Il modo sbagliato per testare un mercato
In questi giorni ho avuto modo di dialogare con alcuni colleghi che si occupano di faccende di business non legate alla nicchia del “Internet marketing”.
Questo dialogo è saltato fuori da una delle nostre conversazioni private (naturalmente non posso fare i singoli nomi per rispetto di questi colleghi), ma ne son usciti fuori dei particolari sconcertanti che mi hanno lasciato perplesso sulle reali competenze di certi personaggi, e sulle loro (sbagliate) convinzioni legate alla creazione di prodotti e ai test di mercato
Ecco il dialogo scabroso..
Valerio: [continuazione del dialogo, parte HOT] …allora, stai testando questa nuova nicchia? Ci sono soldi li fuori?
Marketer Misterioso:no è stata un completo fallimento.. è la terza nicchia che da buca, sembra che la gente abbia sempre meno soldi!
Valerio: ma scusa come è possibile? se è la nicchia che mi hai detto, quella è fatta di ricconi.. come hai fatto questo test?
Marketer Misterioso: con il classico metodo, come dovevo farlo? Ho subito creato la lettera di vendita…e ho piazzato il falso pulsante di pagamento in basso per vedere che succedeva.. e dopo 122 visite alla lettera, nessuno ha fatto un cazzo, nessuno ha mostrato interesse, nessuno ha cliccato sul falso pulsante di acquisto!
Valerio: troppe poche visite… che cosa hai usato per portare traffico?
Marketer Misterioso: sono stato sbannato, ho usato adwords, la campagna è ancora attiva, ma vendite zero, secondo te da cosa dipende, ecco qui la pagina, dagli un occhiata (il marketer mi mostra la lettera di vendita)
Valerio: …mmm
Marketer Misterioso: che c’è?
Valerio: non lo so, c’è qualcosa che non mi convince…Il prodotto, l’hai già preparato?
Marketer Misterioso: NO! Ma con questi numeri non ha molto senso ormai….
Valerio: Un attimo, almeno una visione di mercato?
Marketer Misterioso: Che intendi dire?
Valerio: Non puoi fare un test efficace senza una visione di mercato e senza avere almeno un idea di prodotto. La strategia è fallimentare in partenza… devi rifare tutto
Marketer Misterioso: Ho fatto in questo modo per risparmiare tempo in caso di test negativo. A che mi serve creare il prodotto se nessuno poi lo comprerà?
Beh, di solito…voglio dire sai come funziona – (1) si crea prima la lettera, (2) si fa il falso pulsante di pagamento, (3) quindi si compra traffico. E quando le persone interessate cliccano sul bottone nel tentativo di acquistare il prodotto in realtà poi vedono un pagina con scritto “TUTTO ESAURITO”. Da qui, li si invita a registrarsi alla lista d’attesa per sapere quando verrà rimesso online il prodotto…in questo modo possiamo sicuramente avere un idea precisa di..
Valerio: … si, si, conosco tutta questa roba, ma senza visione di mercato è un lavoro INUTILE.
Marketer Misterioso: ..come?
Valerio: stai perdendo solo tempo…
Marketer Misterioso: ma che significa?
Valerio: significa semplicemente che nessuno dovrebbe MAI creare una lettera di vendita senza basarsi prima sul prodotto, anche se magari è solo abbozzato, magari hai solo raccolto le domande pressanti del mercato e sai cosa sta facendo soffrire quelle persone per filo e per segno. Ecco cos’è la visione di mercato.
E’ ciò che ti consente di colpire i grilletti psicologici giusti nella lettera. Questa qui invece sembra basata sul nulla. E sai perchè? Perchè non hai nessun prodotto. Questa è una bestemmia di copywriting. Riflettici un attimo, se non hai creato nessun prodotto, se non hai nessuna risposta alle domande del mercato… ma quale credibilità possono mai avere le tue parole? Non hai neanche raccolto le domande…
E poi, sei senza testimonial, guarda come manca anche l’enfasi, ma soprattutto è non ci sono benefici! La comunicazione è “anonima”.
Marketer Misterioso: Non fare quello che la sa più lunga di me. I nostri mentori ci hanno sempre detto che quello era il miglior modo per testare la domanda…Il più veloce! Se non sbaglio anche tu hai studiato tu hai seguito il corso xyz da 5000 dollari…
Valerio: In teoria è come dicono loro, ma i risultati mi confermano tutto l’opposto. Non funziona così, non se vuoi il miglior risultato possibile nel minor tempo possibile. Nella pratica si perde soltanto più tempo. I guru hanno fatto solo danni nella nostra testa e ci hanno insegnato strategie errate che non possono funzionare. E poi da un semplice test su pagina di ringraziamento non si può capire l’andamento del mercato…quello lo si deve capire prima, in una fase preventiva.
Marketer Misterioso: Ci sono stati un paio di mercati che hanno risposto bene in seguito…
Valerio: ok, ma quanti test hai fatto in questo modo, e in quante nicchie?
Marketer Misterioso: avrò testato un 15 mercati – ma 3 soltanto hanno superato il test, e gli iscritti cliccavano sul pulsante di acquisto come i pazzi…li ho registrati in lista di attesa e poi ho calibrato la comunicazione sulla base dei feedback, pianificando un lancio su misura.
Valerio: questo è buono. Che mercati erano?
Marketer Misterioso: i mercati sono [illustra i mercati] e sono quasi tutti a media concorrenza
Valerio: ok, i mercati sono questi, 3 vinti e 12 persi…ma è qui che le cose non tornano, ci sono troppe palle perse, e non te la stai giocando bene… Il fatto è che i motivi che spingono le persone ad acquistare vanno fuori oltre logica e se tu non sai acchiapparli dentro un “immersione” interna alla nicchia, allora sei in netto svantaggio rispetto a chi questi motivi li conosce.
Comunque c’è sicuramente un’altra ragione per cui stai collezionando un fallimento dopo l’altro.
Marketer Misterioso: …e quale sarebbe?
Te lo ripeto, non puoi scrivere una lettera persuasiva e che suoni credibile senza avere il prodotto o senza avere almeno la possibile struttura di prodotto che andrai a creare. Perchè la tua comunicazione suonerà piatta e scontata. Infatti nel peggiore dei casi, anche indagando e conoscendo le esigenze e le domande irrisolte nella testa delle persone, NON saprai CONCRETAMENTE come offrire loro la soluzione al problema. E questo dalla sales letter traspare.
Nel migliore dei casi, se sei bravo, allora modellerai la comunicazione sulla base solida di qualche lettera di uno dei migliori del mercato, ma in questo modo risuonerebbe come una scopiazzatura e anche quella è una lotta persa. La soluzione è creare il prodotto, quindi basare la sales letter sul “tuo prodotto”. Certo richiede più tempo, ma è il miglior test possibile, fidati.
