7 tattiche ‘sporche’ per ‘forzare’ i tuoi iscritti ad aprire sempre le tue email (e vendere prodotti o servizi più facilmente)

In questo veloce articolo sto per mostrarti 7 tattiche avanzate di marketing per persuadere i tuoi iscritti ad aprire sempre le tue email (e vendere molta più roba più facilmente).

Perché questo argomento è cruciale?

Perché l’email marketing ‘che vende’ parte sempre dalle buone aperture.

Ricorda questo:

Puoi anche avere un enorme mailing list fatta di milioni di persone, ma se non aprono le tue email non venderai mai niente!

Prima di mostrarti le 7 tattiche, voglio condividere con te un’importante lezione strettamente connessa a questo argomento che ho imparato recentemente a mie spese…

Il mio grande e stupido fallimento di marketing

Esattamente il 13 agosto dell’anno scorso – piu o meno dopo 2 lunghissimi anni, ho preparato una nuova edizione di quella che doveva essere una newsletter mensile in uno dei miei business paralleli (che – chiarisco fin da adesso – non avevo più il tempo di gestire).

Quello che è successo è che nel corso di questi 2 ultimi anni a quella lista non ho più mandato praticamente nulla, né promozioni, né articoli, né news.

Fino al 12 agosto, queste persone non sapevano nemmeno se io fossi ancora vivo o morto.

E’ passato talmente tanto tempo da quando ho interagito con loro, che tantissimi non si ricordavano più chi ero, né come ci erano finiti dentro la mia lista.

Del resto non mi potevo aspettare aperture email da top seller, ma nemmeno un crollo del 90% con CTR quasi a zero, cosa che mi ha un attimo mandato in crisi nei giorni successivi.

Anche se potrebbe essere controproducente per la mia reputazione, desidero condividere i dettagli di cosa è accaduto.

Perché?

Perché il semplice dirti la verità su questo mio incredibile errore è per me più importante del far finta di essere infallibile.

E perché so che non c’è migliore lezione dell’imparare dai ‘fallimenti’ di qualcun’altro.

Dunque, qual è stato il vero errore qui?

Al contrario di ciò che potresti immaginare, l’errore non ha a che fare con il fatto che non ho mandato email broadcast per due anni. La faccenda è leggermente più complessa, ma va capita. Procediamo con ordine.

Se mi segui da un po’, sai che ti ho sempre stressato fino alla nausea sull’importanza di stare in contatto ‘regolarmente’ con i tuoi iscritti e clienti.

Una delle cose che ti ho sempre raccomandato di fare è quella di creare diverse edizioni della tua newsletter in largo anticipo.

Ho spiegato l’intero processo di creazione di una newsletter di Serie A in questi articoli:

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Come ottenere una mailing list della massima qualità

3 Regole d’oro da rispettare prima di scrivere contenuto in qualsiasi nicchia

Listi building dilemma – Come creare sequenze email ‘vive’

10 modelli di follow up che rendono superflua la vendita

La domanda letale dell’email marketing che ti sta uccidento

Sistema ‘LAMPO’ per estrarre i soldi da una nicchia e diventare leader di mercato

Oltre la USP – il segreto per creare identità e appartenza nel mercato

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Senza riassumere tutto quello che ho condiviso in questi 7 articoli (che da soli valgono più di qualsiasi corso di email marketing a pagamento in ITALIA), la cosa da ricordare è questa:

Capisci che stai facendo un buon lavoro con la tua newsletter quando:

– Attraverso i tuoi contenuti e le informazioni che condividi, riesci a promuovere le tue offerte senza mai dare l’impressione di vendere.

– Senti una certa connessione emozionale con i tuoi lettori: le persone ti scrivono, ti chiedono consiglio e mostrano interesse in tutto quello che fai. Si instaura, cioè, un dialogo a due vie.

Adesso voglio aggiungere 2 cose che non ho menzionato in quei 7 articoli e che fanno una grossa differenza per aumentare ancora di più la qualità della tua newsletter.

