20 Super Report VS Coaching Program Premium… (risultati shock!)
Probabilmente mi pentirò di aver reso pubblico questo contenuto. Tra poco saprai perchè…
Il modo più veloce per fallire miseramente nel tuo internet business e’ posizionare da subito il tuo miglior prodotto o servizio a un prezzo medio-alto
Ecco perchè è una completa cavolata:
1 – Il tuo prodotto venderà poche copie al mese
2 – Meno clienti nella tua lista di acquirenti
3 – In media 1 su 3 ti chiede il rimborso
Come ho già ripetuto più volte dentro la mia newsletter, l’ideale è aprire più canali, tutti low cost (37 euro). Invece di stare un anno a creare il tuo prodottone da 800 € unico sul mercato, nello stesso arco di tempo hai creato 20 prodotti da 37 euro (idealmente super report), e le cose cambiano radicalmente.
5 Motivi per cui preferire il Modello Low-Cost
1 – Venderai numerose copie al mese di 20 prodotti diversi
2 – Ogni prodotto colpisce specifiche esigenze del mercato
3 – Ogni prodotto fa appello a diverse tipologie di affiliati
4 – Hai più clienti nelle singole liste di acquirenti
5 – In media 1 su 10 ti chiede il rimborso
Sul 5° punto vorrei fare una riflessione importante. Secondo i guru, nonostante tutti questi vantaggi, il primo modello è da preferire. Ma pensarla in questo modo è da sciocchi.
Low Cost (intelligente) batte High Ticket (4 a 1) – risultati schiaccianti
Non è assolutamente vero che i clienti migliori spendono ad alto costo. Questa è una favoletta inventata dai guru per “educarci a spendere” ad alto costo con loro. E’ una trappola, ecco perchè:
A) Se vendo un prodotto da 500 euro e ne vendo 3 copie al mese, è impensabile ricevere anche una sola richiesta di rimborso, perchè sono 1/3 dei miei guadagni buttati nel cesso.
B) Se vendo 20 prodotti a 37 euro e ricevo 6 ordini al mese per ognuno, sono circa 120 copie vendute al mese. Non ho perso un granchè anche se mi fanno 10 richieste di rimborso al mese.
Numeri alla mano:
– MODELLO A (Alto costo) —> 500 x 3 = 1500 (1 rimborso) —> profitto netto 1000 euro
– MODELLO B (Low cost) —> 120 x 37 = 4400 (1 rimborso) —> profitto netto 4000 euro
Quando devi vendere ad alto costo (497 / 997 €)?
Se vuoi vendere High ticket e Info-Corsi pensati per chi ha tanti soldi da spendere devi essere sincero con te stesso e chiederti per prima cosa se sei in grado di crearli. Fatta eccezione per seminari ed eventi dal vivo (coaching inclusi) davvero pochi servizi possono essere venduti a questi prezzi con efficacia in ITALIA nell’Information Business.
Quindi la prima cosa da chiedersi è se il valore che offri ai tuoi clienti è davvero così alto da valere seriamente tutti i soldi che chiedi. Se la risposta è affermativa, allora ti devi anche chiedere se ne vale veramente la pena.
I clienti che acquistano a costo elevato sono molto esigenti (ed è giusto che lo siano) e si aspettano che tu consegni loro materiali “dal contenuto astronomico” – che tradotto vuol dire – pillola magica, schiaccio un bottone e materializzo la soluzione ai miei problemi senza fare quasi un cazzo, oppure “risolvi tu i miei problemi per me”. E se non lo fai ti chiedono il rimborso.
Questo modello crea asset? NO!
Ma c’è una soluzione. Un trucchetto interessante. Molti guru eliminano direttamente la garanzia. Fine dei problemi. Questo è interessante.
Quindi se VUOI VENDERE AD ALTO COSTO (ma sempre con rogne) prodotti o servizi digitali, togli la GARANZIA. Ciò comporta dei rischi, sia per te che per i tuoi pochi (cattivi) clienti.
Nel 99% dei casi questo modello non procura benefici a nessuno. La maggior parte della gente troverà più concreto e “pratico” vendere prodotti a prezzi accessibili, e non prodotti qualunque, ma uno specifico tipo di prodotti.
I vantaggi del miglior modello Low-Cost (Super Report)
Ecco perchè il modello del super report è adatto a tutti, e straccia via qualsiasi altra cosa in circolazione:
1) Non è richiesto per te essere uno scrittore (è sufficiente che tu sappia leggere e scrivere, e applicare specifici modelli)
2) Non devi creare contenuto chilometrico, deve essere semplice e diretto (per questo si vende molto bene e con più efficienza)
3) Non devi creare aspettative “disumane” sul tuo contenuto, non stai promettendo la “luna”, per 29 euro (ciò allontana i super esigenti-mai-soddisfatti-alla-ricerca-della-magic-pillow-da-spararsi-sulle-palle)
Naturalmente i GURU ti diranno che comunque sia, anche se il modello low cost è a tutti gli EFFETTI (prove scientifiche alla mano) il più indicato, il più potente, il più brand friendly, il più semplice e veloce per partire e fare i primi soldi online (e continuare a farli, installando la giusta motivazione nel cliente per non fallire e proseguire verso risultati sempre migliori).
Con tutto questo, nonostante i palesi benefici, i guru, continueranno a insistere nel tentativo di convincerti che DEVI assolutamente creare il tuo primo prodotto seguendo il modello “Video-avanzato-multimediale-per-pochi-da-vendere-a-1400-euro-che-non-ti-genera-una-sola-vendita-soprattutto-se-la-tua-lista-conta-solo-300-500-iscritti-e-hai-raccolto-cefali” … se conta anche meno allora preparati solo a “PERDERE SOLDI” (misteriosamente risucchiati nell’imbuto di qualche altro guru che avrà la soluzione pronta per te).
Non so te, ma io sono abbastanza stufo degli insegnamenti di questa “elite” di persone che fa soldi solo con i clienti VIP che spendono 5000 euro a botta, vendendo roba grezza inapplicabile e non per tutti.
E tu che ne pensi? Lasciami un commento qui sotto.
Valerio
P.S. Dimenticavo una cosa importante…
In questo articolo non stiamo considerando la profondità del funnel, ma solo la base di partenza da cui partire, cioè, quel primo prodotto che venderemo. Potresti ribattermi che sia partendo da low cost che high ticket alla fine con una buona struttura di funnel i margini di profitto possono essere simili. Probabile, ma devi essere ben conscio che nel caso della partenza ad alto costo ti bruci il 90% dei tuoi lead.
Perché? E’ la natura del funnel discendente, che non ti lascia scelta quando sei partito dal prezzo premium.
Infatti, se il cliente non ti acquista a 3000 €, che fai? Gli fracassi le palle con 40 email per cercare di convincerlo? No, gli proponi l’alternativa da 1500 €.
Non compra? Gli proponi il prodotto da 500 €.
Non compra? Allora gli proponi il prodottino da 37 €.
E magari arriva e te lo compra, ma… indovina nel frattempo cosa è successo durante tutto questo processo?
Che di lead ne hai persi a tonnellate.
Ok, ti diranno che hai fatto alta ‘selezione’, che ora hai solo clienti ‘buoni’, ma questa è un altra storia, e se vuoi sapere ciò che penso, sono solo opinioni, non fatti dimostrabili.
111 commenti in “20 Super Report VS Coaching Program Premium… (risultati shock!)”
Come sempre bellissimo articolo.
Io in passato avevo una filosofia leggermente diversa. Creo un prodotto di fascia media ( 47€ + 17€ di upsell… che è ancora online per altro ) ma con la stessa qualità di un prodotto da 400€. E infatti, di questo prodotto, in tutta la sua vita, ha ricevuto un solo refound ( che non era dovuto alla qualità del prodotto ma al fatto che il figlio, minorenne, aveva usato la carta di credito del padre senza permesso ).
Anche io però mi sto convertendo sempre di più al modello low cost. Ho fatto dei calcoli e, nonostante il mio prodotto da 47€ stia vendendo bene, quelli che vanno da 7€ a 27€ mi stanno portando molti più guadagni e, chiaramente, molte più vendite. In più i prodotti a basso prezzo sono perfetti se li offri assieme ad un mese gratuito di una membership.
Anche il Warrior Forum, che seguo sempre come spettatore, ha avuto un calo di prezzi fenomenale. Adesso la maggior parte delle WSO stanno sotto i 20$ e anche gli upsell sono così economici. Quindi alla fin fine vai a spendere massimo 60$ per un prodotto con due extra. E le vendite a quanto pare sono aumentate, dato che il proprietario del Gateway del forum sembra piuttosto “felice”.
