7 TRAPPOLE che ti impediscono di guadagnare online
Questo articolo è un po’ differente dalle solite pubblicazioni. Invece di mostrarti come avere successo, oggi ti mostrerò come fallire.
Ho infatti intenzione di illustrarti diverse ricette di fallimento assicurato per condurre alla rovina il tuo sito, il tuo prodotto o servizio, a prescindere dal modello di business scelto. Perché?
Perché una volta individuate queste ricette, scoprirai con esattezza che cosa ti sta ostacolando dal riuscire a guadagnare sul serio quanto vorresti (o iniziare a fare i primi soldi se parti da zero).
Queste ricette sono veri e propri veleni ‘ammazza business’. Per ognuna, ti fornirò una cura appropriata che ti renderà perfettamente ‘immune’ a quello specifico veleno ‘succhia soldi’, e ‘succhia tempo’, e capirai come sorvolare l’ostacolo prima che ti ‘intrappoli…’
Ricetta di fallimento #1: Vendere qualcosa che non capisci
Questa è molto probabilmente la più letale tra le ricette di fallimento. Non dovresti MAI (sottolineo MAI) cercare di vendere qualcosa che non conosci bene, che non riesci a capire, o di cui non sei almeno un minimo esperto.
In poche parole, giusto per fare un esempio nel nostro mercato, non cercare di vendere corsi per ‘internet marketer’ se non hai mai fatto soldi nell’internet marketing. Non provare a vendere corsi di seduzione, di dimagrimento, o qualsiasi altro argomento, se non ti interessa, non ci capisci nulla e non vuoi imparare.
Saresti supportato solo dal tuo marketing, ma il marketing da solo non ti farà avere una profonda visione del mercato. Questa la puoi ottenere solo se sei motivato a capire e comprendere il tuo mercato, immergendoti nelle problematiche della nicchia per tentare di risolverle. E questo richiede tempo. Ed è l’unica cosa che ti porterà soldi.
Se ti piace il giardinaggio, allora trova un modo per sviluppare un sito e un prodotto sull’argomento. Se ti piace il tennis, crea un sito su questo.
Se sei appassionato di medicina naturale, e per il 90% del tempo ti ritrovi a navigare online per forum, blog, membership in cerca di approfondimenti (perché sono il tuo principale interesse), allora valuta di creare un sito e un prodotto su questo. Trova il modo di far convergere il tuo interesse in un prodotto da vendere.
Ricorda questo: i siti di maggior successo online non trattano di ‘opportunità di business’, ma sono siti di nicchia specializzati in uno specifico argomento che gode di un ampio mercato che lo cerca (e che è disposto a spendere soldi per approfondirlo)
Ricetta di fallimento #2: Creare un sito e lasciarlo lì a marcire
Troppe persone spendono migliaia di euro per farsi creare e ottimizzare da webmaster incompetenti un sito perfetto strutturalmente, nella vana illusione che già solo in questo modo inizierà a guadagnare in automatico. Queste persone creano il sito, aggiungono un paio di contenuti statici e poi lo lasciano a marcire lì nelle isole sperdute dell’oceano del web, dove lentamente inizierà a diventare un luogo arido e privo di vita.
Nessun sito monetizza in assenza di visitatori. E se vuoi traffico, allora devi imparare a generarlo.
Lo si può fare in due modi:
#1: Puoi decidere di investire denaro per attrarre traffico e visitatori in target al tuo sito, attraverso banner, DEM, o i canali PPC e ADS.
#2: Puoi investire tempo scrivendo articoli, facendo guest post, partecipando a forum, commentando i blog dei tuoi concorrenti, interagendo neli gruppi social … e altre decine di tecniche.
Nel 90% dei casi, se parti da zero, gli esperti di marketing ti diranno che investire tempo è molto piu produttivo dell’investimento in denaro, perché oltre ad ottenere visite gratis sul tuo sito, puoi gettarti direttamente sul campo per entrare in conversazione col tuo mercato.
Sembra un buon consiglio, ma …
Il mio suggerimento è: fallo se proprio sei a 0 € e non hai altra scelta. Se hai la possibilità di fare ads e adottare metodologie del secondo tipo (advertising) … allora sfruttale da subito.
Per due motivi: primo, perché libera il tuo tempo, e secondo perché le metodologie del secondo tipo sono le uniche misurabili e a sostenibili sul lungo periodo. Cosa che invece i metodi gratuiti non ti garantiscono.
Ci sono poi altri due problemi quando parliamo di traffico:
- Focalizzarsi su un’unica strategia di traffico
- Focalizzarsi su multiple strategie senza eccellere in nessuna.
Entrambi sono degli errori.
La strada ideale è prendere una singola strategia, diventarne padrone, per poi integrarne altre gradualmente, un passo alla volta, diversificando le fonti.
Una volta che hai dato uno sguardo approfondito alle statistiche, puoi potenziare il tuo marketing in quelle aree in cui già funziona bene. E hai la possibilità di correggere il tiro in quelle che ti funzionano poco o nulla.
La regola è di osservare e studiare le statistiche, prevedere l’andamento, e pianificare la strategia in maniera da avere il massimo controllo dei propri risultati. Idealmente tieni e migliora ciò che funziona. Cancella ciò che non funziona.
Ricetta di fallimento #3: Non raccogliere indirizzi email
Ottenere traffico in target non basta. Ti servirà anche un sistema per riciclare il traffico acquisito. Cioè un sistema che ti consenta di interagire con i visitatori per non perderli successivamente alla prima visita. Un sistema di “aggiornamenti” online, che noi chiamiamo ‘mailing list’.
Perché è importante?
Mettiamola così. Se un visitatore non si fida abbastanza di te da lasciarti l’indirizzo email, che è l’azione di conversione minima, figurati se questo si converte in acquirente e compra un prodotto o servizio che potresti voler promuovere. Non hai alcuna possibilità di vendere niente a questa persona, nè ora nè mai.
Ecco perchè è meglio scremare subito il traffico, lavorando con coloro che ci danno l’email. Perché è già un primo ‘si’ mi interessa.
Perciò non pensare che un blog sia abbastanza. Un blog ha una frazione del potere di vendita che può avere una mailing list.
E se lavori solo di ‘social’, non illuderti che il solo pixel ‘addestrato’ e il retargeting e le tue audience siano abbastanza. Ti basta un BAN per dover rifare tutto da capo.
L’esperienza in ogni nicchia e in ogni mercato esistente ci dimostra con prove concrete che anche nel 2020, creare e costruire la propria mailing list è il sistema più attendibile e affidabile sul lungo termine per generare profitti costanti e sicuri.