Marketer Misterioso: si, ma creare il prodotto richiede un fottio di tempo! Se già con la lettera pronta i risultati sono questi… dubito che venda anche col prodotto pronto, non credi? Qui il test dimostra che non c’è interesse per questo prodotto.
Valerio: questo è falso, sei tu che ti stai muovendo in maniera rigida! Esistono prodotti in vendita e su pianta stabile da anni in quel settore. Da uno sguardo attento stai sbagliando posizionamento, anzi.. direi che il posizionamento è praticamente assente!
Marketer Misterioso: … e come faresti tu?
Valerio: tanto per cominciare io eliminerei questa lettera scritta così velocemente e rifarei tutto da capo. Poi osservere i 3 TOP di quella nicchia e cercherei di capire i loro punti di forza incorporandoli nella mia comunicazione, quindi cercherei di fare “meglio” quello che loro fanno “male”. Tutto qui. Dobbiamo capire a quali domande ricorrenti del mercato questi prodotti non riescono a rispondere adeguatamente. E poi farei in modo di rispondervi io per primo.
A questo punto posso creare un prodotto veloce, con una USP solida, poi estraggo i benefici e creo la sales letter… ti garantisco che i risultati saranno diversi. SARANO PIU CONCRETI.
Marketer Misterioso: non avevo mai considerato le cose da questo punto di vista… certo che sei un matematico dell’infomarketing! ma dove hai studiato?
Valerio: credo di avere seguito più o meno i tuoi stessi mentori. Comunque, come ti dicevo, il livello di conoscenza non è importante, è più importante la tua capacità di esprimere cose “apparentemente complesse” in termini estramamente “semplici” e comprensibili mediante meno processi logici in serie…
Se hai capito questo, allora qualsiasi mercato sarà tuo 🙂
Marketer Misterioso: …intendi dire che devo creare roba veloce vero? dei brevi report?
Valerio: si, il segreto consiste nel creare questi brevi report informativi, sondando le esigenze del mercato e le mosse dei concorrenti, in genere io impiego meno di mezza giornata in questo cruciale processo.
A partire da questa base di conoscenze, entro 24 ore inizio a creare un rapido report, fortemente focalizzato sulla più grande domanda nella testa del mercato a cui nessuno fino a quel momento sia riuscito a dare una soluzione con una risposta rapida.
Nota che la fase di creazione del report non mi deve richidere più di 3 ore di lavoro… e c’è un motivo per cui voglio fare in questo modo
Marketer Misterioso: dimmi di più… sono curioso
Valerio: c’è un sistema in 7 fasi che è necessario conoscere prima di lanciarsi in qualsiasi mercato, questo è il frutto di una mia personale rielaborazione effettuata negli anni. E non è un cosa soggettiva, ho visto che è reale. Dopo aver fatto test in 25 mercati ho tirato le somme, e ho visto le cose in maniera più semplice del previsto.
Valerio: puoi pensarlo a qualcosa di simile a una teoria della relatività applicata al marketing… con la scoperta di nuovi principi grazie ai quali è possibile effettuare una vera e propria rivoluzione in tutto il web in ogni ambito di vendita, e liberare i mondo intero dall’oppressione di un economia “volutamente” deforme e a circolo chiuso…
[crack..]
oops…
[Qualcosa fa saltare la linea adsl, la connessione su skype crolla]
——————
A questo punto, sul più bello, ti chiederai come è finita..
Beh, abbiamo comunque continuato la conversare telefonicamente con questo personaggio.
A lui ho svelato alcuni retroscena dei miei test e tutto quello che in sintesi avevo scoperto grazie a questa mia rielaborazione, che ho chiamato S.R.F – Ed è un sistema in 7 passi per liberarti economicamente da qualsiasi crisi di mercato ed estrarre letteralmente soldi anche dai settori dove si da per scontato che non ce ne siano (e poi scoprirai perchè solo in apparenza è così…)
Ti dirò di più prossimamente, nel frattempo se la conversazione ti è piaciuta e se hai qualcosa da chiedermi, sentiti libero di farmelo sapere nei commenti in basso 🙂
67 commenti in “Il modo sbagliato per testare un mercato”
… “piazzato il falso pulsante di pagamento”??? Mi suona malissimo già così…. a pelle!!
Valerio, interessante post, soprattutto il modo in cui lo hai presentato! 🙂 Sono d’accordo con tutto quelli che hai detto. Saggezza da vendere.
Personalmente, credo che lasciamo la nostra energia in tutto quello che facciamo. So che per molti la metafisica, la spiritualità, ecc… sono cose strane (e assurde). Pure io le reputavo tali fino a qualche anno fa…
Tuttavia mi rendo sempre più conto che se fai le cose con un certo spirito/energia, con una certa INTENZIONE – sincera e per il bene degli altri – i risultati sono ben diversi (in meglio)!
Sto parlando di scrivere del copy, fare un video, di creare un banner o del Marketing in generale. Se l’unico scopo è il profitto o un “test di mercato per vedere chi posso spennare oggi” – secondo me – il giochino viene meno.
La gente “percepisce” questa energia, percepisce che sei lì solo per vendergli qualcosa.
Personalmente non farò mai un prodotto in una nicchia di mercato che non mi piace. Non mi sembra giusto nei miei confronti né nei confronti del pubblico. Meglio curare il marketing ad un vero esperto ed appassionato di quella nicchia e fare 50 e 50! 🙂
Grazie dell’articolo Valerio,
Ciao! 🙂
lo sapevo che il romanziere sarebbe venuto prima o poi fuori…
Romanziere? Ma no… sono scarso in questo, non reggerei, il mio punto di forza è “la sintesi”. In più in questo dialogo non ho dovuto inventarmi nulla, ho solo copiato e incollato dalla conversazione su skype 🙂
Grazie doppio, per la interessante lezione e per il sorriso!
Sai vale, ho avuto il piacere di riflettere in maniera creativa sull’infomarketing e i suoi personaggi caricaturali con Emanuele Properzi.
Quando si perde la misura e il contatto con se stessi e con la dimensione umana, non c’è solo il fallimento che arriva duro sui denti: da fuori, c’è anche molta comicità demenziale.
Una dritta per autori e sceneggiatori: secondo me un personaggio così andrebbe alla grande!