Non mi piace però vendere un report. Personalmente preferisco di gran lunga fare dei videocorsi o degli audio corsi, mentre i report li tengo come strumento virale per promuovere i miei blog. Anche perchè l’audio e il video, oltre ad essere semplici da realizzare, hanno un valore percepito ben più elevato. Soprattutto se si pensa che generalmente un videocorso viene venduto a 2 o 3 volte tanto ( i guru spesso lo dicono: prendi un ebook, registralo e vendilo al triplo del prezzo ).
Quando dici
Ok, per qualche motivo la citazione non è comparsa. Devo aver fatto casini con il codice ( spero che il mio prof di informatica delle superiori non veda, altrimenti mi lincia ). Comunque la citazione a cui faccio riferimento è questa:
Si Enrico il concetto espresso da te sull’altro valore percepito da video e audio è reale, e infatti su questo non ci sono dubbi. Ma il messaggio è rivolto alle moltitudini che si lanciano OGGI nel information business. Quante di queste persone andranno poi a fare realmente i video? forse lo 0,5%. Quanti potranno fare gli audio senza farsi venire crisi e complessi di perfezionismo, perchè magari non hanno un gran tono, o una dizione, una voce squillante, bella da sentire? Forse 1,4%..
Certo tutto si impara, è naturale. Ma a questo punto trovo che scrivere 20 pagine di contenuto “succoso” sia molto più pratico per tutti.. Più o meno tutti sanno leggere e scrivere (si spera) 🙂
Il concetto di scrivere reports non è nuovo, ma qui stiamo parlando di lanciare un altra tipologia di prodotto, la cui caratteristica è la densità di informazione, e c’è una formula che lo descrive bene. E’ uno “scritto” che non ha molto da spartire con l’ebook, che di solito (salvo rari capolavori) è lungo e noiso (leggo ancora certe cavolate in giro che mi metto le mani nei capelli).
il succo del discorso è nella facilità e universalità del modello scritto in questo particolare modo. Poi naturalmente quello è solo l’inizio, ma è quello che innesca la miccia. In seguito uno può espandere i contenuti e iniziare a praticare con video, audio, software, servizi, coaching…ecc
Ti dirò Valerio, vedo che fare video spaventa molti. Non solo videocorsi o audiocorsi, ma anche video promozionali. Il fatto è che, dal lato pratico, è molto più facile e veloce registrare un video.
Secondo me le persone hanno bisogno di capire che fare video è:
* facile
* trasmette molta più personalità
Poi per carità, è una mia opinione 😉
Però sui report ho visto che anche sul Warrior Forum sempre di più sono i prodotti prediletti sia dagli autori che dai clienti.
allora a questo punto credo sia una questione di predisposizione sensoriale. Io ti confesso che se devo mettermi a studiare una roba tecnica, dove devo vedere in pratica come “si fa” allora prediligo assolutamente guardare un video. Trovo invece che per studiare nozioni e approfondimenti su “strategie, metodi, e sistemi” sia molto più fluido leggere. Almeno questo è l’effetto che riscontro su di me.
Ma se devo leggere non amo i calderoni enciclopedici che non arrivano mai al punto. E poi penso che valga anche per i video. Non amo i video “eterni” interminabili, che impiegano 50 minuti solo per mostrarti un concetto semplicissimo e che richiede 3 semplici passi essenziali, che puoi “mostrare in 7 minuti o meno”.
Ecco diciamolo pure, secondo me il problema non è tanto nel formato da preferire (ognuno è predisposto a una diversa modalità di apprendimento), quanto nell’efficacia e nella capacità di “non bruciare” tutta l’attenzione della persona che sta leggendo o guardando il video…. perchè il nostro principale limite di esseri umani è che questa concentranzione non dura molto più di 45 minuti di seguito a pieno regime
che ne pensi? Come possiamo risolvere questo problema noi infomarketer per facilitare il compito ai nostri clienti?
Si, in effetti tutto va a gusti. Per quanto riguarda gli approfondimenti, anche io ho difficoltà a seguire i video. Più che altro perchè tendo ad annoiarmi.
Ma una cosa che ho iniziato ad affiancare ai video ( e ho visto che non sono il solo – anche Eben Pagan lo sta facendo nei suoi ultimi corsi ) sono le mappe mentali e gli schemi riassuntivi. Ho visto che molti miei clienti li apprezzano e se li stampano.
Come dici tu ognuno ha il suo modo di apprendere. Un metodo definitivo per insegnare non credo esista purtroppo ( alla fin fine noi scegliamo i nostri insegnanti preferiti non solo in base ai contenuti che offrono ma anche il modo in cui ce li presentano ). Il metodo più efficace è effettivamente l’essere breve e spezzare i contenuti in blocchi che si possono studiare in 30/35 minuti o meno ( lo so, sono 45 minuti, ma bisogna sempre mettere un margine d’errore, dato che molte persone non sono in grado di mantenere accesa la concentrazione a lungo ). E soprattutto semplificare, riducendo al minimo il numero di azioni che devono svolgere.
E poi, cosa che per me si è rivelata determinante, rivedere più volte i concetti fondamentali, approfondendoli e collegandoli a quelli nuovi. Così la gente vede al tempo stesso il grande obiettivo del prodotto e le singole azioni da intraprendere per raggiungerlo.
Ciao Enrico!!
Ho letto quello che hai scritto e sono daccordissimo con te, valutando anche il fatto che qui si sta parlando di semplificare e rendere operativo il cliente con un piano step by step!
Quello che io ho fatto per rendere appetibile il mio prodotto, è scherzare e giocare con lui durante le registrazioni, cosi che l’utente che deve sorbirsi magari 6 ore di video alla fine li guarda volentieri e si diverte e magari gli strappo anche qualche risata!
Reputo che la professionalità va bene, ma per insegnare secondo me e dare un piano al 100% funzionale, abbia bisogno anche di far sorridere e divertire l’utente!
Senza mai tralasciare la cosa più importante ovviamente ” Il contenuto ” .
Ti auguro un Buon Business e saluto Valerio!
Sempre in Pista con Queste Bombe di Post!!
Alex Billico
Ciao Ale, sempre il benvenuto qui! Una nota particolare te la devo fare, tu (anche MAX) HAI una capacità di sintesi “estrema” non hai difficoltà a produrre contenuto rapido e super efficiente. Ma se serve ed è necessario non c’è dubbio che un video può anche arrivare a 1 ora, 1 ora e trenta minuti. Però a mio avviso quando si arriva a quel punto, forse sarebbe meglio splittare il video in singoli “sottoargomenti” ognuno trattato da un singolo video che funge da tutorial.
un grande abbraccio!
Ciao a tutti,
per allacciarmi all’intervento di alex io volevo dare la mia
opinione strettamente personale…
ho ottenuto ottimi riscontri applicato un sistema che mi
sta dando grandi soddisfazioni:
nei miei video fatti a pc, cerco sempre di immaginare che
il mio interlocutore sia al mio fianco, parlando come se
interagissi direttamente con lui;
non sempre mi riesce, ma effettivamente se chi ascolta
ha l’impressione di essere al tuo fianco difficilmente si
potra annoiare come se guardasse un video “statico”.
Belli questi confronti…mi piacciono!
ciao e buon lavoro!!!
alessandro
Ciao Alex,
è bello vederti qui sui commenti 🙂
Sono perfettamente d’accordo quando dici di inserire dell’umorismo nei video. Anche io ci sto provando nei video ( anche se ancora non mi viene così naturale come nella realtà, devo invece faccio molta fatica ad essere serio ). Sicuramente l’umorismo viene fuori dalla tua personalità e dall’esperienza.
@Alessandro, si, faccio anche io come te. E in effetti è una strategia che semplifica tantissimo. Infatti il video è rivolto al singolo interlocutore ( un po’ come le pagine di vendita ).
Ormai sono tantissime le volte in cui ho visto come il dare del tu rende coinvolgente qualsiasi contenuto. Addirittura in alcune mie newsletter ricevo messaggi di risposta da persone convinte che il messaggio fosse scritto e inviato unicamente a loro.