(Sono proprio le due cose che io ho IGNORATO con la lista di cui ti parlavo poco fà)

Ci sono 2 elementi chiave che determinano il successo di una buona newsletter:

La tua newsletter deve avere per prima cosa:

Costanza in quantità:

Ciò significa pubblicare contenuto regolarmente a intervalli di tempo predefiniti, mensilmente oppure settimanalmente.

Esempio: Ogni Lunedì i tuoi iscritti possono aspettarsi di ricevere un nuovo report in PDF contenente un breve e utile articolo di 5 pagine con informazioni sempre fresche e sempre di valore.

La cosa importante è pubblicare costantemente alla frequenza che hai scelto, in maniera da abituare i tuoi prospect al tuo ‘tiro’ comunicativo.

Ancora più importante è la seconda chiave:

Costanza in qualità:

Cioè, pubblicare contenuto che si riveli sempre di qualità superiore alla concorrenza.

Si può fare in 2 modi.

Può essere superiore nella ‘SOSTANZA’. Ciò significa che condividi più informazioni utili di chiunque altro.

Oppure può essere superiore nello ‘STILE’.

Esempio: potresti condividere informazioni utili sul tuo argomento principale e, attraverso il tuo stile, riuscire ad aiutare le persone a sviluppare altre aree della propria vita a livello personale, sociale, motivazionale, spirituale.

Infine, la regola d’oro …

La tua newsletter dovrebbe sempre, in un modo o nell’altro, suscitare curiosità e interesse personale, e soprattutto creare identificazione (includere cioè qualcosa in cui il lettore si rispecchia), in maniera che chiunque la legga rimanga sempre costantemente affamato di leggere ogni edizione, e desideroso di ricevere la successiva.

Ho menzionato spesso gli altri ‘effetti collaterali’ di una buona newsletter: in ballo non c’è solo il profitto. I tuoi lettori infatti potrebbero fare molte altre cose per te.

Ti raccomanderanno ogni volta che possono. Parteciperanno ai tuoi progetti. Ti supporteranno nei forum, su altri blog, nei social, faranno passaparola perché credono in te e in ciò che fai.

Soprattutto… rimarranno iscritti con te molto tempo dopo aver fatto click sul pulsante “cancellami” dalle altre liste.

Saranno fedeli.

E non si può mettere un prezzo alla fedeltà.

Ed ecco in cosa consiste il mio errore …

Con quella lista che ti ho menzionato poco fa (in quell’ambito) non avevo progettato una newsletter in anticipo e non avevo alcun contenuto pronto o pianificato da consegnare con costanza.

Ancora peggio, non avevo alcun sistema (ad esempio un blog) che mi potesse consentire di restare in contatto regolare o scrivere qualche aggiornamento veloce per farmi sentire ogni tanto con queste persone, al di fuori della newsletter.

Mi ritrovavo letteralmente al cospetto di un mercato che ‘comprava’ e con centinaia di prospect interessati e affamati delle mie offerte, ma che avevo iniziato praticamente a IGNORARE.

Perché?

Semplicemente perchè non riuscivo mai a prendermi il tempo di sistemizzare a dovere quella dannata newsletter, in maniera da garantire un invio costante di tutte le edizioni per i successivi 4 anni.

Ho sostanzialmente lasciato soldi sul tavolo.

Puoi dire che sono stato stupido?

Si assolutamente, stupido!

La verità è che stavo portando avanti troppi progetti, e semplicemente questo non ero più in grado di gestirlo.

Impara dal mio errore.

Un errore commesso da fin troppi autori, blogger e proprietari di business al giorno d’oggi.

Cosa sbagliano tutti i marketer in quasi ogni settore, in Italia

Raramente ho conosciuto esperti o marketer che sono riusciti a mantenere il contatto con i propri prospect e clienti in modo continuativo e per lunghissimi periodi di tempo.

Molti di loro progettano follow up  e sequenze automatizzate per ricontattare i prospect, ma raramente ne creano più del numero standard.