Se fino ad oggi hai continuato a rimandare la costruzione di una tua mailing list, ogni giorno che passa sono soldi sul tavolo che lasci.
E allora ecco 3 azioni a tappeto da fare IMMEDIATAMENTE:
1 . La prima cosa da fare è creare una tua newsletter informativa, l’idea è di creare dei contenuti di altissimo valore che non siano visibili altrove (neanche su un blog, se ne hai uno), ma che condividerai con i tuoi lettori più fedeli solo via email, a intervalli regolari (es: una volta a settimana).
2. La seconda cosa da fare è creare una pagina ‘cattura nome’ (anche detta squeeze page), che è la pagina dove spingerai i visitatori ad iscriversi alla tua mailing list mostrando loro i benefici del farlo, e gli ‘svantaggi’ del non farlo.
3. Offri, oltre all’abbonamento settimanale alla newsletter, un omaggio gratuito immediatamente scaricabile subito dopo l’iscrizione. Questo rappresenta un ulteriore incentivo all’ascrizione. Una cosa che funziona sempre è offrire un report gratuito. E’ determinante che il tuo report sia di grande qualità, perchè vuoi subito farti percepire come esperto del tuo campo, e vuoi che i tuoi iscritti sappiamo fin da ora che invierai loro solo materiale di alto livello, che sarà di loro interesse.
Tieni presente questa regola:
Hai bisogno di X numero di persone che arrivano alla tua pagina per convincere Y numero di persone a iscriversi, che finiscono per produrti un ammontare Z di denaro. Naturalmente, vuoi che la maggior parte delle persone che visiteranno il tuo sito si iscrivano alla tua lista. Migliori conversioni riesci a ricavare, e maggiori trucchi puoi usare.
Per prima cosa, con una conversione superiore, puoi anche permetterti di pagare di più quando si tratta di acquistare traffico, e ciò ti da un vantaggio competitivo non indifferente. In secondo luogo, puoi anche pagare per lo stesso ammontare di traffico, ma guadagnare di più per ogni singolo visitatore. In altre parole puoi aumentare i profitti potenziali, senza sforzi ulteriori.
Ricetta di fallimento # 4 – Assenza di bilanciamento
Questo è davvero un grosso ostacolo, molto grosso. La mancanza di bilanciamento è uno dei più terribili errori castra profitto, specialmente nell’email marketing e nella comunicazione con la tua lista.
L’assenza di bilanciamento si riscontra in due problemi comuni che sono due facce della stessa medaglia, il primo dei quali è:
Pre-vendita assente o troppo pressante
Credo che non ci sia neanche bisogno di dirlo. Il miglior modo per ‘ammazzare’ la tua lista di iscritti è mandare fin dal primo giorno quella sfilza odiosa di “ultime 24 ore, ora o mai piu, l’offerta sta per scadere”…
E’ da evitare anche l’atteggiamento opposto, ciò fare un’offerta solo una volta ogni 10 anni. Anche questo conduce alla distruzione della tua lista.
Non dovresti mai creare sequenze interminabili email di solo contenuto, e senza niente da vendere. In questo modo educherai il tuo pubblico e a ricevere solo cose gratis, ma soprattutto alla lunga li annoierai e apriranno sempre meno le tue email.
Evita tutto questo. Ogni tuo sforzo deve essere orientato alla pianificazione e creazione di un sistema di ‘presell’ per qualsiasi cosa tu faccia o condivida con i tuoi iscritti.
RIPETO: QUALSIASI COSA FAI
Ciò significa che ogni risorsa gratuita che condividi con loro, oltre a dare grande valore, dovrà sempre fare prevendita diretta o indiretta di un qualche tipo di offerta correlata o di approfondimento. Può essere qualcosa di tuo, o a cui sei affiliato. L’importante è che ci sia sempre una CTA e un invito ad approfondire.
Quindi, non creare 30 follow up di puro contenuto, e aspettarti al followup 31 di ottenere un esplosione di vendite con una singola email promozionale, ciò produrra solo 2 cose:
- Zero vendite
- Cancellazioni di massa dalla tua lista!
Anche se sembra contro intuitivo, cio’ che funziona in realtà per creare una lista altamente reattiva è educare all’acquisto i tuoi prospect fin dal primo giorno, bilanciando sapientemente alto valore e offerta di prodotti e servizi.
E veniamo ora al problema opposto, l’altro lato della medaglia quando parliamo di problemi di comunicazione.
Conversazione assente o troppo ricorrente
Un altro errore che potresti fare in ottica di scarso bilanciamento è non comunicare per nulla con i tuoi iscritti, oppure comunicare con i tuoi iscritti così spesso, da non dare loro il tempo di poter leggere nulla. Entrambe le cose ti condurranno a creare una lista di inattivi in breve tempo.
Ora attenzione, non sto dicendo che sia male comunicare con i tuoi iscritti spesso, ma che è un male se non hai niente di davvero significativo da dire. Anche qui il bilanciamento è tutto. Se sai dosare i tuoi contenuti a dovere, la tua newsletter potrebbe sopravvivere a lungo e tenere alta l’attenzione del tuo pubblico per settimane, mesi (persino anni – la mia newsletter esiste dal 2009).
Mettiamo che hai creato 30 email di newsletter, studiate nei minimi dettagli, con elementi di valore, storia, contenuti, presell. Sarebbe uno spreco mandare un’email al giorno ai tuoi iscritti, anche perchè non tutti riuscirebbero a seguirti, e moltissime email verrebbero perse.
Invece inviando una volta a settimana, ti assicuri che la maggior parte dei tuoi iscritti riesca a leggere le tue comunicazioni, meglio poi se lo fai alla stessa ora e nello stesso giorno, così da abituare le persone a ricevere le tue newsletter ad intervalli di tempo prestabiliti.
Ora, lavorando in questo modo, potresti coprire oltre 6 mesi di contenuti di follow up, senza strafare, senza voler risultare eccessivamente promozionale, dosando i contenuti in maniera misurata, con gran gusto e stile, facendo prevendita indiretta di prodotti e servizi.
In questo modo la macchina di vendita funzionerà, ma cosa più importante, mentre funziona e condividi anche grandi contenuti gratuiti, stabilisci le regole per costruire una lista sempre più reattiva e di qualità, che ti seguirà nei mesi e negli anni.