Meglio sempre sorridere della Commedia, come insegna il nostro maestro Dante…
Ciao Valerio, proprio come dice Sebastian, il falso pulsante di pagamento è già una cosa che, non solo non approvo, ma, come dice qualcuno più famoso di me, aborro indistintamente. Indubbiamente testare un mercato è la prima cosa da fare se si vuole sperare di farci del business, ma in questo modo, NO! Aspetto con ansia le tue ultime strategie che hai promesso nella mail per l’aggiornamento. Grazie di tutto e buona domenica. Altro che Guru, Noi abbiamo Gulerio (scusami per lo storpiamento) 😀
Caro Valerio,
anche a me è suonato malissimo fare una lettera di vendita senza avere il prodotto mi sembra prendere in giro le persone e poi per forza che si stufano e non comprano!
Meglio curare un solo mercato e divenirne così esperto che ti prendano come punto di riferimento e avendo acquisito fiducia i tuoi prodotti vengono venduti e anche bene.
Testare tutti questi mercati e poi come fai a proporti in tutti per uno che sa quello che veramente dice?
Io come sai ho scelto la mia nicchia perchè ho passione, ho tanta esperienza e la sento profondamente affine a me e le persone se ne accorgono eccome 🙂
Poi mi sta aiutando tanto tanto il tuo prodotto e questo ci tenevo a dirtelo.
Per fortuna ci sei tu che dici le cose come stanno con esperienza e sincerità
Un caro saluto
riccarda
Riccarda sono lieto che il mio prodotto ti stia aiutando, ricordati di scrivermi via email per qualsiasi difficoltà e altro. Una saluto
Veramente PAZZESCO.
Non avrei immaginato questa cosa neanche nei miei piu’ peggiori INCUBI (pulsante falso, lettera di vendita su prodotto inesistente).
Sinceramente sono stupefatto che ci siano esperti “italiani” (o forse stranieri) che consigliano codesta tecnica, mi lascia praticamente esterrefatto. Seguo da oltre un decennio il mercato americano e non ho mai assistito ad assurdità del genere.
LAVORARE BENE significa: essere innamorati di determinate nicchie (nicche e non mercati, il concetto è diverso), dedicarci tempo, prove, le dovute analisi e valutazioni. Poi si creano prodotti ad hoc su misura.
Nicchie e Mercati sono due cose distinte, ovvio, una è figlia dell’altra, bisogna “creare” nicchie dentro mercati già buoni e popolati. in questo gioco ci sono un 90% di marketer che fanno questo, e lo fanno male, e un buon 50% di quElli che lo fanno bene usano la tecnica della lettera col falso pulsante.
Non ho mai detto che non funziona, dico semplicemente che a me “non funziona” come mi piacerebbe. In più diversi miei colleghi mi hanno confessato che sono piu i fallimenti collezionati in questi test co tale tecnica che altro…
forse siamo tutti dilettanti. Che ne dici?
Giusto!
non sono assolutamente d’accordo nel provare a vendere qualcosa che non esiste, io stesso che non sono un gran chè nel marketing ma mi sto sbrandellando il cervello a studiare e ristudiare ho notato che se non offri qualcosa di visibile e concreto nessuno ti considera, in più se non ci metti pura passione è praticamente un buco nell’acqua, molti pensano che basta fare una lettera di vendita e piazzare un pò di materiale gratuito e ci si aspetta di aver conquistato il mercato scelto, ma io ormai è da tre mesi che applico strategie sul mio blog ho notato che se non mi impegno alla massima potenza in quello che faccio anche se è una semplice piccola cosa, non riesco ad ottenere il risultato.
Fare marketing online penso sia difficile e solo le persone che insistono e rielaborano e analizzano i propri errori possono saltarci fuori.
buon marketing a tutti
Caro Valerio,
sono sconcertata nell’ apprendere da questo tuo post che marketer di “fama” usano questi mezzucci per guadagnare online.
Che amarezza!
Io allora sbaglio di grosso a dare via completamente gratis lezioni (conoscenza pagata cara)
via sito e emails…
Dimmi se l’infomarketing è questo o se ho preso un’abbaglio:
1) ricerca di mercato
2) creazione prodotto su misura
3) report di circa 30 pagine illustrativo con contenuti utili
4) pubblicizza la tua offerta risolutiva al problema in modo virale
5) goditi i frutti del tuo duro lavoro e ricomincia daccapo!
P.S. Concordo con le parole di Sebastian.
Grazie dell’ originale condivisione,
Mary
va meglio in questa maniera:
1) ricerca di mercato (include trend-analisi concorrenza-numeri in ballo..ecc)
2) identificazione di un problema su cui calibrare la USP
3) Creazione report di 15-30 pagine con contenuto ESPLOSIVO
4) TEST DI MERCATO RAPIDO
5) se test positivo, continua e amplia il sistema di marketing in modo da vendere di più, se negativo, ripeti ancora e affina il copy, ma non perder troppo tempo, cambia nicchia in caso di esito negativo ulteriore
test di mercato:
buon volume, buon feedback ma incertezza se la gente vuole solo gratis o vuole anche comprare (mercato in cui ci sono mille video free su youtube).
Come capire in modo veloce se si puo’ fare un business serio?
(ps: mercato in cui ci sono anche molte persone giovani giovani…)
grazie per l’info
Semplice, si osservano i concorrenti e si guarda che cosa vendono.
Per partire si osserva la prima pagina di google e si guardano posizionamenti organici e PPC
Se nessuno vende un tubo, lascia perdere, a meno che non sai già che si tratta di qualcosa che si vende offline,
ma nella gran parte dei casi è un mercato povero. (a meno che non sei un genio e trovi un fiore nel deserto)
Be’, che dire? é veramente illuminante! A parte la lettera di vendita senza prodotto, il falso pulsante di pagamento e il fatto che c’è gente che nonostante tutto arriva a cliccarci sopra, tutto questo mi fa pensare a quanto sia importante capire fin da subito la psicologia delle persone interessate a una particolare nicchia prima di scrivere una qualsiasi lettera. Credo che questo sarà uno dei punti chave da tener presente con particolare attenzione da ora in poi. Comunque grazie di tuttoValerio!
mmmmhhhh
e se fosse tutto un artificio letterario?
io non mi stupirei
ma non credo che pubblicherai questo mio commento
ma non me ne offenderò
ti saluto
Paola
Anche se fosse un artificio letterario o fosse inventato… l’obiettivo è comunque raggiunto! 🙂
Dopo tutto la nostra stessa cultura è piena storie e storielle più o meno inventate.
Non credo che questo abbassi il valore delle informazioni…
Preciso che qui non ho inventato un bel niente, non ci sono artifici letterari, quella è tratta da una conversione privata con un mio collega, al quale ho anche chiesto l’autorizzazione a pubblicare il tutto, naturalmente mantenendo l’anonimato per non danneggiare la figura professionale. Alla fine abbiamo concordato che queste informazioni erano importanti e andavano comunicate, la stima reciproca ha giocato un ruolo determinante..
ciao Valerio
come al solito sei sempre molto diretto ed incisivo in quello che hai da dire.