Qual é il numero standard?

7 ricontatti sembrano essere lo standard per qualche ragione.

E quando la sequenza di 7 email si conclude, se l’iscritto non compra, lo cancellano dalla lista.

Altri ancora si focalizzano esclusivamente su tutti i nuovi clienti, ma solo per un breve periodo, ignorando del tuttto la grande massa dei clienti esistenti. Oppure, ricontattando questi ultimi solo in occasione di qualche offerta speciale, per poi di nuovo sparire nel NULLA.

Tutte queste cose portano a BRUCIARE la tua lista di iscritti.

Cosa puoi imparare da questo?

Il punto è che, a meno che tu non stia in contatto regolarmente con i tuoi lettori e iscritti (non importa la frequenza, ti ricordo, conta la costanza), loro semplicemente si dimenticheranno di te. E logicamente le tue email non verranno piu lette e aperte! E’ inevitabile.

Lascerai una piccola fortuna sul tavolo. Come ho fatto io.

Dunque, ecco il perché di tutta questa premessa…

I 7 trucchi che sto per condividere con te qui sotto, valgono a condizione che tu faccia un’attività di email marketing regolare con i tuoi lettori. Diversamente possono essere del tutto inefficaci o funzionare solo parzialmente.

Tieniti in contatto con loro costantemente e il tuo ‘open rate’ sarà sempre elevato.

Trucco 1 – Timing

La prima cosa da considerare per ottenere buone aperture delle tue email è inviare al momento giusto la mail. Secondo i miei testi di 10 anni di attività, il momento migliore per mandare un’email è alle 10.30 di mattina.

Qui sotto ti illustro un grafico, che riporta dal mio pannello Aweber le statistiche relative a un mio invio a un piccolo campione di 2000 persone.

L’invio è stato fatto a mezzanotte. (che corrisponde alle 6.pm – ora USA). Come si nota però, il picco di aperture si è avuto tra le 10:00 e le 11:00 di mattina del giorno dopo. (4.00 am ora USA)

listaUn’alternativa è agire nel pomeriggio. Un orario interessante che ho scoperto è intorno alle 17:00.

In quella fascia oraria infatti nessuno manda email, e anche se le aperture saranno comunque più lente rispetto al primo mattino, è quasi certo che la tua email resterà visibile a lungo in prima posizione nelle caselle di posta dei tuoi lettori, almeno fino a tarda sera.

Trucco 2 – Usa simboli sul campo ‘nome mittente’

Con così tante email ricevute ogni giorno, i tuoi prospect hanno il cervello in saturazione.

Soprattutto considerando quanti venditori e marketer stanno facendo la lotta per avere la loro attenzione ogni giorno. Ecco perché vuoi emergere dalla massa e distinguerti completamente da tutta la poltiglia che arriva loro giornalmente.

Potrebbe sorprenderti quanto sia efficace usare 2 semplici trattini o asterischi (*Valerio Conti*) intorno al campo relativo al mittente per avere immediatamente tutta l’attenzione delle persone dentro la tua lista e fare in modo che leggano subito il tuo oggetto, così da percepirti in maniera speciale e aprire le tue email!

Si, sembra uno stupido trucco quasi ‘assurdo’ e incredibilmente semplice, ma da solo ti permette di aumentare almeno del 50% le aperture di ogni tua email. Testalo immediatamente!

Trucco 3 – Usa un oggetto CORTO

Usare un oggetto breve ti aiuta a far risaltare il tuo messaggio immediatamente. Molte persone usano oggetti lunghi … Non farlo! Fai l’esatto opposto e tienilo sotto i 50 caratteri. Inoltre, cerca quando possibile, di usare la parola ‘tu’ nell’oggetto breve. Un altro trucco è usare i puntini ‘…’ o il punto interrogativo ‘?’ Oppure un numero nell’oggetto (es: 3 PDF gratis)

Sempre per gli oggetti corti, una cosa che spacca è l’uso di simboli e caratteri speciali (da usare comunque con cautela). A questa pagina di wikipedia puoi reperirne a centinaia:

L’uso di uno specifico simbolo o carattere speciale andrebbe adattato al contesto del messaggio. E’ una tecnica molto potente, tuttavia andrebbe usata solo in rare occasioni (lanci, news importanti), altrimenti perde di efficacia.