Ricetta di fallimento # 5 – Non differenziarti NETTAMENTE dalla concorrenza
Nei mercati online la concorrenza sta crescendo in fretta. Gli utenti della rete sono colpiti e migliaia di pubblicità ogni giorno, ma la loro attenzione e la loro fiducia sono ai livelli più bassi della storia. Di questo dobbiamo ringraziare i nuovi media (social).
La domanda da farsi in questo scenario è:
“Come puoi separarti nettamente dai tuoi concorrenti offrendo prodotti risolvono problemi simili ma con un vantaggio aggiuntivo? Come puoi diventare la SOLA scelta obbligata nel tuo mercato?”
Ecco il segreto.
Devi posizionarti come il piu’ rispettato, affidabile e autorevole esperto del tuo mercato.
E’ difficile? Non lo è se inizi a lavorare per essere visto come ‘specialista’ in qualcosa. E ora vediamo come puoi farlo con i tuoi iscritti
Una regola generale ampiamente diffusa è che per emergere in un mercato occorra condividere grandi contenuti e ottime risorse in anticipo. Questo è vero. Ma non è sufficiente per diventare l’unica scelta, Il Leader.
Qui non è questione di dare grandi contenuti. E’ questione di capire come entrare in conversazione col tuo mercato e creare una connessione unica con il pubblico che ti segue. Il trucco è tutto lì.
Il tuo obiettivo non è solo quello di essere visto come un’altra persona che condivide buone informazioni col suo mercato. C’è ne sono a tonnellate di persone che lo fanno.
Al contrario, lo scopo finale che vogliamo raggiungere è diventare colui da cui le persone acquisterebbero prodotti o servizi senza nemmeno leggere le pagine di vendita. In breve il leader.
Per raggiungere questo status in pochi mesi (e non anni) puoi giocarti la carta del ‘realista‘ (cosa di cui parlo approfonditamente nel mio programma ‘Brand Positioning Per Internet Marketer‘).
Comunque, in breve, l’arma vincente del realista è scavare più in profondità della concorrenza nell’indagine di mercato e fornire suggerimenti e consigli (supportati da prove) che vanno in ‘controtendenza‘ rispetto a ciò che si sta dicendo nel mercato.
Nessuno si è mai distinto in un mercato dicendo esattamente le stesse cose che dicono tutti gli altri. L’idea quindi è di condividere informazioni che i tuoi iscritti non ottengono da nessun altra parte.
Un buon punto di partenza per cominciare a creare questa connessione è condividere con i tuoi lettori ciò che NON FUNZIONA
1) Miti
2) Errori
3) Idee sbagliate
Un eccellente esempio di contenuto di questo tipo ce l’hai sotto il tuo naso (è questo articolo)
Chiediamoci quindi:
- Quali sono i miti, gli errori e le trappole nel tuo mercato in questo momento?
- Quali idee sbagliate stanno divulgando i tuoi concorrenti in questo esatto momento?
- Quali metodi, tecniche strategie funzionavano ieri e oggi non funzionano più e perché?
- Che cosa funziona OGGI? Qual è la verità?
- Quali sono le tue previsioni di mercato (uno sguardo al futuro). E perché sono attendibili?
Ricetta di fallimento # 6 – Vendere un solo prodotto
Quando crei il tuo primo prodotto, questo è il tuo primo risultato importante, ma è solo l’inizio di tutto. Da solo non ti può portare lontano. Si tratta di un primo step di start up, il più critico. C’è bisogno di molto di più per creare un reddito serio.
La tua attività inizierà a decollare sul serio nel momento in cui hai avrai a disposizione numerose offerte da proporre a nuovi e vecchi clienti, e strategicamente collegate tra loro.
Ricorda questa regola del marketing:
“E’ molto piu’ semplice vendere qualcosa ai tuoi clienti esistenti piuttosto che trovare in continuazione nuovi clienti a cui vendere per la prima volta”
Sulla base di questa premessa, ecco come agire: dopo aver creato il tuo primo prodotto, non ti fermare a quello. Segui la domanda di mercato e crea un secondo prodotto, poi un terzo e così via.
- Lo scopo è avere un intera serie di prodotti (preferibilmente report) di max 20, 30 pagine, contenenti informazioni di valore inaudito, ma che venderai a un prezzo ridicolo. Una volta tirati su una dozzina di questi questi prodotti, avrai occupato più o meno tutte le categorie vuote del mercato, ed è lì che le cose inizieranno a farsi interessanti.
- Guarda bene dopo qualche mese che hai creato molti di questi report… guarda quali di questi ti sta vendendo più di altri. Quindi su questi concentra le tue energie per espandere il tuo business e scalarlo in maniera efficace.
- Dai tuoi migliori report, farai nascere prodotti piu’ complessi e appetibili. E questi si venderanno bene perché sono stati i tuoi stessi clienti a richiederne l’esistenza!
Molti principianti, sotto consiglio dei falsi guru, si concentrano al contrario su quell’unico prodotto che hanno creato, promuovendolo nei canali social, quasi fino alla follia… per finire dopo anni, stremati, senza riuscire mai a guadagnare un centesimo (o guadagnando molto poco). Come è possibile? Perché ignorano la domanda di mercato!
Si intestardiscono presi dalle manie di perfezionismo e dalla paura di fallire, e così e lo espandono fino all’inverosimile, sprecando mesi, anni interi… per poi scoprire che non lo vuole comprare nessuno. In realtà il processo è molto piu’ semplice, e l’ho spiegato nel dettaglio in questo corso…
Ricetta di fallimento # 7 – Ignorare le strategie di ‘Lancio’
Se desideri vendere centinaia di copie del tuo infoprodotto (e fare profitti da migliaia di euro) in pochi giorni, se non in una manciata di ore, allora questo è l’errore che te lo impedirà…
- La maggior parte degli autori di ebook e infoprodotti non riesce a ricavare denaro reale dai propri prodotti perché questi hanno un ciclo di vendita che funziona al contrario
Mi spiego.
Nessun copywriter riesce ad andare oltre il 2% di conversione su qualsiasi lettera di vendita. Puoi usare tutti i trucchi psicologici e motivazionali che conosci ma non andrai mai oltre su traffico a ‘freddo’. E anche con le strategie di ricontatto ‘retargeting’ e persino con l’email marketing, molto raramente i migliori copywriter riescono ad andare oltre il 4%.
Bene, questo sarebbe il limite che nessuno supera ma…
Se ti dicessi che esiste un modo per arrivare persino a 40% di conversion (in vendite!) … mi crederesti?