Comunque anche se qui leggo che tutti si scandalizzano e si allontanano da questo sistema di “Test”, io ne ho sentito parlare molto spesso. Devo dire la verità che non l’ho mai messo in pratica però se ne sente parlare … altrochè !!!!!
Salve a tutti! E bel post Valerio. Tuttavia, sarò il “rematore” contrario. In completo accordo con il commento sulla spiritualità (nella quale credo) di Sebastian, credo che per ovviare alla mancanza del prodotto ci sia il modo. Non posso ovviamente fare pubblicità adesso di questo sistema, tuttavia, c’è il modo di scrivere una salesletter con il cuore, e la mente di chi effettivamente ha già un prodotto (anche se in realtà ancora non è stato completato). Io ne ho fatti 6 di questi TEST, e tutti e 6 positivi. La conversione del pulsante di pagamento (ovvero click sopra/visite) è stato variabile tra 20/150, e 35/150, ovvero, ogni 150 visite (acquisite con SEO e PPC) tra i 20 e le 35 persone (a seconda del prodotto) cliccavano, e nella seguente pagina trovavano “il prodotto è attualmente terminato,in uscita la nuova edizione e bla bla bla che non vi dico) con form iscrizione, dove almeno 10-15 mi lasciavano gentilmente la loro mail per sapere la data di uscita. Ora, io capisco che con tutte le stats, le conversioni che uno è abituato a sentire, questo non sia possibile, ma ricordatevi, tutto diventa possibile se e quando lo si crede (testato sulla mia pelle e vita).
Questo per dire che il modo di trasmettere Energia e serietà, non che Esperienza ad una sales prima ancora di avere il prodotto, è davvero possibile, solo che in pochi, molto pochi sanno come fare, oppure hanno voglia di dire, o ancora non so, cosa presente invece nel mio futuro prodotto.
Spero che sarà visibile questo commento, alla fine è uno splendido scambio di opinioni credo, con persone qualificate e mi auguro Aperte.
Francesco
Francesco non ci sono dubbi che ci sia il modo di conoscere questo sistema e di farlo funzionare, è sufficiente avere “chiarezza” di visione sul mercato e soprattutto aver studiato molto bene la concorrenza. Inoltre concorderai che quando scrivi una lettera di vendita col cuore “naturalmente ci devono essere FATTI CONCRETI e COSE REALI che tu conosci o si presume che tu conosca per quel mercato, altrimenti è solo un artificio di copywriting.
Ora non so cosa significa per te “ti sono andate bene tutti e 6 i test”, ma avendo un prodotto già impostato e con tutto toccabile con mano, ti garantisco che la potenza dei risultati è maggiore e si perde meno tempo con la fase finale del funnel
Sto parlando su fatti e risultati personali. Non è detto che siano uguali per tutti, ma ne possiamo riparlare per un confronto maggiore e più eterogeneo. E’ interessante e stimolante.
Se manca l’etica, prima o poi tutto crolla, basta guardare la situazione economica mondiale.
Personalmente sto lavorando al mio primo infoprodotto da un anno, ma non mi sognerei mai di proporlo prima di averlo terminato, anche perchè, come dici tu, lascerei la traccia indelebile della menzogna. Che mondo!
Sono convinto che solo riscoprendo determinati valori(etica, solidarietà, filosofia di gruppo, autodeterminazione) abbiamo qualche probabilità di uscire da questa situazione, c’è un solo modo per battere la crisi: essere PIU’ FORTI!
Grazie per i tuoi preziosi spunti di riflessione, Marco
Marco sono della stessa identica idea.. Probaibilmente però a qualcuno sta dando fastidio questo articolo, infatti ho notato che 2 persone hanno votato 1.
Per quanto mi riguarda potete pure votare 0, non è un mio problema. ciò che più mi interessa è aver raggiunto quel 20% di persone che stanno evolvendo insieme a noi in questo percorso. E 20% bastano per fare la differenza.
Ciao Valerio sono d’accordo con te quando dici che prima bisogna creare un prodotto e poi
cercare di venderlo. Infatti se non hai il prodotto non puoi certamente elogiarne i pregi e le qualita’ che possono essere utili al cliente. Molti credono che si possa facilmente creare una pagina di vendita e fare migliaia di euro di vendita. Io penso che non sia cosi’ facile, ci vuole impegno e costanza e dopo se tutto e’ fatto nel modo giusto ci saranno i risultati.
Grazie.
silvano
Silvano in realtà si può fare bene anche in quel modo, solo che dopo averlo fatto una dozzina di volte ti rendi conto che è molto più faticoso, molto più straziante e non porta i risultati che credevi.
Infatti a monte è sempre meglio aver creato un prodotto veloce e che le persone siano pronte a comprare in anticipo.
Il fatto è che la maggior parte degli esperti suggeriscono il sistema della sales letter in anticipo semplicemente perchè la creazione del prodotto richiede parecchio tempo normalmente.
Ma ciò non accade se creiamo un report o super report di grande valore e per cui non devi perdere piu di 3 ore del tuo tempo per farlo.
Ne riparliamo presto!
CIAO VALERIO LO TROVO MOLTO INTERESSANTE.CIAO
Ciao valerio , è da qualche tempo che leggo i tuoi interventi qua e la nei vari blog e nel tuo, da molto tempo sto cercando di avviare un’attività online senza successo. In questo periodo sto pensando alla commercializzazione di prodotti fisici di cui mi occupo da anni offline con la mia attività e vorrei trasportare tutto su un sito sfruttando un’idea che mi è venuta alla mente. tu che ne sai di vendita di prodotti fisici online? è un settore che lega con quello che fai con gli infoprodotti?
grazie se vorrai rispondermi e buon lavoro
Daniele la vendita di prodotti fisici si può associare anche alla vendita digitale, ma non sempre, dipende molto dal modello di vendita e da cosa vendi, cioè la tipologia di bene o servizio. Se vuoi scrivermi contattami in privato e ne parliamo meglio. Un saluto
Ciao Valerio, anche a me è stato insegnato di scrivere prima la lettera di vendita. Ma questo non vuol dire che il prodotto non esista.
Il prodotto esiste eccome, ma NELLA TUA MENTE. La lettera di vendita deve contenere i punti salienti che saranno presenti anche nel tuo prodotto e che creeranno la tua USP. E’ da pazzi scrivere la lettera di vendita senza avere un’idea di cosa andrai a mettere i quello che venderai, qui siamo d’accordo.
Per partire con la sales si deve avere un’idea già definita di cosa si vuole vendere, ma mentre la si crea, soprattutto i bullet point, si potrebbero avere nuove idee da inserire nel prodotto soprattutto dopo avere studiato a fondo la concorrenza e capendo in cosa ci si deve distinguere.
