la cosa è ancora più complessa. O mi sto perdendo qualcosa? Grazie se avrai piacere e modo di rispondermi…
Con stima e gratitudine,

Marco

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Ciao MARCO, in realtà il metodo non differisce moltissimo per i servizi. Poi dipende dal tipo di servizi, fisico o digitale. I tempi comunque sono quelli, la sequenza ovviamente andrebbe leggermente adattata e modificata alla natura dell’offerta, che è diversa tra infoprodotto digitale, servizio o prodotto fisico. In tutti i casi è sempre possibile creare email e contenuti di presell che facciano desiderare di ottenere il servizio / infoprodotto / prodotto fisico che sia.

Tieni presente che vendere un servizio implica una fase di ‘educazione’ addizionale. Vuoi anzitutto insegnare ai tuoi prospect quali caratteristiche devono cercare nei fornitori di servizi del tuo mercato, e in tal modo li aiuti riconoscere e selezionare il migliori (tra cui, senza falsa modestia puoi esserci tu).

Quando mi parli dell’ambito finanziario, essendo un mercato immenso, devi essere piu’ specifico.

—-
Esiste un tempo definiamolo ottimale di “follow up”?
—-

No. Ti ripeto non c’è un tempo ottimale. Tutto è interconnesso dal singolare impatto che avrai tu sul mercato e dal tuo naturale ‘ritmo’ comunicativo. Personalmente io mi sono adattato in questo modo. Trovo che un’email al giorno sia un ritmo eccessivo, è difficile starci appresso, senza scadere presto o tardi in contenuti più scarsi e meno interessanti, per cui direi che una frequenza che funziona su di me (che consiglio) è circa.. 2-3 email a settimana. Stop. NON DI PIU’

Ma tutto il lavoro è vano se questa frequenza non è tenuta costante, quindi alla fine solo tu puoi decidere quale è la ‘tua’.

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Complimenti per l’articolo Valerio, ottimo contenuto che non trovi facilmente in giro e per giunta gratis! Tanto di cappello…;)

Un saluto

Giulio

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Si infatti me ne sto già pentendo 🙂 ….

grazie per aver fatto un salto qui, Giulio!

Un’abbraccio

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Solo una parola: F E N O M E N A L E 🙂

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Ottimo articolo Valerio (come sempre). Questo contenuto vale oro e potrebbe essere un vero e proprio infoprodotto…e lo dico perchè alcune delle informazioni che sveli in questo articolo le ho imparate anche io ed applicate….ma le ho pagate a caro prezzo!

Consiglio a tutti di copiarsi l’articolo e custodirlo gelosamente per studiarlo e applicarlo….fatelo prima che Valerio ci ripensi! 😀

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Grazie Michele, si ho condiviso materiale che avrei potuto tranquillamente vendere, l’ho fatto di proposito. Chi voglia copiare l’articolo è benvenuto, altrettanto chi vuole citarlo o riproporlo in giro, a condizione naturalmente di linkare alla fonte ORIGINALE.

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Eccezionale Articolo, moltissime grazie Valerio.

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Bello!!
Non è facile
Perchè non fai un corso di copia ed incolla una specie di tutto quasi pronto nelle varie fasi!!

ciao

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Si, ho qualcosa del genere, nel mio programma più avanzato,’Lancio Lampo formula’, ci sono esattamente modelli in stile copia e incolla, tutto quasi pronto. Intere campagne di email marketing adattabili al lancio di qualsiasi prodotto o servizio, fisico o digitale. Inoltre sto lavorando ad estendere tutto questo anche a qualsiasi altro contesto di email marketing.

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Ciao Valerio
I 12 follow up, se decontestualizzati e riadattati, potrebbero anche rappresentare, secondo me, una lettera di vendita…

Ecco, ho trovato il link per farti la domanda che mi è venuta in mente, ma la dovevo prima agganciare in qualche modo ai contenuti del tuo post 🙂

La domanda che voglio farti infatti riguarda le lettera di vendita

Visto che nel precedente commento hai citato Deiss (che vende con video sales letter), hai mai provato a testare le conversioni delle tue lettere di vendita trasformandole in video sales letter, usando lo stesso testo, senza grafica e mostrando il prezzo solo alla fine del video?

Grazie!