Beh questo risultto è possibile grazie ad una appropriato piano di lancio, accuratamente progettto. Un piano di lancio è un incredibile strumento che può portare letteralmente profitti dieci volte superiori a quelli che otterresti normalmente con le regolari strategie di email marketing, semplicemente perché fa tutto il lavoro di pre-vendita al cospetto dei tuoi lettori prima ancora che qualcuno veda la lettera di vendita e il pulsante di acquisto.
Con un piano di lancio ben eseguito, nel momento in cui stai per mettere il tuo prodotto sul mercato, molti dei tuoi lettori e prospect avranno già tirato fuori le loro carte di credito, pronti a comprare. Proprio come fai tu quando il tuo autore preferito / cantante / star del cinema ha creato qualcosa di nuovo per te.
Dunque, come può un programma di lancio ben congegnato contribuire a creare un flusso costante di vendite del tuo infoprodotto per te?
Ecco come…
Primo: segnali alla tua audience (mailing list e liste social) dell’imminente lancio del tuo nuovo prodotto, così da testare subito l’interesse iniziale, e avere anche la possibilità di chiedere ai tuoi lettori cosa vogliono sapere in più su quell’argomento (in modo da affinare l’offerta sulle loro esigenze)
Secondo: rilasci una serie di contenuti gratuiti (come post, report o video) dal grande impatto emozionale che affrontino le problematiche “calde” del tuo mercato, offrendo ai tuoi lettori informazioni di immenso valore che non hanno mai reperito altrove.
Terzo: lanci al tuo pubblico un’irresistibile offerta a tempo/quantità limitata che posiziona il tuo infoprodotto come una fonte di informazione ad alto potenziale trasformativo che i tuoi lettori desiderano, e di cui hanno realmente bisogno, quindi inserisci uno o più elementi di urgenza che li spinga ad agire prima che l’offerta scada.
Questa è in realtà una versione molto semplificata di un programma di lancio prodotto completo.
Per il piano strategico avanzato, passo passo clicca qui >>
In ogni caso, solo lavorando su questi tre punti che hai appena visto puoi facilmente raddoppiare le vendite del tuo infoprodotto in pochissimi giorni.
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31 commenti in “7 TRAPPOLE che ti impediscono di guadagnare online”
Ottimo articolo, come sempre, Valerio. In particolare, la parte sul bilanciamento è veramente interessante.
C’è questa idea della facilità ed immediatezza del guadagno che inganna tantissime persone, ed è giusto sottolineare che il Business Online è un Lavoro, e come tale richiede una corretta pianificazione e costanza per vedere i risultati.
Wow! Che signor articolo!
Preciso, completo, utilissimo.
Posso farti una domanda, Valerio?
In questo processo di acquisizione e-mail, follow-up e vendita infoprodotti, che ruolo svolge la landing page? Cioè, in questo caso si parla di acquisire l’e-mail tramite un modulo inserito nella home page, e di indirizzare gli iscritti alle squeeze page dei prodotti.
E la landing page, quando entra in gioco?
E’ un elemento a sé? Come e quando ci arriva il lettore?
Ti ringrazio, io ho acquistato sia Rendite d’Emergenza che Segreti delle Squeeze Page e sono rimasta entusiasta della qualità di entrambi, soprattutto se rapportata al prezzo di vendita.
Ciao Giuliana, grazie per il feedback e la simpatia. Capisco il dubbio che hai. In realtà non c’è un ordine preciso in tal senso. L’idea di base nell’articolo è quella di creare in anticipo la newsletter e pianificare quindi la strategia di consegna delle email, settimanalmete. Una volta pronta, con tutti i contenuti, puoi pensare di iniziare a raccogliere indirizzi email, questo per evitare appunto di creare la lista e iniziarla a fare marcire senza farsi sentire piu’, o magari iniziare a scrivere ai tuo iscritti dopo un anno, quando hai il prodotto da vendere pronto, ma intanto loro si saranno dimenticati di te.
Quindi la prima cosa è avere una base di email già pronte e pianificate. La seconda cosa è iniziare a raccogliere email.
Ora, non c’è una regola fissa che dice ‘parti con una squeeze page’ e poi crei il blog e racogli la mail anche da li. Molti creano prima il blog, ci piazzano il form alla destra e iniziano a raccogliere email, ma io trovo che questo sistema non sia l’ideale per avere il massimo delle conversioni.
Io solitamente faccio in questo modo. Su wordpress si può rendere la home page iniziale di qualsiasi blog una pagina acchiappa nomi, ci vogliono solo 30 secondi per farlo, e 2 mofiche alle impostazioni. Poi, per alzare ancora le conversioni creo dei form piazzati alla destra del blog in qualsiasi pagina, e in ultima analisi un exit pop up per i visitatori che lasciano il blog.
Se per landing page intendi le lettere di vendita invece, questo è un elemento a sè, queste si devono focalizzare solo all’azione di conversione piu’ difficile, la vendita.
ATTENZIONE, Qui dici
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Cioè, in questo caso si parla di acquisire l’e-mail tramite un modulo inserito nella home page, e di indirizzare gli iscritti alle squeeze page dei prodotti. E la landing page, quando entra in gioco?
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No in quel caso non indirizziamo gli iscritti a una squeeze page, perché la squeeze page è già la ‘home page’ del blog stesso, con un semplice cambio di impostazioni
Con la modifica che ho suggerito, il tuo blog, diventa a tutti gli effetti (solo nella home page) una pagina acchiappa nomi (squeeze page), una cosa simile la puoi vedere qui, in questo altro blog dove collaboro:
http://alchimiadigitale.com/
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se invece il tuo dubbio riguarda il ‘quando’ e come ‘far vedere’ la tua pagina di vendita al tuo visitatore di prima visita, si può agire in 2 modi diversi. A seconda che si voglia procedere di automazione totale (lavorando poco o nulla) oppure si voglia creare il massimo profitto possibile dai propri visitatori.
Supponendo che hai un solo prodotto, se vuoi, volendo, pianifichi una semplice newsletter, delle buone followup e segui il funnel classico che prevede questa sequenza
TRAFFICO -> PAGINA CATTURA NOME -> LETTERA DI VENDITA – RICONTATTO EMAIL (7-8 FOLLOWUP)
Oppure puoi adottare un piano di lancio e lavorare in un modo completamente diverso, in questo caso il funnel è
TRAFFICO -> PAGINA CATTURA NOME -> NEWSLETTER di (min. 12 settimane) –> PRE-LANCIO —> LANCIO –> RITIRO DEL PRODOTTO
Comunque è un pò complicato da spiegare in un commento, spero che qualcosa si sia capito 🙂
Grazie mille, Valerio! 🙂
Personalmente non riesco a portare sufficiente traffico alle mie landing e creare di conseguenza una lista con un numero sufficiente di iscritti tale da poter lanciare il prodotto che ho creato.