A presto 🙂
Caro Valerio sono totalmente in disaccordo, ti posso citare 3 esempi in italia di infomarkters che vendono attualmente videocorsi e che sono stabilmente su cifre di venduto tra i 150k e i 600k mensili, vendendo corsi da 997 euro, ergo tra le 150 copie e le 600 copie vendute al mese)
Fatta una premessa fondamantale, e cioe’ che chi vuole vendere inforprodotti o Video corsi DEVE saperli produrre (a livello di presentazione, di valore dei contenuti e di capacita’ elevate di copy) e’ piu profittevole (e facile) vendere un videocorso a 497.797, 997, 1497 etc etc che vendere vagonate a 37 euro e questo per alcuni fattori:
1) livello percepito:
se un infoprodotto costa 37 euro viene automaticamente associato a quel mare di infoprodotti copia e incolla, fuffa precompressa, che non parlano altro che di informazioni che ormai si trovano GRATIS su youtube, anzi si trovano info molto piu avanzate
2)vendere a 497 o 997 (ad esempio) presuppone un “distacco” che le persone (clienti potenziali) devono percepire, se non lo percepiscono non comprano, logico
Se chi vende sbaglia la comuncazione, ovviamente fallira’ e non vendera’ il videocorso anche se il suo videocorso sara’ il migliore sulla terra
3) il funnel di un prodotto ad alto costo spesso non e’ quello classico (, si perche esistono tipi di funnels non canonici che tantissimi infomarketer italiani non sanno nemmeno che esistano) e deve attirare solo persone altamente in target disposte a spendere cifre medio alte e non attirare disperati assortiti, gente che ha 100 euro sul conto corrente, gente analfabeta funzionale, gente che frequenta solo gruppi FB dove spammano ogni gg Ponzi e Ponzarelli vari o gente con la terza media senza voler mancare di rispetto a chi ha laterza media)
4) chi dice che vendere low ticket e’ piu profittevole e’ perche non ha mai provato a vendere high ticket oppure ci ha provato senza mettere in atto una comunicazione adeguata ( che e’ la vera skill vincente) che presuppone una comunicazione mirata su youtube e i social (oltre ad un elevato livello di finezza comunicativa del copy nel follow up delle email )
Ciao Valerio…
Ma possibile che ai tuoi articoli non riesco a rinunciare a commentare???
hahahaha
Senti, la mia opinione la sai, e cerco di riassumertela qui, anche se va
non spempre nelle tua direzione;
per un “praticone” come me, che non si trova a suo agio nello scrivere
per 20 volte una pagina di un report perche’ non e’ mai soddisfatto del
risultato percepito, il sistema Multimediale, i Video nel mio caso, sono
un’eccellente ancora di salvezza e….a dire il vero, i prodotti che ne
escono non sono da buttare (modesto vero? eheheheh)
A parte gli scherzi: chi puo sapere quanto vale realmente un prodotto?
Se io sto sputato sangue di notte per ultimare il mio nuovo prodotto
del quale sono convinto che fara’ notizia appena uscira’…
Se io ritengo che lo sforzo che ho fatto per registrare tutti i video,
per imparare prima e spiegare poi….
Se io sono sicuro che questo mio prodotto dara’ un chances in piu
a chi cerca di iniziare a guadagnare qualche euro online..
Perche’ non posso essere libero di attribuirgli un valore?
Chi acquista e’ in grado di farsi un’idea poi se il prezzo che
ha pagato e’ giusto, ma chi puo mettere in discussione la
fatica fatta per realizzarlo?
E’ questo il pensioero sul quale ho combattuto.
Sai qual’è il risultato dei miei pensieri?
Tu sai benissimo che quando ho fatto il mio primo videocorso
a 7 euro (se non c’eri tu ero ancora li a lanciarlo…ma questo
è un altro discorso…heeheh) ho fatto un mucchio di vendite
in 48 ore giusto?
Pero’ ce’ un fatto: ci sono persone che l’hanno acquistato
perche’ costava 7 euro, non l’hanno manco guardato, hanno
applicato il 5% di quello che c’era scritto perche’ era troppo
faticoso, e per molti l’aquazione finale e’ stata:
“costa poco, vale poco”…
Sono convinto che anche in quelli che comprano un prodotto
da 7 euro ci sono i furbi che immaginano di cliccare 2 volte
il tasto sx del mouse e di far esplodere il contoi paypal
giusto?
quindi per me e’ l’atteggiamento di chi compra che fa la differenza,
non il prezzo a cui si compra.
Io sinceramente quanto penso a quanto pago quando vado dal
commercialista, dal primario o dal pediatra mi viene da dire:
ma come mai non mi lamento? semplice, perche’ vado da un
professionaista che si fa il culo per anni e poi colgo i frutti
della sua preparazione; troppo? pazienza, puoi far senza andare..
Hai mai visto un professionista avvocato farti 2 ore di consulenza
7 euro? io no…
E il mio ragionamento (me escluso ovviamente, io parlo di
esperti dell’IM come te e altri, io sono ridicolo in confronto
siua chiaro) e’ che chi mi vende la sua professionalita’ ha
il diritto di farsi pagare.
Non mi sono trovato bene? da lui non comprero’ piu.
Sai meglio di me che la pratica del rimborso e’ attuata
dagli stessi nomi, sono sempre quelli che girano ed e’
una tecnica famosa per avere i corsi gratis, e la maggior
parte non ha i coglioni di venirtelo a dire perche’ si
nasconde dietro ad una mail, e lo sappiamo bene.
Questo e’ il mio pensiero sul “e’ meglio” basso costo, e’
meglio “alto costo”…
Non ce l’ho la soluzione giusta, io credo che pochi numeri
a prezzi alti, o tanti numeri a prezzi bassi portino pressapoco
gli stessi risultati.
io so una cosa: il video corso che ho pagato 97 euro me
lo sono guardato 6 volte tutto, quello che ho pagato 7
euro l’ho visto 1 volta e non so nemmeno piu dov’è.
Scusa gli errori sono con iphone, e come sempre la mia
ammirazione per il tuo modo di scrivere non conosce
limiti…:)
Anche se non sempre sono d’accordo non ti arrabbi no?
ciao mitico vale
ma che dici Alessandro è sempre bello confrontarsi con opinioni diverse. La mia storia la sai. E sai anche che ho investito su corsi da 2000 dollari. (anche seminari dal vivo da 10.000 euro un anno fa)
dopo aver visto i trucchetti mentali applicati su di me, dopo aver acquistato super prodotti micidiali da perfetti sconosciuti che fanno un baffo ai migliori marketer, e dopo aver ottenuto risultati quadrupli grazie a questo know, a discapito di quello che ho acquistato per migliaia e rotti di euro…le cose nella mia testa sono cambiate. Ho notato che non conta assolutamente la percezione del prezzo. Da oggi è l’ultima cosa che guardo.
Poi come ho detto ad alcune persone non viene per nulla facile fare dei video, te sei un eccezione e ritengo che farai molta strada proprio grazie a questo tuo talento, e la facilità con cui ti poni e ci metti la faccia. Ripeto è cosa per pochi. Tu hai un vantaggio da questo punto di vista non indifferente.
Inoltre se da un lato è davvero grandioso comunicare a video e fai appello al massimo numero di persone possibili (visto che la video comunicazione è quanto di piu interattivo oggi esista come format online e vicino al media tradizionale che è la tv) è pur sempre vero che fare video e corsi stile tutorial richiede un po.
nel tempo in cui tu riesci a fare 4 video training vendendoli a 97 euro, io posso fare 25 report a posizionarli a 37 euro vedendo un volume maggiore di informazione nell’unità di tempo.
queste considerazioni dovrebbero far riflettere 🙂
si, ma ancora una cosa:
una persona “normale” con un minimo di capacita’ comunicativa
e’ in grado di fare un video, con la sua faccia forse no, ma al
pc sicuramente si…
per una persona scrivere con un buon “copy” puo essere un calvario.
Per me, che mi ritengo non imbranato nell’attivita’ online, immaginare
di scrivere un report di 25 pagine non mi farebbe dormire la notte!!
Posso essere d’ccordo sul fatto che io intanto che registro 4 video
fai 25 report….ma tu, Valerio Conti, che hai speso fior di soldi in
formazione oltreoceano, che sei uno deio piu grandi esperti del copy
in tutta italia, che hai una capacita’ di scrittura fuori dal comune…
ma come la mettiamo con il sig. rossi che vuole iniziare a muovere
i primi passi?
Cmq una cosa e’ certa…tu non iniziare registrare video, continua
a scrivere perche’ per chi ti segue sarebbe una grande perdita non
avere piu i tuo i articoli da leggere….(me compreso!)
Grazie Vale.