Esempio (mio recente):

♬ – La qualità dei musicisti che ti fa VENDERE di più …

Trucco 4 – inizia l’oggetto con parole ‘innesco’ scritte in maiuscolo e chiuse tra parentesi quadra

Nel caso in cui non ti sia chiaro di cosa sto parlando, ecco alcuni esempi…

  • [ATTENZIONE] qualcuno pagherà per questo!
  • [APRI] L’ultimo articolo sul BLOG (poi chiude)
  • [TOC TOC] – sei li?

Puoi provare anche l’inverso, cioè rendere la fine dell’oggetto come l’inizio di una call to action.

  • Questo e’ facile e converte da pazzi [DEVI VEDERLO]
  • La verita’ sul signoraggio … [ALTRO CHE COMPLOTTO]
  • Internet sta per finire? [LEGGI SUBITO]
  • Aprimi! [REGALO DENTRO]

Trucco 5 – Fornisci contenuti straordinari in ogni email

Quando qualcuno si iscrive alla tua lista per la prima volta, all’inizio è ben predisposto a leggere le email che mandi. L’attenzione i primi giorni è massima.

Ma nel giro di poche settimane l’interesse crolla significativamente.

Per via di questo, è fondamentale che le tue email iniziali (le prime 5-7) siano sempre ricche di contenuto ‘esplosivo’, utile, di valore, intrigante e che faccia trasparire un pizzico di personalità da parte tua.

Offrire grandi informazioni utili, con trucchi e segreti che l’iscritto può usare subito (e non stupide lettere promozionali camuffate) tiene sempre molto alto l’interesse e l’attenziene nei tuoi confronti.

Semplicemente, resti impresso nella mente del mercato più a lungo nel tempo. E tutto questo si riflette anche nelle aperture delle tue email.

Più occuperai un posto di primo piano nella mente del tuo lettore, e più lui sarà propenso ad aprire e leggere qualsiasi cosa scriverai o manderai via email (per mesi, anni), semplicemente perché gli piaci, ti apprezza, e sa che quello che mandi gli sarà sempre utile (non per ultimo, perché ama imparare da te).

Trucco 6 – Tieni rilevante il messaggio e costruisci anticipazione

Un altro modo per alzare il tuo ‘open rate’ è sfruttare il finale di ogni email per costruire anticipazione sul contenuto dell’email successiva.

Questa tecnica prende il nome di ‘open loop’, ed è uno dei piu potenti artifici di copywriting che puoi usare per tenere attiva l’attenzione dei tuoi lettori per tutto il corso delle tue sequenze email.

Ecco come funziona.

Esempio tratto dal finale di una email che mandai tempo fa ad una delle mie liste parallele:

“Tieni d’occhio la tua email, perché entro 48 ore da ora condividerò con te un altro importante trucco per suonare un ‘funk blues’ nello stile di Steve Ray Voughan, anche se parti da zero e non sai leggere lo spartito.”

Trucco 7 – NON usare una DOMANDA come OGGETTO dell’email

Le domande nell’oggetto possono essere pericolose. Sono un rischio.

Diffida dagli esperti che ti dicono di usare una domanda nell’oggetto dell’email per catturare l’attenzione delle persone in modo semplice e veloce.

Gli esperti di email marketing danno questo suggerimento perché credono che una domanda possa innescare curiosità e indurre confidenza nel lettore …

… e, apparentemente, la logica sembra dare loro ragione.

Fare una domanda ti da la sensazione di approcciare il lettore in modo più ‘diretto’. E potresti credere che aprirà piu facilmente la tua email.

Anche se ci sono casi in cui può funzionare …

NON FARLO!

In particolare modo evita di usare domande chiuse per cercare di catturare l’ettenzione delle persone.