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Ciao Emanuele, no ti confesso che non ho mai testato la cosa su video salesletter, ed è una cosa che mi riprometto di fare in futuro, ma la tua osservazione è molto acuta e intelligente. Effettivamente la sequenza email potrebbe essere considerata come una sorta di salesletter a schema orizzontale, un concetto simile a quello spiegato da Jeff Walker nei tipici lanci prodotto, solo che in questo caso l’abbiamo concepita come strategia ‘evergreen’, cioè non legata necessariamente a un lancio via brodcast, ma adattabile anche ad automazioni via follow up.

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Ciao Valerio, ottimo articolo grazie.
Personalmente non sono amante dei follow-up programmati (mini-corsi programmati per fidelizzare il contatto), perche’ dalle mie esperienze ho valutato che sono meglio altre strategie…

Diversamente, faccio utilizzo dei messaggi programmati nei prodotti/servizi che vendo. In pratica il cliente riceve il suo corso settimana-dopo-settimana via email (il cliente è gia’ stato fidelizzato). 😉

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Ciao Massimo, è un approccio di cui si parla poco. In realtà secondo me col tuo potenziale, dovresti usare le follow up anche per i prospect. Perchè lanci vari (in stile classico) e broadcast consumano molta energia e tempo. Forse non hai provato l’approccio giusto. Con specifici accorgimenti con le followup molti si convertono anche dopo mesi.

Proprio ieri Ho ricevuto un pagamento da 97 euro per un mio corso proveniente da una persona che si è iscritta alla lista prospect a gennaio, dopo 6 mesi, si è convertito in acquirente, e subito dopo ha acquistato anche l’upsell, per un valore del visitatore pari a 300 euro circa. E questo non è un caso isolato ma molto comune (naturalmente a patto di pianificare e ottimizzare bene il proprio sistema di email marketing).

La chiave per una buona strategia di follow up non è tanto creare mini corsi o dare sempre contenuto gratis, quanto tenere traccia di quali email convertono meglio e modellare le restanti sulla scia di queste. Le cose diventano più complicate se uno non ha la possibilità di testare le conversioni.

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Ottimo Valerio, molto prezioso. Secondo te la sequenza non e’ adattabile per prodotti nella fascia 50/100 euro quando questa fascia in una nicchia specifica (come la mia ad esempio, dove girano parecchi schei) puo’ essere comunque considerata “low cost”?
Come “scarsita’” si potrebbero anche usare le copie limitate, con “brusco” aumento di prezzo successivo al raggiungimento del limite prefissato di vendite.

Ciao, grazie del contenuto!
Andrea

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Certamente la sequenza si può adattare bene anche per prodotti sopra i 100 euro, con qualche calo di conversione, ma assolutamente funzionerebbe uguale. Inoltre, consideriamo che la percezione del prezzo ‘low cost’ è sempre relativa alla nicchia. In questo post ho solo dato 2,3 idee utili su quello che viene definito standard ‘low cost’ in molte nicche, ma questo può variare da mercato a mercato e anche di molto. Nel tuo caso la soglia del prezzo minimo oltre il quale le conversion si abbassano potrebbe comunque essere più alta, visto il mercato molto ricettivo. Un test sul campo può confermare, quindi alla fine solo sperimentando di persona e velocemente tutto questo potrai avere conferme più concrete.

Grazie per essere passato di qui Andrea, è sempre un piacere sentirti

Un abbraccio

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Bene immaginavo…certo la testo eccome!!Grazie a te per gli spunti preziosi. E per il tuo contributo importante a questo business che ad oggi ha raggiunto risultati davvero incredibili.

Buon lavoro
Andrea

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Ho letto la tua risposta Valerio, capisco. Ognuno di noi utilizza tecniche e strategie diverse in base a vari fattori, e personalmente utilizzo altri metodi che convertono tanto a lungo termine.

Questione di punti di vista e prove sul campo… 😉

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Giustamente MASSIMO. Conosco le tue skill, soprattutto sull’automazione del traffico. Semplicemente siccome hai detto che non sei amante delle follow-up programmate e che dalle tue esperienze hai valutato che sono meglio altre strategie… ti ho solo risposto che sul tuo caso e sul tuo modo di lavorare devi aver sviluppato meglio altre metodologie. MA NON E’ VERO CHE LE FOLLOW UP NON SONO EFFICACI. Come hai appena detto dipende tutto da quanto si ama e poi approfondisce una certa tecnica. Lavorando SODO su specifiche cose e costantemente ti funziona tutto. Però è normale che uno non può fare tutto. Bisogna vedere dove uno vuole dedicarsi anima e corpo. Ti lascio un cordiale saluto e buon lavoro per la tua attività.