Secondo me l’una aiuta a creare l’altro e viceversa…..
Si infatti questo è il metodo corretto, avere il prodotto PRONTO nella tua mente. Studiare la concorrenza, avere un foglio e testi sparsi di appunti e cercare di mettere ordine nel caos che hai in testa, quindi scrivere la lettera di vendita con quel caos. E con un prodotto non pronto e non perfettamente focalizzato…
DICONO QUESTO SIA IL METODO CORRETTO
A me è stato insegnato di scrivere la lettera prima del prodotto ma trovo che sia da stupidi. Non mi interessa cosa dice John Carlton e gli altri SUPER COPYWRITER. Forse non sono abbastanza genio come loro.
Dopo un pò di tempo la logica e soprattutto la pratica sul campo suggeriscono il contrario. E’ più pratico e “controllabile” come risultato avere già in mano il tuo prodotto con posizionamento unico di BRANDING e questo non lo OTTIENI se prima non lo crei.
Di conseguenza se hai saltato questa fase preliminare, anche scrivendo una buona lettera, non sarà eccellente e non venderai come ti meriti, o risultati anche se buoni non saranno uguali all’altro approccio, che garantisce a mio avviso 10 volte più potenza alla comunicazione
i bullet si ESTRAGGONO dal prodotto mentre lo crei 🙂
Quindi diciamo che in effetti non è nemmeno corretto dire “prima il prodotto poi la letteara” – forse sarebbe meglio dire che andrebbe visto come un processo UNIFICATO in cui mentre stai creando il contenuto del prodotto, contemporaneamente ne estrai benefici e pezzi di copy impattatanti e super focalizzati sul contenuto, in una fase successiva si crea la storia, e si buttano già il resto deli elementi del copy. Ma il prodotto deve essere pronto, cosi come la tua esperienza dell’averlo creato, altrimenti che storia potrai mai raccontare di esso? La storia legata al prodotto è esprimibile solo a condizione di averlo vissuto e creato, non viceversa.
Valerio, se il prodotto lo crea un’alctra persona e non tu?
Segui il processo di creazione e lo bombardi domande per scrivere la lettera mentre vien fatto il prodotto??
Certo lo bombardi di domande, e impari qualcosa di piu della nicchia, la cosa importante è che tu sia abile nel marketing, tutto il resto è secondario
Forum interessante, grazie Valerio. Comprensibile il metodo descritto del prodotto “inesistente” o “in cantiere” in questo mondo dove è importante solo la vendita a tutti i costi. Non mi interessa questo sistema e non lo condivido. Credo si possa costruire un mondo diverso e migliore dove ognuno possa offrire agli altri il frutto del proprio talento, online offline non importa. Meglio se con entrambi i metodi. L’osservazione di risposta del mercato dovrebbe riguardare solo i contenuti del servizio esistente, non la possibile immagine di qualcosa che non esiste o che non è il frutto del proprio talento, la cui scoperta è il senso stesso della nostra vita.Dovremmo imparare tutti a conoscere la storia del venditore, i suoi sforzi ed i suoi talenti, prima di cliccare su quel bottone d’acquisto.
Questo è il principale motivo per cui la maggior parte delle persone stanno fallendo in continuazione in tutte le nicchie, perchè si muovono tutti tramite sentieri incoerenti con il processo di creazione del prodotto. Semplicemente non suonano credibili, come risultato ecco che si fanno 0 euro e … anzi avrai buttato solo soldi in traffico e PPC.
ringraziamo i grandi GURU per questo
Credo sia importante la filosofia di base. Non posso fare questo lavoro con l’unico scopo di vendere “qualcosa”, qualunque cosa sia, in base a quelle che sono le richieste del mercato.
PRIMA devo capire cosa “voglio fare nella vita”, cioè quale prodotto o quale attività mi appassionano DAVVERO, un prodotto o un’attività in cui credo.
Il mio professore di Archittettura mi diceva: scopri qual è quell’attività che ti piace così tanto fare che la faresti comunque, come hobby, anche se non ti pagassero, e poi cerca di fare i soldi con quella.
Le persone non sono stupide, SENTONO se proponi qualcosa solo per portare la pagnotta a casa, SENTONO se per te vendere lavatrici o libri di poesie è uguale, SENTONO che dietro non c’è la PASSIONE… e non comprano!
Un salutone a tutti.
Oh, che bello trovare qui il mitico Brizzi! CIAO! 🙂
Pienamente d’accordo con il tuo intervento. Prima il PERCHÈ e poi il COSA.
Ciao Salvatore, è un grande piacere avere un tuo contributo nei commenti. Condivido in pieno. Una frase che condivido molto e penso esprima una bella sintesi di tutto questa roba è del mio amico Marco De Veglia, una volta mi ha detto… “la cosa migliore è trovare un mercato o dei mercati dove si vende qualcosa che piace anche a te” – quindi la storia non è tanto difficile da capire, non serve una passione “estrema” a tutti i costi, l’importante è che ci sia interesse.
Quindi quando qualcuno che è alle prime armi si chiede che pesci pigliare dovrebbe farsi suonare nella sua testa questa frase: “cosa posso vendere a queste persone che piace anche a me?”
Un saluto affettuoso a te
Completamente d’accordo con Salvatore
Ciao Vale,
io sono troppo nuovo, troppo genuino e troppo incompetente
per fare delle analisi complesse come ho letto in alcuni commenti,
fatti sicuramente da persone che ne sanno molto ma molto piu
di me…
La mia opinione al riguardo e’ che quando una persona dedica
anima e corpo alla realizzazione di un prodotto non ci sono
piu analisi di questo tipo da fare, perche’ la mia sequenza
(che sara’ la meno professionale di tutte…:) ) e’ e sara’ sempre:
1) un sistema mi da risultati e mi piace molto?
2) se si faccio subito il prodotto, al meglio delle mie possibilita’
3) fatto il prodotto, cerco di trasmettere tutto quello che
il prodotto ha dato a me (quindi esiste il prodotto,non lo immagino)
nella salesletter, ma non sempre riesco, il copywr… non e’ il mio
forte!
4) i risultati se l’hai fatto con il cuore arrivano, o forse sono
io che vedo tutto sempre troppo positivo…
Questa e’ la mia sequenza con i punteggi da 1 a 10:
professionalita’ = 0?
analisi di mercato = 0?
puo’ darsi, ma alla voce passione c’e 10!
E questo penso che alla lunga mi porti da arrivare
ai risultati che spero.