Se proprio non puoi fare a meno di usare una domanda, trasformala in un’affermazione diretta e personale che riguarda solo te e il tuo lettore …

Un esempio?

Uno dei modi più intriganti di farlo è attraverso ciò che chiamo:

la domanda del falso appuntamento‘.

Questa è davvero una domanda particolarmente efficace, se usata come oggetto di un email (ma il concetto può essere facilmente adattato in altri contesti).

Come funziona?

Se la usiamo come oggetto dell’email suona più o meno come:

“Mi confermi il nostro incontro questo Venerdì?”

NOTA: Questo uno di quei casi in cui usare il tuo nome legato al tuo personal brand, piuttosto che un ‘brand name’ aziendale, funziona molto meglio.

Certamente potresti rispondere sì o no a questa domanda, ma è più facile pensare: “un attimo … quale è l’appuntamento di Venerdi? Quando ci siamo messi daccordo?”

Voilà … il tuo lettore APRE l’email. Obiettivo raggiunto.

Chiaramente, poi dovrai inventarti una valida scusa che giustifichi il motivo di quell’oggetto e che suoni congruente con tutto il messaggio che poi vuoi fare leggere al tuo iscritto.

In ogni caso, ricorda, questa è una eccezione alla regola, e va usata in rare occasioni. Generalmente ti sconsiglio di fare domande nell’oggetto dell’email.

Considerazioni finali

Per riassumere velocemente, ecco 7 qualità essenziali di un oggetto irresistibile

  1. E’ breve, 5-6 parole max.
  2. Fa un’affermazione controversa o contraria al senso comune
  3. Anticipa e incuriosisce il lettore
  4. Fa una promessa o rivela un beneficio unico (più è specifico e più funziona)
  5. Parla nel linguaggio del tuo prospect ideale
  6. Emerge dalla massa di messaggi ordinari e standard
  7. Fa una domanda intrigante o personale (con cautela)

Ora, prima di salutarti…

Hai cosiderazioni da fare? Hai qualcosa da aggiungere a questa lista? Offri la tua esperienza alla community lasciando un commento qui sotto.

Valerio

P.S.

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22 commenti in “7 tattiche ‘sporche’ per ‘forzare’ i tuoi iscritti ad aprire sempre le tue email (e vendere prodotti o servizi più facilmente)

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La trovata degli asterischi l’avevo osservata nelle newsletter americane, le distinguo proprio per quel motivo, oltre che per i caratteri speciali (a volte). Ora ho provato a settare il mittente con gli asterischi, vediamo che succede… mentre ho fissato l’invio di tutte le mail sempre tra le 6 e mezzogiorno.

Non hai invece spiegato quale possa essere realmente il rischio di fare domande nell’oggetto.
In ogni caso, un’altra bella lampadina mi si è accesa quando hai tirato in ballo il trait-d’union tra un follow up e un altro, creando anticipazione e continuità. Ogni follow-up dovrebbe contenere una serie di accorgimenti, INCLUSO questo. Proprio come si dovrebbe strutturare anche un ‘corso’ offline 🙂

Mi sto concentrando molto su questo aspetto dei follow up proprio per curare il rapporto con le liste e a lungo termine dare un servizio consistente e bilanciato, per cui 7-8 follow up per stabilire un buon inizio sono ok, ma credo che prepararne da subito almeno una ventina fatti bene sia doveroso e sia il minimo… In ogni caso, uno dovrebbe mettersi in testa di seguire quello che inizia, definendo che liste curare, quindi grazie dello sprone… Quello che non curo non l’ho mai nemmeno realmente iniziato, mentre sul resto spero di riuscire a mettere l’attenzione che serve.