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GIUSTISSIMA la frase: “E’ normale che uno non puo’ fare tutto”. Concordo pienamente al 100% Valerio, buon lavoro anche a te 😉

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Roberta

Ho avuto modo di conoscere personalmente Valerio Conti per la risoluzione di un problema professionale e, non so se Valerio gradirà quello che dico, ma sono rimasta sorpresa dall’enorme mole di studio e lavoro di cui si fa carico quotidianamente, ha una serie infinita di dati archiviati, di casi studio, uno studio affollatissimo. Collegamenti quotidiani con il web americano, da lasciare senza respiro. Sinceramente, non so come fa a rimanere cosi’ attivo quasi 24 h. su 24. Di sicuro vuole dare solo il meglio ai suoi utenti. Ho assistito per un periodo agli aiuti concreti che fornisce anche ai casi umani piu’ disperati, quando economicamente mai converrebbe. Valerio non si risparmia mai. E infine, avendo toccato con mano quanto aiuto da’ ai suoi genitori, e a tutte le persone care, caricandosi di tanta responsabilità per un ragazzo ancora giovane, mi dispiace che non si sappia ancora quanto questa persona che ci assiste ogni giorno professionalmente, sia davvero speciale a livello spirituale e umano. Grazie Valerio, piacere di averti conosciuto, un grande onore. E scusami se mi sono permessa di parlarne, una volta tanto.

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Luciano

per chi parte da zero… sono veramente tante le cose da imparare conoscere e saperle applicare, uno sguardo in generale lascia stupiti di fronte alla grande mole di concetti…ma iniziare è come tuffarsi in mare per imparare a nuotare.

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Finalmente qualcuno che tratta questo cacchio di argomento!!! 😀
Sono anni che ci sto lavorando e mi serve tantissimo un confronto con uno come te.
Confermo che arriva un punto in cui ci si trova con questo problema della gestione della lista.
Ottima la soluzione finale che proponi: 3 email a settimana per 3 mesi + 1 alla settimana per 1 anno.
Ottima sequenza, non c’è che dire.
Ma quindi ti domando (e questo è il mio domandone sull’Email Marketing):
ipotizzando di seguire il tuo suggerimento (3 email a settimana per 3 mesi),
tu suggerisci di promuovere ogni prodotto con una minisequenza di 3 mail (gain, logic e fear, immmagino) e basta?
Quindi utilizzi solo una lista generale centrale e stop?
Non fai liste speciali per i singoli prodotti a cui poi mandi la sequenza di vendita?
Fine del domandone 🙂
A te la parola, vecchio mio! 🙂
1abbraccio e grazie per questo bel contributo!
Josè

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Super contenuto, complimenti Valerio.

Soltanto una domanda, a proposito delle 12 email killer. Quando promuovo un prodotto evergreen a basso prezzo (sui 27 euro), solitamente metto una scadenza di tre giorni. Dodici giorni mi sembra un po’ troppo…

Cosa fare in questo caso? Sceglierne solo alcune (quali?), prolungare la scadenza dell’offerta, o inviare più mail (quante?) ogni giorno?

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Ciao Rodolfo e grazie per il feedback e l’apprezzamento.

Questa sequenza chiaramente è molto completa e funziona molto bene anche per prodotti high ticket, per ottenere i massimi risultati in genere vanno usati tutti i trigger possibili e in queste 12 email sono affrontati quasi tutti allo scopo di portare il valore percepito alle stelle e abbasare la resistenza di acquisto al minimo.

Se però si ha poco tempo e uno vuole ottenere il famoso 80/20, la classica maniera per FARLO è con una comunicazione in 3 step, in stile: Desiderio, Credibilità, Urgenza… Oppure: Benefici, Prove, Dolore. L’ultimo giorno mandi almeno 2 email tutte fondate sul mettere in evidenza il vantaggio dell’acquisto immediato e le conseguenze del rimandare (nella vita del prospect).

La scarcity, se si fa una semplice sequenza di 3 giorni fast, va evidenziata in ogni email della sequenza, ma soprattutto durante l’ultima giornata, dove è il trigger primario.

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