Non e’ un intervento molto professionale il mio
valerio, ma e’ solo un messaggio rivolto anche alle
persone che hanno appena iniziato questa avventura
e stanno impazzendo in questo mondo fatto di sigle,
di termini inglesi e di analisi che ormai hanno raggiunto
livelli di complessita’ che scoraggerebbero chiunque.
Quindi forza con l’impegno, il resto lo fanno passione
ed onesta’, e questo secondo me sorpassa tutti i test
del mondo…!
Scusa lo sfogo, ma una mia opinione te la volevo lasciare,
sai quanto apprezzo il tuo lavoro.
Ciao e Buon Lavoro!
Alessandro
Tu hai talento da vendere Alessandro, il copywriting non è qualcosa che dovresti sottovalutare, è una medicina cattiva ma fa bene alla lunga ti aiuta a comunicare meglio i benefici del tuo prodotto
un saluto
Aaahhh, due mie maestri nella stessa conversazione! 🙂
Alessandro, grazie per la ventata di aria fresca! la genuinità è la medicina per tanti di noi.
E i valori buoni! I valori buoni salveranno le economie. Lo dico io?
Hai presente, quell’aria che c’era tanto tempo fa? Nella mia città ai tempi di Rugantino, forse…
Oggi Roma è come il paese: senza un carattere, amorfa, grigia, passiva, ipocrita, piena di gente che “vorrei AVERE ma faccio finta che posso”. A roma si dice “fasulli”, oppure “piangono il morto (e le sciagure della cronaca) e fregano il vivo.
Scusate, sembra retorica, ma proprio “PE’ GNIENTE”. 🙂
nb: pardon, il titolo del libro su amazon è: When Core Values Are Strategic (How the Basic Values of Procter & Gamble Transformed Leadership at Fortune 500 Companies)
Scusa Walter ma ho eliminato il link di affiliazione relativo al libro su amazon perchè inappropriato e non funzionale ai fini dei commenti, se tutti facessero così tanti saluti a tuttie viva allo spam
Lo ripeto come ho già detto altre volte, se uno vuole postare dei link in maniera non invasiva utilizzate il nome del gravatar per farlo.
naturalmente non è stato intenzionale, non avrei motivo di farlo proprio qui.
volevo solo condividere il libro, evidentemente non mi ero accorto di essere loggato su amazon.
la prova è che in un secondo commento ho riportato il solo titolo. 🙂
Ommioddio, quella del pulsante falso proprio non l’ho capita. Ma cosa intendeva? Un pulsante che non rimanda a nulla o un pulsante che rimanda a un gateaway di prova? Boh, in ogni caso è un danno bestiale.
Hai detto grandissime cose Valerio, e sono d’accordo quasi su tutto. Ci sono due cose su cui io mi muovo in maniera leggermente diversa.
1. quando devo testare un mercato già consolidato non mi limito a guardare i TOP 3 italiani ( anche perchè, essendo l’italia ancora molto arretrata nel marketing online, i top 3 potrebbero non esistere o non essere realmente competenti ), ma guardo i top 3 americani. Proprio perchè da loro il mercato è più competitivo, la richiesta di bravura e di valore è molto più elevata;
2. se devo testare un mercato in cui sono indeciso, anzichè creare un prodotto, utilizzo una vecchia tecnica di marketing. Praticamente cerco un prodotto promuovibile tramite affiliazione. Non importa se le commissioni sono alte. Quel che importa è che il prodotto sia nella fascia di prezzo e abbia un target simile a quello che intendo coinvolgere io. A questo punto compro il prodotto, me lo studio bene e creo una pagina di vendita per quel prodotto. All’interno della pagina di vendita inserirò dei pulsanti di acquisto che rimandano al carrello elettronico del proprietario del prodotto con il mio codice affiliato. A questo punto ho a disposizione una pagina vendita valida per un prodotto valido. Se converte posso approfondire il mercato e lavorare sui report come suggerisci tu. Altrimenti cerco di capire se vale veramente la pena approfondire la ricerca facendo altri test oppure no.
A presto 🙂
Bell’intervento Enrico, si daccordo con te che se uno si rivolge al mercato USA (meglio mondiale), soprattutto quando la nicchia è poco popolata e ci sono pochi autori italiani.
Invece riguardo al pulsante falso è uno strategemma utilizzato dai tempi della prima ondata di internet marketing in ITALIA (2008) – oggi alcuno lo stanno ripescando, ma non funziona come dicono.
Per me ciò che funziona meglio è l’approccio del prodotto rapido e lettera scritta in contemporanea o quasi. Anche l’idea del test in affiliazione è ottima.
Ma vista la fatica e l’impegno richiesto forse conviene direttamente creare il prodotto, visto che tanto prima te lo devi studiare il merchant, poi crei una pagina ad hoc e poi si vede se converte.
Su tutto, penso che l’unica cosa veramente interessante sia la riflessione/considerazione scaturita grazie al post di Valerio (con tutte le opinioni comprese).
Come ho detto piu’ volte nei miei articoli, nella mia visione di marketing preferisco puntare a quello che cercano i miei lettori/iscritti/clienti (cio’ di cui hanno bisogno, le richieste che mi scrivono). Poi unisco il tutto con le mie passioni…
1) esistono nicchie su cui non serve il marketing per vendere (vanno da sole)
2) da quello che ho capito, in Italia c’è diversa gente che si improvvisa “Marketer” di prodotti digitali senza sapere neanche cosa sia il marketing
E’ una mia opinione… buon lavoro a tutti! 😉
Ciao Valerio,
grazie per aver condiviso questa chat, sicuramente è molto interessante.
Personalmente credo che nel marketing on-line esistono molte strategie, alcune etiche
altre meno, ma è inutile dare giudizi in merito, non è il mio mestiere.
Quello che posso dire è che nella vita quello che dai ti torna;
Questo è sufficiente per analizzare questa questione.
Il tempo che abbiamo per testare le nostre strategie è limitato (chissà quanto di sarà voluto)
per testare tutti quei mercati e scrivere le lettere …
Il tempo che abbiamo dunque possiamo sfruttarlo come meglio crediamo, ma ne tesorizzeremo
solamente quello impiegato nella maniera opportuna.
Possiamo fare tutti i test che vogliamo, e non siamo qui per giudicare; quindi va bene il lavoro del marketer misterioso, anzi spero che i suoi test gli tornino utili, ma io che al momento dedico molto tempo a quest’attività su una sola nicchia, sto facendo una fatica immane per
guadagnare fiducia; e la fiducia, ti ci insegni è veramente tutto.