Certo è che se ogni lunedì il lettore deve aspettarsi 5 pagine di un contenuto di valore irresistibile, a ‘sto punto sarebbe bene costruire una membership parallela in modo da convogliare l’interesse del lettore anche verso un profitto, seppur di piccola entità…

Bene, grazie delle tips Valerio. Quando visito il tuo blog mi sento sempre a casa 😀

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Ciao Ale, e grazie per il commento. Il rischio di fare domande nell’oggetto è quello di suonare scontati e prevedibili. Soprattutto se fi fa una domanda chiusa alla quale il lettore risponderebbe 99 volte su 100, ‘si’. (naturalmente uno split test pratico toglierà ogni dubbio, la cosa andrebbe testata sul caso specifico e sul mercato specifico. Quando parliamo di consegnare un breve documento PDF di 5 pagine, può anche essere ogni 15 giorni, non per forza settimanalmente. Ed è certamente un’idea costruire una membership a basso costo, ma puoi pensare come al ‘livello successivo di quei contenuti, magari stavolta lunghi 15 pagine, consegnati ogni 15 giorni e dove si estendono gli argomenti verso un nuovo livello di sviluppo. Chiaramente la principale fonte di presell di questi contenuto saranno proprio i brevi report da 5 pagine che consegni gratis ogni mese.

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Ciao, Valerio. Da maestra elementare mancata, mi permetto di farti avere la mia umile opinione.
Credo tu sia d’accordo con me che una buona comunicazione avviene quando ci si capisce, usando la scrittura in lingua italiana nel migliore dei modi, cioè correttamente.
Ho notato, e ti chiedo subito scusa se mi permetto di intervenire, alcune imperfezioni ricorrenti, che minano la qualità della tua scrittura (e di molte altre, essendo diventata la correttezza qualità rara).
Scorrendo il tuo lavoro, commenti compresi, ho notato che dovresti prendere alcune note, per rendere perfetta la tua scrittura.
Certo, sono importanti i contenuti, ma – essendo preziosi – andrebbero presentati nel migliore dei modi.
Nell’ordine: “sì ” affermazione va scritto con accento grave, contrariamente alla particella “si”, riflessiva; “po’ “, abbreviazione di poco, con apostrofo e non con accento; “qualità”, “già”, “metà”, “è” (verbo), tutti con accento grave; “qual è” senza apostrofo; “perché” va con accento acuto; …
Il latino non si studia più. Una volta era obbligatorio per chi frequentava la scuola media. Era la nostra lingua madre, che richiedeva un attento preventivo studio dell’analisi logica. Una volta assimilata quest’ultima, non riuscivi più a sbagliare! La lingua diventava come la musica: una nota sbagliata avrebbe rovinato il brano musicale.
Perciò, per quanto potrà esserti utile, ti offro un piccolo saggio di analisi logica, riservandomi di inviarti più avanti alcune considerazioni sull’analisi logica del periodo.
Ti mando un abbraccio!
Giuliana

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Ciao Valerio. Alla fine del paragrafo “Usa un oggetto corto” hai parlato dell’uso di un carattere speciale e hai fatto un esempio. Occhio: dal mio computer con Mozilla Firefox (aggiornato all’ultima versione) visualizzo un carattere generico (♬) e probabilmente non il carattere che volevi mostrare.

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si il carattere è una semicroma di sedicesimi… azz dunque non si visualizza? Sarà perché ho fatto copia e incolla senza copiare il codice.

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Valerio, la nota musicale si vede (windows 8 con chrome entrambi non aggiornati).

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Daniele

La vedo corretta anch’io. 😆

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Molto interessante!

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Ciao Valerio, finalmente ti si risente! 🙂

Ho due commenti tratti da esperienze personali riguardo questo articolo: per prima cosa anche io ho provato, 1-2 anni fa, a lanciarmi in una nicchia di cui non avevo IL MINIMO interesse. I soldi probabilmente c’erano ma la voglia di dedicarmi agli iscritti era sotto zero.

Risultato? Mandare email con contenuto non nuovo ma spesso scopiazzato e riformulato semplicemente unendo informazioni prese da più articoli… le aperture c’erano anche ma a volte quando un iscritto mi faceva qualche domanda ero costretto a cercare la risposta online!