Esiste un modello di landing da seguire che sia compatibile con le nuove regole di PPC o qualcuno che le crei?
Ciao Mario – il problema del traffico è l’eterno problema di noi tutti. E’ sempre troppo poco, anche quando ne abbiamo molto. Non uso Adwords da parecchio e ormai ci ho rinunciato. Si ci sono modelli da seguire, ma personalmente sono un killer di conversioni e finisci che spendi piu di quanto guadagni dalla pubblicità. Adwords ormai è solo per chi ha alti budget da investire, oppure per chi è in una nicchia che ha ancora poca concorrenza e dove il costo per click non è ancora proibitivo.
Ciao Valerio,complementi per l’articolo,davvero tutto molto interessante.Condivido tutto ciò che hai scritto perché spesso mi sono imbattuto in diversi problemi che mi hanno portato ad ottenere scarsi risultati nel mio tentativo di business nel campo dell’internet marketing,pur essendo qualcosa che mi appassiona tanto e per la quale ci metto l’anima per studiare e mettere in pratica.Secondo me uno degli errori più frequenti è lasciarsi prendere dalla fretta di voler guadagnare tanto e subito e buttarsi a capofitto su qualcosa che si pensa possa far raggiungere tali obbiettivi, e magari solo dopo un po’,dopo aver perso tempo e denaro ottenendo scarsi risultati ci si accorge che forse e meglio cambiare strada passando a un altra nicchia o cambiando strategie.Grazie per i preziosi consigli che dai ogni volta e complimenti anche per i tuoi prodotti.
Grande post!
😯
Ciao Valerio e ciao a tutti 😛
Questo articolo vale quasi un prodotto da vendere, a mio modesto parere.
Mi conferma la strada intrapresa.
Mi sono soffermato sulla focalizzazione per attrarre traffico. Che strategie migliori usare.
Credo di essere carente in questo aspetto e quindi il mio prossimo obiettivo sarà di migliorare e specializzarmi in questo ambito nei prossimi mesi.
Quindi cercherò di specializzarmi in una strategia di traffico e nel tempo diversificare con altre.
Grazie
Ciao Guido, ottima scelta, specializzati il piu’ possibile, fino a diventare primo in una categoria di mercato, non importa quanto ampio è il mercato, restringilo fino a diventare il TOP 1 in quell’ambito, ho dato uno sguardo al tuo blog e trovo che stai facendo un ottimo lavoro. Continua così.
Ottimo articolo.
E adesso la domanda:
Ma quelle lunghe monopagine tutte uguali funzionano ancora? …… insistere con quel modello non potrà diventare a breve la 10a ricetta di fallimento?
E’ un osservazione puramente personale, ma dopo tanti anni quel modello standard inizia a darmi un certo senso di irritazione; ovviamente la mia reazione personale non è poi così significativa, ma mi chiedevo se in un mondo dove tutto cambia così velocemente, il minisito di vendita invece è praticamente invariato da 10 anni.
Ciao, grazie e complimenti.
Fabrizio.
A questa domanda si può semplicemente rispondere in questo modo.
Quando un prodotto ti interessa preferisci avere poche informazioni o è meglio averne parecchie ‘precise’ e specifiche, in maniera da non sbagliare, specialmente se il costo è importante? Certamente la seconda…
La scrittura e il marketing a risposta diretta hanno funzionato in questo modo con le lettere per oltre 150 anni, non saranno certo i social network a spazzare via tutto questo e nemmeno il video marketing. Piuttosto qui sfugge un elemento essenziale. Qui non è questione di formato, scritto, audio, video, è questione di studiare come si deve il copy. E nessuno vuole farlo. Troppo faticoso.
Ultimamente ho visto fare lanci a gente ‘nota’ nel mercato, che poi si perde nel video di ‘vendita’ finale, dove ho visto tali orrori che mi sono messo le mani nei capelli, al punto da non credere possibile che video così mal congegnati possano vendere meglio di una buona lettera, che abbia indicazioni chiare, semplici, e impattanti.
La cosa che reputo assolutamente ridicola è che ormai certi esperti ‘sorvolano’ addirittura i bullet point! Troppo DIFFICILE crearli! Tanto oggi basta essere di bell’aspetto, basta fare gli attori, piazzare una bella storia commovente dall’impatto emozionale e hai praticamente concluso la vendita. Questo è il messaggio (sbagliato) che si vorrebbe fare passare…
… ma chi può essere in grado di vendere in questo modo? Te lo dico io… forse 1 persona su 10.000. Chi invece può essere in grado di vendere con una sales letter anche corta, e imparando 3-4 regole fondamentali di comunicazione? Molte più persone, garantito.
Le lettere lunghe servono, ma solo per servizi a costo elevato. Non ha alcun senso creare una lettera lunga per un prodotto da 10 euro. Non ci vuole tutto quel copy per convincere una persona a comprarti un prodotto da 10 euro.
La lettera scritta lunga è ormai vecchia? NO
Bisogna essere abili copywrter, ma ancora oggi le lettere lunghe sono quelle che convertono al TOP, con i giusti trigger, e la giusta impostazione.
Ovviamente non sto parlando di lettere lunghe fatte con i piedi, ma di ‘signore lettere’. Adesso con le nuove strategie che stanno diffondendo i nuovi ‘guru’ dei lanci, si parla di morte delle sales letter, ma è una completa idiozia.
Infatti io posso anche avere 3-4 pezzi di prelancio micidiali, e creare quella che si definisce ‘sales letter orizzontale’, che è in pratica una specie di lettera diluita a interavalli regolari, ma molti stanno approfittando di questa ‘innovazione’ per giustificare il fatto che non sanno un ‘h’ di copywriting, e si camuffano da abili marketer quando non lo sono. Addirittura nei video non mettono nemmeno il bullet point, perchè non li sanno creare. E questo rende ovviamente la vendita moolto piu’ difficile.
Infatti non dobbiamo stupirci se c’è una grande massa di gente che fa lanci di scarsa qualità e di scarso profitto (e ne monitoro diversi in molti mercati) e poi si lamenta perchè le strategie sono deboli e non funzionano. Non funzionano per un motivo. Perchè la lettera finale o il video finale che hai fatto faceva schifo. Fine.