Buon Lavoro
Ma guarda Alessandro che non è cosi complicato scrivere. Io non sono il migliore come stai dicendo tu, e proprio per questo mi stupisco se pensi che per scrivere un report di 25 pagine occorra essere dei copywriters. SE PARLIAMO di copywriting (dunque di sapere proporre la tua offerta con una bella presentazione) allora a mio modesto avviso TUTTI prima o poi dovranno imparare certe regole, certi schemi, e anche scritti.
Come ho detto scrivere un report di 25 pagine è più semplice di quello che si crede, e non è riechiesto che tu sia abile nel copy per farlo. Le lettere te le fai scrivere da altri, oppure te le fai tutte a video col sistema che sai tu. Per il prodotto scritto ti basta avere passione per cio che fai, aprire un file word, SCRIVERE e trasportarlo in PDF. E’ ovvio per che inizia sembra complicato. Ma è meno complicato dell’imparare a fare video, gestire funzioni dei programmi di editing, che poi col tempo si impara pure. Ma reputo la cosa meno immediata, ecco tutto
per il signor Rossi che vuole iniziare a muovere i primi passi la cosa migliore da fare è partire col sistema che suggerisco io. Salvo eccezioni, e gente che è già predisposta mentalmente verso un modello più multimediale di comunicazione. Direi che è la base. diversamente non si muovono.
Ma questo tu lo sai bene, se era per te, a quest’ora staresti ancora a rimunginare se stai facendo la cosa giusta o se stai facendo mille incredibili errori su cui poi ti penti…ecc, ecc… ti ricordi? Ti dissi: “sei bravo coi video, ma sei un eccezione, vieni subito bene, e credibile. Sparali online, e non avere paura di fallire, anzi fallisci subito e riparti.”
Ok vale, un giorno ci provero! E poi passero il tutto ad un tuo giudizio.
Arrivera’ anche il “Super Report Express!”
Hehehe
Buon lavoro e grazie per l’analisi!
Ale
se può interessare Alessandro, ecco cosa è successo a me, acquistando un tuo ottimo prodotto al prezzo incredibile di 7 euro:
1) ho visto quanto eri generoso di informazioni
2) ho verificato la genuinità e la freschezza didattica
3) ho cominciato a seguirti
4) ho acquistato fiducia e quindi ho acquistato ancora a vari prezzi.
Ma non è finita qui. effetto secondario non trascurabile:
5) ho percepito in modo diverso anche altre persone legate a te…ad esempio Valerio.
6) ho cominciato a seguire Valerio
7) ho acquistato fiducia e quindi ho acquistato i suoi bei prodotti
Morale di tutto, secondo me:
“abbiamo bisogno di talento vero e contenuti veri, certo.
Ma abbiamo anche un bisogno fondamentale di freschezza, di leggerezza, di sorrisi veri, di spontaneità, di auto-ironia”
Sarò ancora studente nell’info-marketing, ma questo “verbo” lo predico da tempo, in ogni campo.
Grazie Walter, molto apprezzato il tuo intervento rivolto a me.
Io le cose le faccio soprattutto per Passione in quello che
faccio;
Ma poi e’ ovvio, mica sono ipocrita…e’ ovvio che se poi
vendo sono contento, e mica mi fanno dispiacere i
pagamenti online che ricevo, pero’ non sono uno di quelli
che “devono vendere o morire”….
O meglio, se vendo bene, se non vendo chissenefrega!
Vendero la prossima volta.
Ma il piacere di fare quello che faccio, di conoscere
persone online ecc non ha valore.
Ad una persona come valerio, che non ha mai incontrato
personalmente, darei in mano il portafoglio, questo per
farti capire quanto online ci sia la possibilita’ di creare
rapporti veri.
Ogni persona che fa un acquisto online non credo che sia
spinta ne dal prezzo ne da chissa quale forza misteriosa;
Solamente dal fatto che chi vende dall’altra ispira fiducia:
per la faccia da scemo come la mia, o per le cose scritte
da un’altro, o per qualsiasi altro motivo quello che fa acquistare
e’ la fiducia.
Poi non sempre si sara’ soddisfatti, certo, ma serve di lezione
per la prossima.
Il 70% dei miei clienti ha piu di un mio rodotto.
Questa e’ l’unica statistica che mi soddisfa, e quando
calera’ vorra’ dire che sto percorrendo una strada
sbagliata e faro’ inversione ad U!!
Grazie per il commento.
Ottimo articolo. E’ molto importante fare tesoro delle esperienze altrui, per non commettere gli stessi errori. Anche se ho notato che oggi si tende a proporre di piu’ gli audio e i video tutorial, e meno i report scritti….ma credo sia sempre un fatto personale, ognuno si propone e si esprime come meglio ritiene , e come si sente piu’ portato a fare –
Sono pienamente d’accordo con Valerio. Il prodotto low cost alla lunga rende molto di più. Me ne rendo conto anche come affiliato. Tra l’altro la maggior parte della gente non ha le possibilità di spendere certe cifre. Spesso si associa il prodotto a basso costo alla scarsa qualità ma questa associazione non è vera. Naturalmente dipende dall’onesta e serietà dell’infomarketer che realizza l’infoprodotto. Spesso mi è capitato di avere più informazioni di qualità in brevi report di 20 pagine come tanti report che ho letto di Valerio che non con ebook di 200 pagine.
Come sempre un articolo molto interessante, è un mio dubbio continuo quello sul prezzo, e quì hai messo bene in chiaro il da farsi: meglio più prodotti mirati ed economici che uno super completo ad alto costo…
Farò tesoro di queste informazioni.
Grazie 🙂
non è meglio questo o quello. In realtà occorre avere una vision. Forse inizialmente è meglio avere diversi prodotti. In seguito si espande il funnel in verticale, ed esattamente l’opposto di quello che ci insegnano illustri personaggi.
un saluto Amos. Continua cosi che sei in gamba!
il prodotto non dovresti venderlo a 400€ ma a $8000 come faccio io o come fanno i due gentlemen italiani che mi hanno copiato la sessione strategica e si vantano tanto.
Non credo che tu sia il frank che conosco io, comunque sono contento che fai tantissimi soldi in questo modo.
Ognuno segua la sua strada
Bella questa Valerio, thumbs up !
Ottimo articolo e ottimi spunti di riflessione come sempre!
Credo che scrivere in formato “SuperReport” sia anche un modo per mantenere sempre viva l’attenzione del lettore in ogni riga del prodotto, senza annoiarlo come se stesse leggendo un tomo universitario. Oltre, naturalmente, a condensare in poche pagine informazioni di cui ha DAVVERO bisogno.
Perché è facile oggi annoiare la gente, anche se si scrive un buon ebook. E se uno si annoia non mette in pratica e se non mette in pratica non migliora, e alla lunga non ti segue più.
Ci vuole uno stile che risucchi l’attenzione da una riga all’altra e credo che il super-report sia anche questo. Naturalmente sono mie supposizioni, attendo gli sviluppi 🙂
Trovo poi che sia utile, almeno nel mio campo, offrire valore in più con brevi video (dando un calcio alle manie di perfezionismo e alla timidezza, i passi più difficili) e mantenere sempre il prezzo abbordabile. Ci sto ancora lavorando, ma credo che potrebbe portare buoni risultati in termini di clienti soddisfatti oltre le loro aspettative.
Grazie dell’articolo, Valerio!
Francesco hai centrato il punto!
Una delle caratteristiche fondamentali del “super report” è questo potente messaggio, che coinvolga fin dalle Prime righe. Non è solo questione di saper concetrare info super utile condensata in pochissime pagine. Questa è una delle caratteristiche, ma non è l’unica.
Può essere infatti che uno è bravo a scrivere in maniera tecnica, veloce, professionale. Ma se alla fine il lettore sente una noia tremenda mentre legge, allora non entrerà in azione. E un cliente che non entra in azione in definitiva non ottieni risultati. E presto o tardi non acquisterà più nulla.
Quindi l’aspetto più importante di un super report è la capacità di trascinare fino alla fine il lettore nella lettura, e indurlo a un azione massiva che conduca a concretizzarsi in risultati tangibili.
Ciao Francesco,
ho guardato il tuo sito ed è fatto molto bene. Quella che hai scelto è una nicchia di mercato molto redditizia ( se non fosse che io e gli animali domestici non adiamo molto d’accordo, mi ci sarei fiondato in quarta ). Negli USA hanno creato di tutto a riguardo: infoprodotti, membership, seminari dal vivo…
Ho visto tanti americani guadagnare molto bene con i video dimostrativi e informativi. Anche perchè, con le tecnologie di oggi, è quasi più veloce creare un video in cui dimostri certi concetti piuttosto che scriverli. In più, se nel video compaiono un Beagle o due, hai già catturato l’attenzione dei tuoi clienti 😉
Ciao Valerio.