Non parlo di passione, magari la passione è proprio nel marketing, quindi magari è divertente testare mercati e le reazioni della gente; io personalmente dedico la mia vita ad altro, ma mi rendo conto che oltre ad avere tempo limitato, ho energie limitate e non potrei fare tutto questo senza entrare in una spirale meccanica …
A questo punto continuo a fare il mio lavoro attuale, che è sicuro, bene retribuito anche se freddo ed inutile…
grazie per la possiblità di riflessione
Conosco anche io moltissimi pseudo-marketer che non testano assolutamente NIENTE, limitandosi a pubblicare le pagine di vendita con i loro prodotti, ma questa non l’avevo mai sentita 🙂
Direi che è un ottimo metodo … per partire con il piede SBAGLIATO. Un business Online si costruisce mattone dopo mattone e sopratutto con un buon personal branding, come dicevano giustamente anche i commenti di chi mi ha preceduto. Sicuramente impostare i primi passi sulla “falsità” non aiuta certamente ad accrescere il proprio brand.
Ok, probabilmente queste persone inseriranno nomi e cognomi fittizi, ma è altrettanto probabile che non si metteranno a scrivere da zero la pagina di vendita “definitiva” (se non fossero pigri avrebbero impiegato il loro tempo per fare ben altro) e quindi bene o male i contenuti saranno questi. Magari prima o poi faranno questi test con delle videolettere di vendita e quindi la loro voce o i loro video saranno gli stessi … quello che voglio dire quindi è che prima o poi la gente se ne accorgerà, gli utenti di Internet non sono stupidi.
Per quanto mi riguarda chi opera in questo modo non fa altro che buttarsi la zappa sui piedi. Sarà la “selezione naturale” di internet ad eliminarli con il tempo, come ho visto già nel corso di questi ultimi anni in cui lavoro nel web marketing. 🙂
ottimo spunto, Vale complimenti come sempre.
Questo non solo il marketing online ma in qualsiasi tipo vendita. Come si può vendere qualcosa di cui non se ne è pienamente convinti?
Non ci trovo nulla di male nel “romanzare” una situazione o un concetto.. sempre che qui sia stato fatto.. ma poi cosa cambia?!
Il concetto alla fine mi sembra chiaro ed esplicito e quello che conta è questo!
Ti conosco da una vita e so benissimo come sei ed il tuo modo, originale di sicuro, romanzato un pò meno, soprattutto direi onesto e purtroppo, te lo dico da una vita ma sei negato nel fare questo concetto tuo, e forse è meglio così: sei incapace di pensare male degli altri e di aspettarti del male..
Forse proprio perchè dentro di te sei talmente limpido e pulito che non vedi proprio il motivo per cui qualcuno dovrebbe non prenderti sul serio e volerti danneggiare.
Grazie sempre per come sei e per le tue perle di saggezza, che gli altri le capiscano o meno.
Dani sei troppo buona con me, sono io che ti ringrazio, direi che alla fine ciò che conta è il risultato finale. E questo è percepito da pochi, ma non conta, l’importante è che arrivi a qualcuno. Si sa, la maggior parte si perderanno nel fiume, altri resteranno a bagnarsi nell’acqua. E pochi cercheranno di trovare il sole, anche se non lo vedono più 🙂
Ciao Valerio, grazie per i contenuti preziosi che offri come sempre. Mi piacerebbe tanto sapere il nome di questo marketer…
Non sono un esperto di campagne promozionali, ma so per certo che la lettera di vendita si dovrebbe fare di pari passo alla creazione dell’infoprodotto da promuovere, poi fare la campagna testando il mercato, almeno questa è la procedura più corretta.
Credo sia sempre valido il detto, chi inizia bene è a metà dell’opera!
Saluti
Franco
ciao Valerio
Grazie
Puoi elencare i passi per testare un mercato?
Come scovare nicchie di mercato?
ho già risposto a questa domanda in questo articolo. https://www.valerioconti.com/blog/come-non-fallire-in-qualsiasi-nicchia/
Ciao Valerio, ti voglio bene!
Tu sei pulito, onesto e generoso, e degno della massima fiducia, e comunque vincente e felice, perché sei assediato da persone che ti seguono e ti stimano.
Vai avanti dritto così: te lo dice una nonna che ancora ‘sogna’ e conserva un (consistente) lato bambino, e ti ammira senza condizioni.
L’onestà paga e APPAGA: chi viaggia nella tua stessa lunghezza d’onda ti capisce e ti ama. L’uomo non vive di solo pane, ma anche della soddisfazione che gli dà il proprio lavoro, fatto con passione, un lavoro che non si limita al lato economico: c’è l’entusiasmo nel fare qualcosa di buono e utile, il benessere di chi si corica con la coscienza in ordine … Il piacere di avere tanti amici!
Ciao, caro!
Giuliana, sono senza parole, grazie per tutto! hai tutta la mia stima e gratitudine, colgo bene quando qualcuno mi scrive con parole sincere e trasparenti. Se ti serve qualcosa scrivimi pure via email. Un abbraccio sincero
A proposito del commento di Alex, credo che i passaggi della creazione genuina e l’applicazione del copywriting possano e debbano coesistere, l’uno non escludendo l’altro… Ma se la genuinità, l’interesse sincero e spontaneo nella creazione di un prodotto sono anche solo poco al di sotto del 100%, inutile parlare di copywriting come strategia di completamento di una base che non c’è. Prima il lavoro finito, onesto al 100% – condizione indispensabile – poi anche una buona presentazione che come dice Valerio avvalori ulteriormente il lavoro già svolto con passione e dedizione autentiche. Il pensare prima alla lettera di vendita potrà forse essere utile a chi crea giusto per riordinare qualche idea, non di certo per raggirare potenziali acquirenti! Almeno così la vedo io… ribadisco i complimenti di mia mamma (qui sopra) 😀
La motivazione che porta alcuni esperti a creare prima le pagine di vendita e poi il prodotto è puramente pratica. Loro sostengono che occorra essere rapidi e non perdere tempo nel processo se il mercato non c’è. Dunque quello che fanno è prendere una lettera di un concorrente inglese, una lettera che converte bene (possibilmente se la traducono dal mercato di clickbank) e verificano subito se esiste una sufficiente risposta alla domanda in lingua italiana. In questo processo hai sprecato il minimo tempo e hai effettivamente una misura molto attendibile di cosa quel pubblico puoi aspettarti che acquisterà in seguito. Il sistema è bello, è veloce, è semplice.
Ma non dobbiamo dimenticare che
1 – La lettera tradotta deve considerarsi solo un test, e un test rapido, per verificare la domanda di mercato.
2 – Le 2-3 vendite che farai le dovrai rimborsare immediatamente giustificando l’azione appropriatamente e mandando un omaggio
3 – Se vogliamo agire con etica questo procedimento non accorcia per nulla il brodo, visto che dovremo comunque rifare una lettera simile, creare un prodotto simile e alla fine dei conti rifare un test da capo….