Ripeto che non è questione di formato, scritto, audio, video, è questione di studiare come si deve il copywriting. E nessuno vuole farlo.
Ok, grazie.
Chiarito il dubbio (almeno credo 😉 ) , forse la mia irritazione è data da lettere scritte male .
Ciao Valerio, non ti smentisci mai, i tuoi articoli sono sempre una bomba, in fin dei conti l’internet marketing me lo hai insegnato tu come potrei dire il contrario, il discorso del traffico è sempre un tassello doloroso per vari motivi secondo me, se si fa a pagamento bisogna saper fare una buona campagna e con il nuovo Adwords è diventato incasinato mi pare, che ne pensi?
Mentre se si va via seo o social o quant’altro le tempistiche si allungano e non di poco a mio avviso anche se dopo stai li a vita.
In tutti i modi quando si inizia non ci sono grandi strategie tranne quella di sbattersi e provare provare e riprovare ancora, i tuoi suggerimenti e prodotti sono e lo dirò sempre “l’apertura mentale per chi non sa nulla di marketing” e anche per chi ne sa qualcosa, ma per guadagnare qualcosina online ci voglio parecchi sbagli sulla propria pelle questa è la mia esperienza, e secondo me avere anche una bella idea e magari avere un team di persone che ti aiutino.
Anche il fatto di creare una lista fin da subito sicuramente è la chiave di tutto, ma per crearla serve un servizio che spesso si paga, per questo mi sento di consigliare a chi si sta imbattendo nel IM un servizio gratuito come Mailchimp che ti fa registrare fino a 2000 email, ma l’autoresponder in tutti i modi non l’hai e lo devi pagare, ma per iniziare utilizzerei quello “sto per creare una serie di video su come si usa”, per chi si vuole fare le ossa.
Aweber per esempio a me non piace, mi sembra stile anni 80, e potente ma non mi piace tanto , non mi e mai piaciuto…è brutto!
Anche se tu insegni che è il copy “saper scrivere” che vende e sono d’accordo, c’era un detto che diceva un immagine vale più di 1000 parole! sarà vero?!?!?:-)
Secondo me tutto dipende dalla nicchia, ad esempio io ho un info prodotto che parla di grafica, e sicuramente più che belle parole e meglio metterci delle belle immagini oltre che belle parole che dici?
Un’altro esempio ho provato a vendere degli asciugamani in microfibra “figurati tu” e senza grandi lettere di persuasive e ha funzionato “faccio fatica a crederci” sicuro non diventi milionario anche perchè non è un infoprodotto ma un prodotto fisico e ci sono tutte le menate del caso, quindi il famoso report “scopri i segreti della microfibra” non mi è servito a molto ho dovuto inventarmi qualcosa di diverso.
L’internet marketing è un casino, lo sto facendo ormai da inizio 2012 e anche se “teoricamente” dovrei sapere tutto come squeez, sales, oto, presell,follow and company continuo a imparare cose nuove, mi sembra un mondo infinito senza sosta.
Volevo sapere cosa ne pensi di get response ho visto che lo hanno fatto in italiano, ci stavo facendo un pensierino, bella grafica da quello che si dice è performante, ne sai qualcosa in più?
Mi sembra un mix tra aweber e mailchimp, mi piacerebbe mollare questi due per usare get response.
Vabbè mi sono dilungato, un saluto Valerio,anche se non ti scrivo mai sul tuo blog ti seguo sempre di nascosto 🙂
ciao
Ciao Alessandro e grazie per la sincerità, l’ho molto apprezzata. Quando mi dici..
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Anche se tu insegni che è il copy “saper scrivere” che vende e sono d’accordo, c’era un detto che diceva un immagine vale più di 1000 parole! sarà vero?!?!?:-)
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Certamente, ci possono essere casi in cui un immagine converte, ma chiaramente sono eccezioni. Peché da sola un immagine non può comunicare tutto, non tutti i significati che vogliamo attribuirle e che ci servono spingere la vendita.
Anche le parole e la scrittura non posso essere infallibili, niente è infallibile e tutto è migliorabile, ma dobbiamo usare quanti piu strumenti e risorse possibili per farci comprendere al meglio dai nostri clienti.
Questo è il punto fondamentale. E si potrebbe sembrare la solita storiella dei pennellisti del verbale, paraverbale e non verbale, ma è piu’ complesso di così.
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“scopri i segreti della microfibra” non mi è servito a molto ho dovuto inventarmi qualcosa di diverso.
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Questo perché l’infomarketing non si adatta alla vendita di prodotti fisici, non sempre.
invece riguardo get response ti devo confessare che non l’ho mai provato, ma sembra molto interessante con l’opzione in Italiano, infatti ho visto che Alessandro vignolo ci ha creato un video tutorial, devo contattarlo per saperne di piu’.
Grazie per il tuo commento, ti lascio un saluto affettuoso
Utile e interessante.
Grazie
Ciao Valerio.
Articolo interessante anche se NON sono d’accordo su “Ricetta di fallimento #3 – Ricevere visite non in target”. Non desidero dilungarmi tanto, ma ci sono molti motivi per cui il traffico “Non targhetizzato” è importante eccome. Chi dice di no sta toppando, punto.
Ognuno puo’ pensare come vuole, mi è sembrato doveroso dire la mia perchè altrimenti la gente miscela idee errate come al solito. Giusto una semplice riflessione per capire: come mai vendono pubblicita’ in TV (non targhetizzata) a 100.000 / 1.000.000 di euro a spot?
Meditate gente, meditate… 😉
Ciao Massimo lieto di vederti qui dopo tanto tempo, capisco cosa intendi, il mio ragionamento però è rivolto a chi vende un prodotto o servizio di nicchia e vuole avere la possibilità di fare un’offerta al giusto target di persone, e magari non è LA SUPER AZIENDA che può spendere un 1 milione in pubblicità. La maggior parte di noi non può permettersi di sparare nel mucchio, ma questa è una cosa che tutti i direct marketer online anche d’oltreoceano insegnano, non ci si può permettere di farlo, primo perché per fare pubblicità di massa ci vogliono grandi investimenti, e secondo perché il ROI effettivo è minimo comparato a una campagna di marketing super targettizzata.
Faccio un esempio se io investo in pay per click e sono nel mercato della perdita del peso, e prendo in considerazione di voler ricevere la massima visibilità possibile, potrei decidere di spendre 1000 euro al giorno e puntare sulla parola chiave DIMAGRIRE in maniera da essere visibile OVUNQUE. Ma questo da solo non mi porta certo un ROI. Il ROI dipende da molteplici fattori, quali il copy, la comunicazione, il posizionamento, la percezione della brand che riesco a dare al visitatore quando mi trova per la prima volta.