Come sai, il corso di seduzione che ho creato l’ho trasformato in AUDIO e ho deciso di venderlo al prezzo che secondo me valeva, sia per i contenuti del tutto diversi dalla maggior parte degli altri corsi sullo stesso argomento, sia per il lavoro che ho dovuto fare per un audio di qualità.
La mia squeeze page offre un AUDIO, e il follow-up, che per ora è solo testuale, ho deciso che verrà parzialmente trasformato in AUDIO. Ho pensato che grazie processo di “educazione” via e-mail (17 messaggi, per adesso) e grazie al maggior valore percepito di un audio, il prezzo fosse plausibile. E’ ancora presto per me per fare statistiche sul fatto che ne sia valsa la pena, ma posso dirti fin da ora che un’altra persona con grande esperienza mi ha detto che i clienti che pagano i prezzi più bassi (magari per via di sconti contingenti) sono quelli che rompono di più, e quelli che pagano cifre alte se ne stanno buoni e apprezzano il prodotto o servizio. A quanto pare la sua esperienza è diversa…
Marco io ti posso dire che la mia esperienza è diametralmente opposta, probabilmente sono tipologie di mercato diverse. Io ho visto che in tutte le nicchie dove mi sono buttato il problema si ripete. Non escludo che sia il somaro. Del resto tutti abbiamo qualcosa da imparare
Ciao Marco,
avendo anche io svariati prodotti, anche nell’ambito della seduzione, posso dirti che non è sempre così. Nel caso specifico della seduzione, sarà che do molto più valore del normale in ogni prodotto, sarà che molti dei prodotti costosi sono stati acquistati quasi unicamente dai miei vecchi clienti, resta il fatto che di lamentele ne ho ricevute ben poche.
La cosa che invece noto è che, le persone che prendono i prodotti più costosi, sono le stesse che mi fanno più domande e richieste di approfondimenti rispetto a quelle che prendono gli audiocorsi da 7€.
Ma alla fin fine credo che tutto cambi da persona a persona e dalla clientela che attiri.
Ciao Valerio,
mi trovi daccordissimo con te per quanto riguarda i prezzi applicati agli infoprodotti.
Ormai è più di qualche mese che sto vedendo lievitare i prezzi di tanti infoprodotti, alcuni forse giustificati dai contenuti, altri invece no.
Io però, avendo partecipato come affiliato ad alcuni lanci, ho notato un calo delle vendite dovuto al prezzo (almeno da quanto riferitomi dagli iscritti alle mie newsletter).
Io ho un mio infoprodotto sul blogging business (eBook) che vendo a 7 € e per il quale ho vendite giornaliere e posso dirti che non ho ancora avuto una richiesta di rimborso, cosa diversa per un’altro mio infoprodotto da 67 € per il quale non ho vendite giornaliere.
A me capita spesso di acquistare prodotti di autori nuovi ed emergenti a basso costo, fino ai 37 €, senza pensarci più di tanto, cosa diversa per i prodotti di medio-alto costo.
Un grosso saluto,
Mattia!
Esatto. Mattia! Ecco un altro aspetto psicologico non indifferente. Anche io non ci penso due volte a comprare qualsiasi infoprodotto che mi interessi a quella fascia di prezzo! Non ho il pregiudizio “se costa poco allora vale poco”, perchè ho sperimentato tutto il contrario.
Molte volte se costa “molto” dopo un periodo di giusto rodaggio mi sono potuto rendere conto della scarsa congruenza col prezzo, realmente distorto in favore di un valore percepito assolutamente INFERIORE. Io sono uno che compra di tutto, e non chiedo nemmeno il rimborso. Sono fatto così. Se fosse per senso di giustizia verso la conoscenza, avrei dovuto chiedere il rimborso per una dozzina di infocorsi sopra i 500 euro di guru e guretti improvvisati, sia italiani che non.
Naturalmente dopo che mi vendi una “MERDA” a 500 euro, la prossima volta te lo sogni che compro da te. Anzi inizierò a IGNORARE qualsiasi cosa tu dica o faccia. Vieni eliminato dalla faccia del pianeta per me
Ciao Valerio
la mia esperienza è piuttosto anomala: sono partito con il mio primo prodotto (BESTSELLER COURSE: video, audio e testo) a 97 euro e che ora ho collocato a 147 euro. Ho venduto più di 50 copie, di cui l’80% nella fase di lancio al prezzo più basso.
Che ne pensi se lascio comunque il mio prodotto principale e da questo ne costruisco altri 4, solo ebook estratti del corso, al prezzo di 17 euro?
Ad esempio:
ebook1 = come trovare i lettori del tuo libro
ebook2 = come sfruttare le relazioni per vendere il tuo libro
ebook3 = come vendere online il tuo libro
ebook4 = email marketing per book marketing
Oppure secondo te dovrei continuare a spingere il prodotto principale, iniziando a fare sul serio con pay per click (mai fatto) e crearmi delle partnership?
Ti ringrazio per la tua preziosa consulenza (gratuita) :-)))
un abbraccio
Emanuele
bravo, splitta il contenuto, è quello che farò dopo aver sistemizzato alcune cose con alcuni miei corsi ad alto costo, la strategia da formulare è quella. Spostamento Orizzontale, crea maggior asset rispetto al semplice “mega corso da migliaia di euro che comprerà solo i cliente educastrato dai guru di turno”
Ciao emanuele, io mi permetto di darti la mia opinione
in merito:
Secondo me sarebbe molto piu proficuo che tu dividessi
in 8 invece che in 4, e che facessi sei brevi “riassunti”
senza troppo entrare nei dettagli, e li usassi per creare
una mailing list di valore assoluto…
Secondo me poi convertirebbe di piu il tuo prodotto completo,
alrimenti corri il rischio di vendere 4 prodotti che per forza
di cose se uno ne acquista uno poi ha bisogno di proseguire
acquistando gli altri, mentre il prodotto “originale” e’ gia
completo.
Pero’ e’ solo la mia impressione e potrebbe essere una cosa
alla quale non sei d’accordo…
Scusa se mi sono permesso ma mi faceva piacere confrontarmi.
ciao
alessandro
Ale in questo caso si tratta di “nichizzare” il contenuto. Potrebbe anche essere che un cliente che è già esperto non sia interessato a tutto il tuo corso, ma che gli interessi solo una parte. Guarda caso proprio quella parte dannatamente difficile che stava cercando da tempo e che lo aiuterebbe a superare un ostacolo che prima sembrava a lui insormontabile.
Con questo in mente, ben vengano lo split dei prodotti in più parti, purchè OGNI SINGOLO PRODOTTO risolva “uno specifico problema” senza lasciare in sospeso la questione ad altri rimandi. in questa ottica ogni piccolo prodotto deve essere completo “in sè”.
Ok, ora mi e’ piu chiaro…
Grazie
Una riflessione e un dubbio proprio sul caso specifico di Emanuele.
Mi sembra che sia caratterizzato diversamente rispetto al panorama. E questo l’ho sempre pensato e detto, anche sul suo blog.
Non siete d’accordo che il dna non è proprio della stessa famiglia?
Qual’è il punto? Un conto forse è splittare per 8 il prodotto di un info-marketer che insegna a fare l’info-marketing… Forse Emanuele gioca un altro “gioco”. E certi giochi complessi, quando li dividi in porzioni più piccole ci devi mettere un bel po’ d’intenzione per non fargli perdere un “carattere” fondamentale.
Ma scommetto che Ema affronterà anche questa piccola sfida con ottimi risultati.
Ciao Valerio,
Grazie per l’articolo.
Nel mercato vendo differenti prodotti con fasce prezzo differenti, e secondo la mia esperienza i prodotti low cost si vendono molto facilmente se paragonati a quelli con prezzo elevato (da 170 euro in su). Ma non basta solo questo…
Sviluppare e presentare quello che serve alle persone (per soddisfare le esigenze) è sempre stato il mio obiettivo, comunque non c’è ragione per deprezzare un prodotto di valore solo per la paura di non venderlo.
Deprezzare è un operazione stupida.
Splittare i contenuti in multiple offerte è un altro paio di maniche.
A un certo punto uno potrebbe anche optare per la seconda.
Ciao Valerio!!
stavolta ci sono anche io, hehehhehe mi piace questo confronto, molto interessante!