Questa situazione era ingestibile quindi ho chiuso sito e mailing list.

Il secondo commento che vorrei fare è sui simboli speciali: sono si utili però vanno usati con moderazione. Speriamo che ora che hai rivelato la tecnica il web non sarà invaso da oggetti con: /, *, =, +, °, #, @ e chissà quanti altri! 🙂

Buona giornata! 🙂

Andrea

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Si, è un problema comune a cui non si fa attenzione, ecco perché dico sempre, entrate in un mercato dove non dico bisogna ‘avere passione’ FOLLE, ma quanto meno un minimo di interesse sull’argomento. Altrimenti diventa uno stress ingestibile. Poi riguardo i simboli…anche se il web fosse invaso da ‘simboli e altre scemenze’ ricordati che il più potente fattore che influenza l’open rate e la readership è il tuo posizionamento, quindi quanto hai seminato in passato con i tuoi iscritti.

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giorgio

Grande Valerio, gran articolo come sempre 😉

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In realtà sono poco d’accordo con le premesse di fondo di questo articolo. 😯 Se Un nuovo lettore scopre il tuo sito, è necessario e utile fornirgli una serie di informazioni utili su chi sei, su cosa fai, su qual’è il tuo pensiero e quali prodotti e servizi offri. Pertanto all’inizio un followup con (massimo) 7-10 email va benissimo. Nel quale oltre a presentarti, mostrare le tue qualità puoi anche fare del soft sell.

Idem, se sei in fase di lancio di un nuovo prodotto, puoi anche scrivermi tutte le informazioni, una volta ogni 1-2 giorni per non più di due settimane. 😎 Ma se mi scrivi regolarmente ogni settimana, anche quando non hai novità davvero strabilianti, anche se il contenuto è buono -specie se lungo o se richiede di essere messo in pratica- setterò un filtro alle tue email, dicendomi che le leggerò tutte insieme quando avrò tempo.

Allo stesso modo da parte di chi scrive i messaggi, è difficile mantenere la qualità alta e l’interesse elevato, quando non ci sono effettivamente notizie rilevanti da proporre: una volta potrò farmi incuriosie dagli asterischi, ma dalla seconda volta anche l’utente medio capisce l’antifona; ❗ non dico che si disiscriva, semplicemente rimanderà la lettura.

Da lettore la cosa che mi incuriosisce di più è proprio ricevere una email inaspettata, da un mittente che conosco ma che non sentivo da tanto tempo. 😮
Sono certo che queste considerazioni potranno esserti utili.
Buona giornata
Beniamino A.

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Infatti la sfida è proprio pianificare in anticipo un bel po’ di contenuti perché se uno fa 7-10 email quando entra in un mercato e poi non ha nulla da dire in seguito il rischio è quello di mollarlo oppure pensare che tanto ‘viaggia’ in automatico, con la SEO o per qualche strano ‘miracolo’ divino.

Un follow up di 10 email è insuffuciente per conquistare una posizione unica nel mercato. Se manca la continuità purtroppo si crolla, e velocemente. Diciamo che lo avevo detto recentemente in un altro contesto. La cosa ideale è partire con un certo ritmo, anche spedito, per farsi conoscere e prendere confidenza con il mercato, il quale prenderà confidenza con te e il tuo stile.

Inizialmente è fondamentale una frequenza di contatto sostenuto, anche ogni giorno, con grandi contenuti. Se saremo costanti, dopo 2 o 3 settimane avremo conquistato la mente e il cuore del mercato. Il lavoro successivo, è garantire una volta al mese la pubblicazione di una newsletter di qualità secondo i criteri che ho illustrato (con le dovute distinzioni da mercato a mercato).

Logico che non sto considerando le comunicazioni in tempo reale (news, lanci, ecc). Quelle sono un tassello fondamentale. Stiamo parlando di pianificare diverse edizioni della propria newsletter per almeno un anno, e che poi vanno in automatico, di follow up. Questo è un lavoro che una volta che lo fai, ti ripaga per lungo periodo.