Ovvio che la maggior parte della gente non è nelle condizioni di spendere 1000 euro al giorno per un ROI non sicuro e su keyword generiche. E’ diciamo un suicidio. La cosa che a noi interessa è prima di tutto focalizzarci come dei laser verso le giuste persone, e così se per esempio il mio prodotto si rivolge a ‘vecchie di 90 anni’ che vogliono dimagrire senza sforzo (esempio del tutto inventato) andrò a puntare a quello specifico target, che è sicuramente molto piccolo, ma colpisce un interesse specifico, e ciò magnetizza l’attenzione del giusto pubblico.
Il risultato forse non saranno milioni di euro, ma posso permettermi di investire con budget riddoti e andare in ROI.
comprendi il mio punto di vista?
Voglio aggiungere alla tua interessante osservazione, che a mio avviso il traffico NON TARGETTIZZATO Può essere sempre convertito, in un modo o nell’altro, ma non ne vale la pena se devi spendere un occhio della testa per farlo, e in ogni caso salvo strategie avanzate che so tu conosci per ricevere visite gratis, ricordiamoci sempre che traffic non targettizzato vuol dire gente che non è educata ad apprezzare la tua offerta e quindi dovrai lavorare dieci volte di più per formarla e ‘indottrinarla’ come dicono alcuni esperti, per convertirla in acquirenti.
Ripeto ha senso se sei una grossa azienda e puoi spendere, non ha senso sei sei una PMI o un piccolo lavoratore autonomo, perché sappiamo che il ROI sarà negativo in anticipo
Ciao valerio, e complimenti per l’articolo. La mia riflessione suona un po’ come una piccola provocazione e forse e’ un po’ diversa dalle considerazioni fatte qui sopra che ho letto con molta attenzione. In certi frangenti hai parlato di dare valore…oddio, io sono entrato in questo fantastico mondo dell’informarketing da qualche mese e ho gia sentito parlare della parola ” valore”. Ti diro’ di piu’ i primissimi giorni, quando incominciavo a fare le mie prime ricerche sul marketing on line, chiesi a marco de veglia che differenza esisteva fra un libro e un infoprodotto digitale. E gli chiesi:Nel mio infoprodotto posso riportare le informazioni scritte all’interno di un libro? Allora marco molto saggiamente mi rispose: ” qual e’ il motivo per cui la gente dovrebbe acquistare il tuo prodotto piuttosto che il libro? qual e’ il tuo valore aggiunto? Gia’ il valore….Una frase che sento spesso, ma che non e’ mai stata quantificata e misurata. Parlando con marco una volta mi ha detto che puoi avere un prodotto mediocre, ma se hai un marketing perfetto, quel prodotto lo vendi. E allora qui mi si e’ aperta una porta grandissima, pensando che forse era la veerita’…Faccio un piccolo pensiero: MACDONALDS…Beh tu ci sei mai andato? Hai mai assaggiato quelle specie di hamburger e patatine, che vengono non so da dove? Beh io si, ci sono stato e devo dire senza ombra di dubbio che quella roba fa schifo e fa’ anche male, visto le campagne che hanno fatto contro quella multinazionale. Guarda se ci mettiamo tutti e due ai fornelli, facciamo degli hamburger molto piu buoni…..pero’ noi in confronto a loro siamo due poveracci con rispetto parlando…eppure la gente prende d’assalto i loro punti vendita e lo fa’ in tutto il mondo….Allora dove’ la logica? Nelle parole di marco e cioe’ per vendere un prodotto la cosa piu importante diciamo l’80%, è il marketing…. e qui e’ d’obbligo un’altra riflessione: in italia forse siamo concentrati sul prodotto ma siamo scarsi nel trovare il metodo giusto per venderlo. Si parla di crisi, ma la vera crisi non esite nei portafogli ma nei cervelli. Allora la domanda che ti faccio e’ questa: cosa e’ il valore? come lo quantifichiamo, come lo misuriamo,…? Possiamo affermare che forse il valore e’ il marketing ma parita’ di contenuti? Ti abbraccio
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Quello che dice marco è vero. Ma lo è a metà se parliamo di infomarketing. Premettendo subito che se si ha un posizionamento scadente e un copy scadente (quello è il marketing) nessun prodotto anche di altissimo livello venderà bene, poi però in mancanza della ‘sostanza’ il successo del tuo marketing avrà vita breve. Perchè il marketing NON E’ IL TUO PRODOTTO, e’ solo la comunicazione e il modo in cui lo presenti.
Il concetto secondo cui è sufficiente avere un MARKETING strepitoso e poi te ne puoi fregare anche se hai un prodotto mediocre fa acqua da tutte le parti. Non è assolutamente vero. Perchè un prodotto mediocre, come conseguenza del NON AVERE VALORE reale, nel momento in cui lo si deve usare e sfruttare produrrà clienti insoddisfatti che logicamente non compreranno mai piu nulla da te.
Il valore è il perfetto bilanciamento tra la capacità del tuo marketing di comunicare perfettamente i benefici del tuo prodotto, e il reale potenziale trasformativo del prodotto stesso. Questo è in estrema sintesi il valore. Questo valore è tanto piu’ alto nel nostro mestiere quanto piu un prodotto si focalizza su tutte e 3 le tipologie di clienti che fanno acquisti online
1 – quelli che “fanno da sè” e comprano infoprodotti per ottenere il miglior rapporto tra risparmio di tempo e minor
fatica (l’approccio classico dell’infomarketing)
2 – quelli che vogliono un aiuto personalizzato e vogliono essere guidati lungo il cammino (coaching, consulenze, webinar)
3 – E infine ci sono coloro che desiderano semplicemente che tu faccia le cose e tutto il lavoro per loro (servizi chiavi in mano, modelli e sistemi pronti, automazioni di vario tipo)
Più in generale Più il tuo prodotto è focalizzato sul “fatto per te”, e più avrà un alto valore percepito
valerio hai detto bene, il marketing non e’ il prodotto ma e’ la comunicazione e il modo in cui lo presenti. Preciso una cosa, marco si e’ limitato a dire solo che nella vendita il marketing e’ l’80%, ma non mi ha parlato di mediocrita’ del. prodotto. Forse io impropriamente ho affibiato questo aggettivo in quanto ho visto che lo sforzo maggiore lo fai solo nel modo in cui vendi il prodotto e non sui suoi contenuti. Pero’ do’ per scontato che il prodotto deve avere contenuti diciamo normali e come dici tu ci deve essere un bilanciamento fra le due cose. Guarda io ho notato una cosa, alcuni infoprodotti che ho acquistato e che hanno anche un bel valore nei contenuti e che senz’ìaltro mi hanno aiutato nell’apprendere le nozioni per fare questo lavoro, hanno dei contenuti che si trovano in rete tranquillamente. Se ti metti con impegno, trovi tutto su internet…esiste un pero’, come hai accennato nella mia risposta: un buon infomarketing ti vende le sue nozioni e soluzioni in un prodotto, schematico, ordinato e pronto per l’uso, con un ottimo copy e un ottima comunicazione
Ciao Valerio e a tutti,
che dire, i tuoi post non aprono spiragli ma finestre d’aria fresca, volevo soffermarmi sul fatto che una immagine vale più di mille parole, non credo sia esattamente così, infatti se un venditore di mele mi fa vedere delle foto della sua bella frutta non è sufficiente per convincermi ad acquistare.