Io credo che ognuno è libero di esprimersi come meglio crede, a me piace il video, ma sono un grande estimatore di scrittori di ebook, come Valerio e altri di cui non faccio i nomi, ma che con la scrittura fanno elevare le emozioni all’ennesima potenza!
Per quanto riguarda i prezzi, e la concentrazione di informazione, ricordo come se fosse oggi una bellissima chattata con te in una delle solite notti, prima del lancio di ” Target Business Gmail ” che ti avevo dato per fare la recensione e testare sul tuo mercato!
La cosa che aveva fatto molto piacere era stata proprio sentirti dire : ” ecco cosa intendo per prodotti fruibili, e che vanno subito al sodo ” infatti il corso non è lungo 8 ore (come invece lo è Target Business Youtube) e il suo costo era di di 47 euro, ma dura meno di 1 ora e mezza, ma sono concentrate tutte le informazioni che servono all’utente per sviluppare le strategie per aumnetare l’acquisizione dei clienti.
Mi avevi fatto pensare e sono convinto che il tuo pensiero è giusto, e la fatica è minore e le entrate sicuramente più alte, ma se cerco il prodotto completo senza dover prendere 10 report o 30 video tutti staccati devo dare la possibilità di farlo!
Poi ognuno sceglie cosa fare!
Quello che è fondamentale è dare 10 volte il valore di quello che ti fai pagare, poi il resto si può confezionare in vari modi!!
Grande Vale sempre e solo ottimi articoli di grande valore!!
Ne ho uno in testa che farà inca….are molta gente e mi auguro anche ragionare!!
Buon Business
Alex Billico
Mi ricordo quella notte Ale… memorabile sessione di brainstorming insieme. Da folli dire… molte idee geniali mi vengono proprio dopo aver parlato con te. 🙂
Non ci sono dubbi sul fatto che conta assolutamente dare 10 volte il valore di cio che uno chiede.
Penso che il miglior approccio in assoluto sia un bilanciamento di fattori, tanti prodotti low costo sparsi per la rete, che risolvono specifici problemi e danno specifiche soluzioni. E 3-4 prodotti TOP Levell che non sono altro che le BOMBE delle 4 top categorie della nicchia che stai affrontando dove concentri tutto dalla A alla Z.
Ciao Valerio.
Ho letto il tuo report,mi è molto piaciuto,anche perchè a me piace scrivere,ho già creato 5 mini ebook o report,aspetto solo di crearmi il blog,per dividere i miei progetti.
Certo ci vuole fantasia e immaginazione per scrivere,io ho tu tutte e due compresa la pazienza che al giorno d’oggi secondo me,manca molto,in questa era tecnologica che allontana inconsciamente dalla nostra vera natura interiore,il sapersi ascoltare internamente
stà scomparendo da questo nostro pianeta.Io uso il compiuter ma mai sarò schiava di questo oggetto pericoloso,bisogna tenerlo a bada.Lo uso con intelligenza e poi stacco la spina!
Tornando al discorso tuo,io direi di usare il buon senso e il buon ragionare con la propria consapevolezza,e ascoltare la risposta che ne esce,questo è un mio sentire interiore,basso costo o alto costo,dipende dai contenuti secondo me,sono validi tutti e due,è il saper scegliere
finito il prodotto,che crea un pò di confusione o smarrimento.
ciao.
Ciao Valerio ;
ho trovato molto interessante il tuo post come sono interessanti e utili le cose che scrivi nelle email o dove comunque ti seguo.
Io personalmente ho comprato di tutto e con diversi prezzi da te, Alessandro , Massimo , Billico e altri che ora non mi vengono in mente e che saluto e comunque ringrazio perchè mi sono da esempio da seguire.
Personalmente penso che il prezzo basso invoglia di più all’acquisto però quello che capita a me e che mi ritrovo con il computer pieno di materiale che mi potrebbe anche servire che non so più dove è finito.
Sono più propenso alle forme di abbonamento se sono ad un prezzo accessibile.
si alla fine a certi livelli si tende poi a preferire le forme di abbonamento mensile su uno specifico argomento. La condizione indispensabile in questi casi è che uno non veda dissanguarsi il portafoglio. BEN VENGANO le membership mensili a termine fisso, ma che costano poco, quello è il top del top secondo me, e a mio avviso in ITALIA nessuno sta facendo un cazzo per rivoluzionare il mondo dell’infomarketing con questo. Ce ne sarebbe bisogno.
Bell’articolo.
Quando parli di super report a cosa ti riferisci nello specifico?
Grazie
Donatella l’ho spiegato ampiamente e in più punti in molti miei articoli. Diciamo che l’essenza è
e’ un modello di contenuto breve e sintetico, in grado di comprimere informazioni espresse in 300 pagine, in sole 30 pagine di contenuto. Per questo motivo è più focalizzato all’azione, al risultato per l’utente, accompagnandolo in un processo dinamico che lo porta a mettersi in moto in automatico dopo diverse riletture. Una sequenza “sistematica” di azioni che è realmente ciò che fa la differenza. Inoltre la caratteristica più importante del Super Report è che ha un contenuto dinamico, che si adatta alla particolare esigenza dell’utente finale.
questa non è che la punta dell’iceberg del tutto. Ci sarebbero molte altre cose da dire
Sono pienamente d’ accordo col tuo modo di vedere le cose;
i soldi non crescono sugli alberi e le persone non vanno prese per il collo; un prezzo ragionevole permette di fare ulteriori acquisti abbastanza regolarmente.
Ciao Valerio 🙂
Un saluto a tutti 🙂
Sicuramente opterei per l’opzione low cost cercando di dare comunque dei contenuti interessanti e di qualità… anche se personalmente non sono un creatore di infoprodotti. Mi limito a fare affiliazioni.. a questo pro, decido di promuovere solamente prodotti vermante utili, di qualità e possibilmente a prezzo basso…
Mi viene in mente quando tanti anni fa frequentavo i centri sociali (musicali).. era verso la fine degli anni 80′ (e non c’era la crisi) e nel bazar all’interno del centro sociale si potevano trovare in vendita una miriade di musicassette e demo di parecchi gruppi underground. Mi ricordo che il “disco” di vendita era quasi sempre lo stesso “Non pagare più di 5 mila lire per questa cassetta”….
Perché faccio questo esempio?
Perchè è da un po’ di tempo che mi chiedo se una formula simile potrebbe funzionare anche nel Web Marketing…
Ciao Valerio
Ciao Andrea… interessantissima riflessione sui retro degli anni 80’…. a proposito ti ringrazio di cuore per avermi citato a “RADIO WEBMARKETING”. La stima è sempre reciproca.
fammi sapere dei tuoi prossimi progetti, mandami un email
A parte i complimenti per Valerio, che come sempre li merita tutti, credo che per fare un punto preciso dell’argomento non basti una semplice e-mail. La questione è molto complessa e ramificata in quanto entrano in gioco le esperienze e le esigenze di chi vende e chi compra, parliamo di migliaia di persone, tutte con situazioni differenti l’una dall’altra, quindi è difficile incorporarle in una unica soluzione (prezzo basso o alto?). Faccio un esempio, alcune aziende della cantieristica navale italiana vendono prodotti (yachts) da milioni di euro e non sono in crisi, ovviamente ne vendono pochissimi in un anno, uno o due. Ma ci sono anche aziende, nello stesso settore, che vanno altrettanto bene vendendo “barchette” a basso costo ma di buona qualità senza avere i grossi problemi e le rotture di palle che danno i clienti milionari degli yachts. Purtroppo le fregature sono sempre dietro l’angolo, sia online che offline, in linea di massima sono d’accordo con Valerio (con i tempi che corrono) e un certo Bill Gates disse che preferiva vendere un milione di pezzi ad un dollaro l’uno piuttosto che un solo pezzo da un milione di dollari, perchè se perdi l’unico cliente sei semplicemente fottuto. In sostanza la mia ricetta è: prodotto di qualità e accessibile alla massa.
Grazie mille per il complimento apprezzato!
Alessandro grandissimi consigli, soprattutto quel “..se perdi l’unico cliente sei semplicemente fottutto” . è una frase storica, direi che ci potresti creare addirittura una brand!
grandioso intervento. Ragazzi sono davvero contenuto di vedere quanto è alto il livello culturale e di confronto che si verifica ogni volta che posto un articolo, questo mi gratifica e mi fa capire che sto facendo un ottimo lavoro, soprattutto mi sento in cammino con tutti voi insieme.
Un abbraccio a tutti!