Ciao Valerio,
sono d’accordo con la tua strategia sia per una questione etica che pratica. Intendo dire che se cerchi di vendere qualcosa che neanche esiste la tua comunicazione a livello energetico sottile subliminale e chiamalo come vuoi non sarà un gran ché !…
Ma ho una domanda da porti. Non ho capito a chi il tuo interlocutore abbia indirizzato la sua pagina test di vendita poiché nel dialogo non si fa menzione di mailing list. E’ possibile “lanciare” nell’etere una pagina di vendita senza lista ?
Ciao e grazie.
Susanna
Susanna certo che è possibile, anzi è un obbligo nella fase iniziale di testing, quando non sai se creare una lista può realmente aumentare le conversion. E’ un caso raro, ma succede, specialmente in tutti quei mercati fatti di gente che non investirà MAI un singolo centesimo in informazione online. E’ il caso di molti settori dove la domanda è debolissima e la ricerca di informazione gratuita la fa da padrone. Il problema di questi mercati (vedi ad esempio video games, e altre nicchie di hobbies vicine) è che non sono legate a problematiche urgenti e “sofferte”. In gran parte la domanda è un domanda soft e questo significa che cercare di vendere informazione a queste persone è uno spreco di tempo, a meno che uno non ha una passione immensa nel settore e conosce ogni angolatura dello stesso, ma anche alti budget da investire.
Il problema di chi si ostina a cercare nicchie senza concorrenza è questo. La maggior parte delle volte sono scarsamente monetizzabili anche se i numeri di google dicono che ci sono tonnellate di visite e ricerche mensili (ma non è gente che cerca qualcosa da comprare). Altre volte invece la domanda va creata da zero e anche questo è un rischio, dal momento che un principiante non riuscirà mai in questa impresa.
Tuttavia per chi ci prova e vuole capire quanto è forte il potere di acquisto di un certo settore, allora la prima cosa da fare è avere quel particolare prodotto, con la lettera di vendita pronta, e acquistare velocemente 200-400 max visite in target. In tal modo se uno fa anche una solta vendita, quello è il segnale che è utile creare una squeeze page per aumentare le conversion. Se vendite non se ne fanno, inutile perderci tempo e creare follow up- squeeze e varie.
Spero di aver chiarito il dubbio
un abbraccio
Valerio interessantissima questa conversazione, conoscere il lavoro dei marketer dietro le quinte è probabilmente più istruttivo di un corso di 1000 pagine.
Ciao Valerio !
Sono leggermente Basito sul Falso Pulsante…. Penso che sia da film Horror !!
Mentre leggevo ho provato a immedesimarmi su come si può creare una lettera di vendita avendo dubbi in partenza su quello che si sta facendo, nicchia e infoprodotto compreso.
E’ la stessa credibilità di un venditore di auto che decide di vendere una Fiat, senza conoscere nel il modello, motore, caratteristiche e nemmeno ha provato a guidarla!
Come può trasmettere un minimo di emozione all’ipotetico acquirente ???
Nella mia esperienza ho imparato che per vendere qualcosa, qualsiasi cosa, bisogna aver provato il prodotto, crederci , sentire i benefici su se stessi per trasmetterlo alle altre persone.
Questo è un modo Etico di Vendita dal mio punto di vista!
Un saluto a Tutti !!!
Ciao Valerio, ti seguo da un po’ con grande interesse, sei uno dei miei modelli di marketer preferiti: sintetico e preciso e senza edulcoranti.
Il famoso falso pulsante di pagamento l’ho provato anch’io. Come possibile acquirente.
Beh, devo dire che la delusione per la perdita di tempo e il non aver trovato il prodotto che mi interessava, mi ha fatto lasciare la pagina un po’ infastidita.
Non ho lasciato, quindi, gentilmente nessuna mia mail.
Lo so, faccio parte di quella categoria permalosa di persone che consumano molti infoprodotti perchè non hanno tempo da perdere e quindi non amano perdere tempo nemmeno per cliccare inutilmente su un falso pulsante 😛
A tale proposito mi piacerebbe sapere quanti cliccano sul falso pulsante e quanti poi lasciano l’indirizzo e-mail.
Ciao Marisa, grazie per la tua gentilezza e la stima che è tutta ricambiata. Parlando del pulsante falso non è una metodologia che mi sta particolarmente a cuore, anche se so che funziona e in molti la usano. Secondo me però alla fine non restituisce dati così attendibili come si potrebbe credere, non ci illudiamo. Io per primo spesso quando sono su una lettera di vendita clicco il pulsante di ordine solo per vedere cosa succede dopo. (si chiamatemi pazzo!). E anche per capire quanto è veloce o complessa la consegna digitale prima di acquistare sul serio. Molte persone mettono una pagina di ‘pre ordine’ subito dopo il pulsante, altri invece mandano subito su paypal. In ogni caso la percentuale di persone che tendenzialmente cliccano è elevata. Ma questo non signfica che sono tutte conversioni o potenziali vendite. E tra quelli che cliccano sono pochi quellie che poi lasciano la mail.
Posso dire con esattezza che la formula di lancio insegna cio’, cioe per i principianti a scrivere la lettera di vendita laterale, e fare un lancio seminale. Nn hai lista e nn hai prodotto, quindi vai ad interagire con chi clikka il tuo annuncio e chiedi al lettore di interagire con te, puoi accennare alla dieta per donne dai 40 in su che e’ una sotto nicchia del dimagrimento. Dopo di che continua dicendo che comprano ancora prima che creii il prodotto. Appena hai abbastanza feedback, (intanto hai gia’ intascato), poi crei il prodotto e spedisci. Questo e’ cio’ che insegna Jeff Walker. Ma nel merkato italiano. Quindi sappiamo tutti o quasi di chi parlo. Io a dire il vero sono abbastanza scettico riguardo questa tecnica.
La formula di lancio esiste da prima che la inventasse Jeff Walker, in realtà Walker l’ha solo ‘declinata’ tecnicamente e con una sua ‘grammatica’ specifica per Internet. I lanci esistevano da prima, si pensi al lancio del primo televisore a schermo piatto o prima ancora al lancio dell’ipod intorno ai primi 2000, molto prima dell’avvento dell’iphone. Ciò che insegna il modello di lancio prodotto è un concetto essenziale: osservare cosa vuole il mercato, vedere quali bisogni, problemi e necessità ha. Quindi far fare il lavoro sporco agli altri (concorrenti). In questo senso non è saggio testare la domanda, soprattutto se stiamo per lanciare qualcosa di innovativo. Bisogna invece osservare cosa fanno le brand leader. Se il mercato risponde bene, studi bene la situazione e te ne esci con un prodotto di qualità superiore promosso con un marketing migliore. Questa è l’essenza.