Come faccio a sapere quanto è buona se prima non l’assaggio? Se in qualche modo non mi descrive che: la sua frutta è biologica, è colta al momento giusto e non maturata nelle celle frigo, è di campo aperto e non di serra, coltivata nel terreno adatto e che mangiando la sua e non la concorrenza ho veramente dei vantaggi, pur spendendo di più.
E qui si torna al vecchio ma sempre validissimo sistema, una buona lettera di presentazione delle mele descrivendone le caratteristiche per acquisire contatti, seguita da dei report informativi, brevi ma efficaci, di approfondimento, per esempio informare del perché conviene mangiare frutta biologica, dopo di che invio di lettera di vendita.
In questo modo si hanno due effetti positivi, il primo è quello di targhettizzare (frutta biologica, di campo) il secondo è che il cliente si fidelizza in quanto si rende conto di avere a che fare con una persona seria, che conosce il mestiere ed é attento alla salute di chi acquista.
Sarebbe troppo semplice inserire un catalogo di mele nel sito e sparare a lettere cubitali “COMPRATE LE MIE MELE PERCHE’ SONO BUONE”.
Scusate l’esempio un po’ banale ma è un concetto che poi si rapporta negli infoprodotti, almeno credo funzioni in questo modo.
Ciao, vorrei chiarire il fatto del “una immagine vale più di mille parole”, forse mi sono spiegato male, non ho mai detto che basta mettere una immagine e finisce li, dico che secondo me creare una pagina di vendita di solo testo e immagini scadenti non è come creare un’immagine buona con un buon copy, se ad esempio metti una immagine con una cassetta di mele che si vede male con colori non nitidi non sarà mai come mettere una immagine fatta bene.
Anche io credo che se non scrivi cosa fa quel prodotto nessuno lo comprerà, ma per me una “grafica” per quel poco che uno ci puo mettere in una Sales fa la differenza rispetto una pagina di bassa qualità.
Quindi non è solo con una immagine che fa la differenza ma l’insieme del tutto che cambia.
ciao a tutti.
Un post stupendo caro Valerio!!!!
Sono un infomarketer alle prime armi e questi post sono delle vere chicche in questo momento; credo che le tue informazioni saranno molto utili!!
Complimenti queste informazioni che tu stai fornendo gratuitamente io le stò pagando a cara moneta 😀 😀 😀 😀
Buon lavoro appena possibile acquisto il tuo lavoro sulle rendite.
Caro Valerio condivido in larga parte il contenuto di questo post.
Le trappole nelle quali è più facile incappare sono proprio le prime due perché scattano all’inizio!!
#1 Vendere qualcosa che non capisci: è vero il solo marketing non fa miracoli si vede da km se non ti appassiona o se non capisci quello che cerchi di vendere.
#2 Creare un sito e lasciarlo lì a marcire: il proprio sito va aggiornato e se hai una passione per qualcosa lo aggiorni volentieri e con costanza.
La parte iniziale di un business è la più delicata e se si sbaglia a partire è la FINE.
Meglio, a mio parere, creare un blog semplice anche non molto professionale che parla di qualcosa che ci appassiona. Seguendo questa strada non si commettono i due errori iniziali che possono essere FATALI.
Buon lavoro Valerio!
Ciao Valerio!!!
Grazie per il “solito” eccezionale articolo!
Stavo cercando una pagina sul tuo blog sulla quale fare una domanda generica ma.. qui di generico non c’è nulla, solo roba super! Così ho trovato questa pagina e scrivo qui, e non ti scoccio in privato, dato che oltretutto la risposta può essere utile a molti altri.
Dato che sto organizzando lo start up per il mio solito progetto e devo chiarirmi qualche idea, ti chiedo questo: per produrre ebook e report devo fare una casa editrice? In caso contrario, cosa bisogna fare?
Lo so, sembra una domanda scema, ma la dovevo fare! 😀
Ciao Gianfranco, nessuna casa editrice è necessaria, puoi usare il metodo dell’autopubblicazione come insegniamo da anni, sui passi che bisogna fare non li posso riassumere in grande dettaglio in un semplice commento ma l’ho spiegato molto bene qui
=> http://reportmarketing.net
Comunque in estrema sintesi i 3 step fondamentali sono
1. posizionarsi in un mercato dove la gente spende denaro per consumare informazioni
2. osservare cosa fa la concorrenza e cosa vende a queste persone
3. fare meglio di loro seguendo le 3 p del report marketing (qualità, offerta e marketing superiore)
Grazie per considerare i miei contenuti roba ‘super’, se hai altre domande sono qui
Perfetto, il metodo dell’autopubblicazione era la risposta che mi serviva! 😉
Comunque se sul tuo prodotto da 297 € (che non ricordo nemmeno come si chiama, ma è quello “totale”) c’è tutto lo seguirò come si deve… grazie mille!
Ah, ho il dovere di avvisarti che la notifica di questo messaggio l’ho trovata sullo spam. Questo dalle prossime volte dovrebbe fartelo arrivare sempre nella posta in arrivo.
Grazie Gianfranco. In quel caso ti pregherei di segnalarlo come ‘non spam’.
Per adesso non l’ho fatto perché volevo vedere se c’è qualche aggeggio per evitare che finisca nello spam. Ora infatti questa notifica mi è arrivata nella posta regolare, quindi se hai fatto qualcosa ha funzionato! 😉