Grazie Valerio, io sono nuovo del web, pensa che non ho neanche il sito e scarse nozioni tecniche sull’uso del PC, sto valutando bene, anche se ho un progetto quasi finito sulle ralazioni umane e rapporti di coppia. Nella mia brevissima esperienza online ho potuto constatare che la carenza di base degli “stregoni”, li chiamo così perchè ti propongono sempre la “formula magica per….” è quella di non voler capire che davanti ad ogni PC c’è un essere umano con tanto di cervello e intellligenza propria. Sia per curiosità che per capire di più mi iscrivo velocemente a tutte le newsletter che mi capitano, in diverse nicchie, ma altrettanto velocemente mi cancello, vista la qualità, sopratutto in quella del guadagno online. Credo che certi stregoni, più che marketer o infomarketer si dovrebbero chiamare “info-markettari” per tutte le puttanate che osano proporre, ora qualcuno potrebbe dire che questi personaggi sono la rovina del web, ma io la penso diversamente, credo invece che sono la fortuna di chi lavora seriamente e onestamente, in quanto col tempo tutti gli utenti avranno capito e ci sarà una bella scrematura, scegliendo chi veramente vale, in qualsiasi nicchia, le bugie hanno le gambe corte. Tornando alla discusione di base, ognuno dovrebbe esprimersi nel modo che gli è più congeniale ( scrittura, audio o video) e non farsi trascinare dalle mode del momento e fare delle cose non confacenti alla propria personalità e passione. Prima di mettere in vendita un prodotto online, diciamo un e-book, dovremmo metterci al posto dell’acquirente e fare questa riflessione “ma io, un prodotto così, lo acquisterei a questo prezzo?” Un caro saluto a te e a tutti gli amici che ti seguono.
concordo su tutto. come ho già detto più volte – specialmente riflettendo con Properzi, ma anche con Vignolo – in ciascun campo, chiunque si “deformi” professionalmente, diventa una caricatura.
Come? “A me non succede!”
Certo, peccato che nessuno se ne accorge.
Avete presente il famoso esempio della rana bollita?
La rana non si accorge dell’acqua che si scalda lentamente, non salta perché non ne ha consapevolezza e muore “cotta”… Siamo tutti un po’ a rischio “rana bollita”.
La deformazione professionale capita soprattutto nel nuovo info-marketing, dove il fatto che devi sentirti e parlare in maniera autorevole, ti mette sempre molto a rischio “caricatura”, in un secondo.
Poi c’è il cliché: perché, nolenti o volenti, impariamo tutti le stesse strategie, lo stesso linguaggio, lo stesso codice.
Ma immagino che se queste cose le dice un Autorità del campo, hanno un senso… dette da me…
Hei Valerio… ma cosa succede!!! Stai svelando la più Grossa delle Verità dell’Infomarketing…
Complimenti.
🙂
Sono sempre stato convinto che vendere un infoprodotto ad Alto Prezzo sia un passo successivo a cui eventualmente pensare una volta raggiuntà popolarità, credibilità e fiducia all’interno della propria nicchia. Ciò nonostante il prodotto che s’intende proporre poi a prezzo elevato deve essere sostanzialmente perfetto e superare le attese di tutti i potenziali acquirenti.
Il rischio pertanto rimane elevato.
La cosa cambia un po’ nel momento in cui si parla di Coaching ma anche in tal senso non è plausibile pensare a costruire una sessione di formazione ad alto prezzo senza essere prima un personaggio riconosciuto.
Un caro saluto e Grazie per il tuo preziosissimo contributo alla diffusione del VERO INFOMARKETING.
Ciao a tutti da
Ernesto Carlo
Ciao Ernesto.. si sono ottime informazioni, ma è solo la punta dell’iceberg. Con un amico proprio ieri in privato abbiamo chiarito alcuni punti che ho lasciato in sospeso (volutamente) nell’articolo, e non poteva essere diversamente altrimenti avrei creato un vero e proprio infoprodotto pubblico. Un abbraccio!! e grazie di tutto..
Ciao Valerio, ho un prodotto offline da un paio di mesi, sto ultimando il restyling grafico (i contenuti son li stessi), secondo te un videocorso + audio + alcuni pdf a che prezzo buono sarebbe da mettere online?
97, 77, 67, 47?
Grazie mille…
Manuel
sinceramente questo dipende molto dal mercato, non sapendo quale mercato stai affrontando non ho idea della sensibilità al prezzo che possono avere i tuoi potenziali clienti.
Ciao Manuel,
se stai parlando della nicchia doi adottare una tattica simile a quella usata da molti americani ( nella stessa nicchia ). Iniziare con dei prodotti sull’EFT, più introduttivi e relativamente economici, e fare degli upsell sostanziosi ai clienti più affezionati.
La differenza tra gli USA e l’Italia deve essere nei prezzi. In Italia lo scetticismo per queste pratiche è altissimo. Negli USA invece c’è sempre una maggiore apertura. Per questo negli USA lanciare un prodotto a 47€ può funzionare alla grande. In Italia, invece, è ideale ridurre i prezzi e puntare sui 27€ per i prodotti introduttivi.
Idem per i prodotti grandi. Io starei massimo sui 97€.
Questa almeno è la mia esperienza in una nicchia molto vicina all’EFT. A presto
Ottimo articolo come sempre, Valerio.
Sono d’accordo con te sopratutto per quelle che sono le tante differenze tra il mercato dell’infomarketing italiano con quello USA.
Ad ogni modo credo che con i “Super Report” si possano raggiungere risultati interessanti. Il punto principale però è la nicchia di mercato. In un mercato di nicchia, dove ci sono pochi infoprodotti che risolvono effettivamente un problema del mercato, può andare bene.
In mercato più sviluppati, come ad esempio web marketing, seduzione ecc … dove c’è tanta concorrenza ed è difficile emergere come vero “esperto” (o Guru, come preferite) del settore, allora una volta partiti con i prodotti introduttivi e dopo essersi fatti conoscere, secondo me non è da escludere la creazione di un Info-Corso avanzato hight ticket.
Di sicuro però personalmente non mi spingerei mai i 497€, proprio per le differenze del mercato italiano di cui parlavo prima e poi perché oggettivamente, non lo so quanto un infoprodotto possa valere effettivamente 2.000 o 3.000€ a meno che ovviamente non ci siano inclusi bonus straordinari (coaching personali, eventi dal vivo, supporto live, formazione avanzata e chi più ne ha più ne metta) 😀
Bel articolo come sempre, però io, con tanti pensieri diversi vado in confusione.
Allora dico, devo fare il mio primo infoprodotto in audio, nicchia ansia, perchè odio scrivere, sentendo il consiglio di un guro, del quale faccio parte della sua membership mensile, e del quale hai fatto parte anche te Valerio, però non faccio nomi, dopo avergli chiesto in una teleconferenza a quanto dovevo venderlo, 47 o 97, lui mi ha risposto di venderlo a 97 perchè
il marketing per venderlo non cambia di molto, e per farlo in audio il valore percepito e la fatica è maggiore di farlo in report.
Adesso, io ti chiedo cosa devo fare?
Questo sarebbe il mio primo infoprodotto in audio e quindi non mi conosce nessuno e non ho lista.
Ciao e grazie,
Fabio.
Ciò che ha detto il guru è corretto, infatti lo sforzo di marketing che ti richiederebbe nel venderlo a 47 è uguale anche a 97. Forse però in quel mercato (attento, ansia non è una nicchia) l’offerta è un po troppo generica. Infatti se colpisci uno specifico gruppo di persone che ha problemi d’ansia e tu sei in grado di risolverli allora possiamo parlare di nicchia. Quindi questo è il primo punto da considerare, e su questo influirà anche la scelta del prezzo.
La seconda cosa da considerare è che se il fare audio ti viene più facile perchè tu odi scrivere, questo non vuol dire che devi ignorare la scrittura, in quanto approfondire la creazione degli infoprodotti scritti ti potenzia anche nel versante comunicativo quando poi farai gli audio. In terzo luogo, se hai un marketing potente l’audio corso potresti darlo pure a prezzi superiori a 97 euro. Ma se il marketing fa schifo non vende nemmeno a 7 euro.
Quindi la conclusione è STUDIA PER BENE, come promuovere, come comunicare, e come creare per bene questo prodotto alla tua nicchia, e accertati di avere una solida USP che ti dia un intuizione sui risultati potenziali che potrai ottenere. Spero di esserti stato utile. Aggiornami anche qui sui commenti sui tuoi progressi. Un abbraccio
Valerio, scusami ma non ho capito tanto bene, gentilmente mi aiuti a capire meglio?