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Bé, certo… con l’esperienza molte di queste cose le si scoprono sulla propria pelle… alcune chicche invece mi mancavano… tipo gli asterischi intorno al nome… simpatica! 🙂
In ogni caso, come sempre, ottimo lavoro, Valerio! 😉
1abbraccio
Josè

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Eh, Eh, grazie Josè, l’articolo era molto rischioso, visto il tema di SUPER NICCHIA. Sapevo che avrebbe colpito l’interesse di 4 gatti. Ma comunque era un argomento che mancava all’appello dei temi di maerketing non ancora trattati sul blog. Un caloroso saluto caro.

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Ciao Valerio 😉
Che le tue informazioni di valore (e gratuite) abbiano colpito 4 gatti la dice davvero lunga sul mercato italiano, non ti pare? … All’estero avresti gia’ 90/170 commenti come minimo.

Milioni di iscritti non servono a nulla se non sei nella giusta comunicazione con loro, infatti come Gruppo Freeperclick abbiamo sempre puntato alla qualita’ delle liste (e non alla quantita’). Poi dici sempre bene per i contenuti, infatti per un ottimo “Positioning” sul mercato servono contenuti eccezionali.

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Ciao Massimo, non è un mistero che la nostra nicchia diciamo dedicata agli ‘internet marketer’ principianti e intermedi è relativamente piccola. Toccando personalmente altri segmenti di mercato, mi sono accorto che ci sono molte piu persone ricettive e che commentano. Tuttavia, se mi guardo in giro non vedo una grande espansione nel nostro settore che è ancora microscopico, per cui non mi lamento e anzi direi che qui i commenti non si risparmiano.

I dati sono questi: rispetto al trend mondiale siamo piccoli, davvero piccoli.

Basti pensare che l’Italia ha un mercato che per penetrazione geografica nell’ecommerce è meno della metà della metà di quanto registrano Francia, Germania e Inghilterra, solo per fare 3 esempi ‘a caso’.

un abbraccio e buon lavoro

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Ciao Valerio,

i tuoi consigli sono sempre ottimi e contenuti di alto valore.

Personalmente ho testato già da tempo anche io il trucco numero 4 (inserire testo maiuscolo tra parentesi quadre) e mi ha dato dei netti miglioramenti nell’apertura delle mail.

Questo ho iniziato a farlo quando ricevevo mail da altri marketer con questo “miglioramento”.

Quindi io ora uso altri 2 criteri per ottimizzare l’oggetto:
1- Guardo subito l’oggetto per vedere se e cosa mi colpisce nell’interesse immediato
2- Spesso copio e modello quello che fanno e vedo se funziona.

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Esattamente. Infatti io per primo traggo ispirazione dalle email che mi arrivano, sia in lingua inglese che in Italiano. Poi sulla base delle mie reazioni ci ricavo alcuni ‘standard’ che funzionano meglio di altri. Un’altra cosa che ho notato e che fa alzare l’open rate almeno del 15% ogni sacrosanta volta è l’uso dell’ellissi (cioè i puntini di sospensione) all’inizio dell’oggetto.

Es: … oopps

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Che siamo “Piccoli” sono d’accordo con te al 100%. Personalmente aggiungerei che qui molta gente non approfitta appieno delle risorse e contenuti che vengono offerti gratis (formazione di valore gratis), ed è un fatto che mi lascia sempre perplesso perche’ dopo si lamentano che tante cose non le sanno. Pazzesco…

Basterebbe che aprissero per meta’ gli occhi, invece di continuare a spendere soldi su sistemi di dubbio valore (tante volte sistemi inutili riciclati). Pazienza anche questa è l’Italia… 😉

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Ciao valerio ottimo articolo per me che sto iniziando a masticare marketing!!!! Ps aspetto una tua risposta all’email che ti ho mandato, perchè grazie al tuo modello ho fatto la prima squeeze:-) abbracci

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Giuliana Merotto

Aggiungo: “perché”, “poiché”, “più”, “quantità”, “beh”…

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