Grazie in anticipo.
Punto 1: quando dici ansia non è una nicchia ed è troppo generico, cosa intendi, che dovrei specificare ansia sociale,ansia da prestazione, attacchi d’ansia, panico ecc.., intendi che è meglio focalizzarmi su uno di questi o parlare di tutti?
Punto 2: tu dici che non devo ignorare la scrittura, cioè che insieme agli audio devo mettere anche il pdf scritto o no? non ho capito.
Poi tu dici che giustamente devo studiare e accertarti di avere una solida USP, cos’è la USP?
Ciao e grazie.
Fabio si il concetto è quello, scendere nello specifico nei sottogruppi di mercati, quello da te esposto è solo uno dei possibili modelli di targetizzazione, ce ne sono altri 10 almeno. Comunque a proposito della scrittura non intendo che devi necessariamente inserire un pdf, ma che può tornarti utile farlo. Infine relativamente alla USP, ho scritto alcune cose in merito che puoi trovare tanto sul blog che su alcuni miei prodotti, come le 10 chiavi. IN SINTESI per usp, si intendi la caratteristica UNICA che ti differenzia dalla concorrenza e che fare preferire te rispetto a loro
Ok Valerio, grazie delle tue risposte che mi hanno chiarito le idee, cmq io parto e dopo sbagliando correggerò, solo partendo e sbagliando e testando,saprò cosa va bene e cosa no.
Ti rigrazio del tempo dedicato e ti terrò aggiornato.
PS: ho molta fiducia in te, più vado avanti e più mi accorgo che sei una persona onesta e speciale, cmq, non ti preoccupare non sono innamorato, ho altri gusti!
Ciao, Fabio.
Non preoccuparti Fabio, parti già con una buona base – tu inizia, poi non ti abbattere alle prime difficoltà, metti in cantiere tutti i possibili fallimenti e considerare come un percorso necessario per evolvere, non deve demolirti, come succede a tutti. Un saluto
Ok, grazie ancora,
ciao.
Penso che tu abbia l’ispirazione giusta abbinata a un tempismo da record! Mi ritrovo passo passo in tutto quello che condividi (ma tutto!) anche se sono alle prime armi. Complimenti 😀
Complimenti Valerio: ti seguo!
Sono d’accordo con la fascia low-cost ma vorrei fare una domanda sulla praticità dei video anche al posto delle tradizionali lettere di vendita. Secondo voi, potrebbe uscirne qualcosa di interessante o lo ritenete troppo “avanti” per il mercato 🙂
Anche qui tutto dipende da come uno fa una cosa. Se sei scarso con i video e non riesci a gestire bene il paraverbale e il non verbale, farai un tremendo buco nell’acqua. D’altro canto è imprescindibile conoscere tutte le regole del copy scritto anche per fare delle buone video sales letter. E comunque per prodotti low cost i video non sono necessari.
Ciao Andrea,
credo di poterti dare io una risposta per quanto riguarda i video. Io li ho testati qui in Italia e non convertono per niente bene. I motivi sono principalmente 2:
1. le connessioni a Internet italiane sono terribili rispetto a quelle Americane ( dove invece, i video di vendita, convertono alla grande )
2. molta gente ancora non sa come funzionano i video ( ricevo tutt’ora email di persone che non sono in grado di avviare i video… ).
Secondo me tra un paio di anni potrebbero prendere piede anche qui in Italia. Ma, fino adesso, i tentativi che ho fatto e che ho visto fare non hanno portato risultati apprezzabili.
Secondo me i video convertono eccome, però come diceva giustamente Enrico, ci sono ancora dei problemi in Italia legati a questa soluzione. Il consiglio è quello di equilibrare il video con la lettera di vendita. In questo modo anche se c’è un problema di connessione lenta o incapacità dell’utente, hai comunque la certezza che i tuoi contenuti siano anche leggibili.
Vero Daniele, bisogna anche tenere conto di chi non si trova per nulla a suo agio a video e tale spontaneità non gli suona per nulla bene col risultato di non riuscire a essere abbastanza credibile. Questo è un problema di molti. Io per esempio a video mi trovo malissimo. E so bene che converto meglio su scritto, piuttosto che su video
Caro Valerio,
sono completamente d’accordo con te. Mi pare che il tuo ragionamento non faccia una piega e che il tuo sia un atteggiamento enormemente sano e realista. Primo perché dimostra onestà verso i clienti, proprio perché il non promettere la luna ti consente di offrire comunque contenuti di qualità senza deludere mai nessuno (o rari insoddisfatti di “professione”…). Secondo perché in questi tempi di crisi nera (che amplifica la scarsa propensione tutta italiana a comprare in internet) mi sembra estremamente logico e saggio puntare su prodotti seri ma fruibili e “leggeri”.
Purtroppo ora non ho tempo di leggere gli altri commenti e vedere come la pensano gli altri ma mi farebbe piacere tornare e dare un’occhiata.
Grazie come sempre per le indicazioni preziose contenute anche in questo articolo.
Conto sul seguito.
Un abbraccio e a presto.
Susanna
Susanna un grazie infinite a te e per la tua interessante osservazione, ti ricambio l’abbraccio. A presto!
Alcuni articoli sarebbero da incorniciare e evidenziare i punti cruciali ogni volta che abbiamo intenzione di creare un info-prodotto.
Ogni volta che leggo un articolo di Valerio imparo sempre e mi spinge a seguire la mia strada.
Per quanto riguarda l’articolo sono pienamente d’accordo, matematica alla mano oggi giorni è preferibile un ottimo info-prodotto dal prezzo medio basso ( ma con contenuti alti ) che un prodotto da 99,99€.
Più prodotti, più possibilità di avere clienti con esigenze diverse , arrivando a soddisfare molte loro esigenze che a volte un solo prodotto non riesce a fare.
Valerio sono in attesa del tuo nuovo prodotto , spero che arrivi PRESTISSIMO !!
Un saluto!!
Magazzinobiellese
Ciao Valerio grazie per i tuoi consigli.
Se puo’ esserti di confronto io ho delle percentuali di rimborso intorno all’2 % . sui miei prodotti .Ma quello che mi ha lasciato di stucco dopo 1 anno di verifiche e’ che i rimborsi sono arrivati sempre dai prodotti in offerta sotto i 97 euro .
In pratica lo stesso prodotto identico ma a prezzo basso ha ricevuto piu’ richieste di rimborsi del prezzo normale.
Anche se parliamo di percentuali minime e’ un dato che mi fa riflettere.
Che ne pensi ?
Ciao da Franco
Ciao Franco. Ottima condivisione e domanda interessante. E’ un fattore percettivo.
Lavorando con un buon copy e mantenendo coerenza nella comunicazione in maniera da
non creare aspettative fuorvianti, in genere i rimborsi sono davvero ridotti all’osso
Tuttavia, bisogna analizzare ualcuni fattori.
1) Qual è la tua attuale conversione col prodotto a 97 euro?
2) Qual è la conversione che aveva il prodotto quando era 47?
Vendi uguale? Di meno? Confronta i tuoi dati e osserva a parità di
conversione se realmente i rimborsi sono aumentati
In secondo luogo è anche vero che c’è una certa fetta di pubblico che
è educata dai monopolisti del marketing alla storia che se il tuo prodotto
costa poco allora deve valere poco.
Oggi una pericolosa massa di persone ignoranti vengono attratti dai ‘cheaper’,
dai prodotti low cost, considerati cibo spazzatura, acquisti usa e getta.
Se c’è una virgola che sballa …. subito chiedono il rimborso.
Per fortuna è sufficiente filtrare attentamente questo tipo di persone
fin dalla landing page iniziale con un linguaggio che li scoraggi
e li induca a scappare dal sito (ci sono un bel po di modi
per scoraggiarli all’acquisto)
Il problema quindi è superabile. Bisogna solo conoscere la loro
psicologia provocatoria e ogni possibile obiezione in anticipo.
Comuqnue sto pianificando di creare un articolo sull’argomento,
perché lo considero molto importante.
Ciao Valerio e complimenti.
Anch’io mi trovo meglio con gli ebook e i report ma solo perchè fare video in modo serio mi è ancora difficile perchè implica imparare ad usare bene un software di video editing.
La cosa difficile è settare il sito web, renderlo responsive, settare i vari plugin soprattutto se poi ti chiedono aiuto gli amici e devi settare anche il loro.
Ma la cosa più complicata è il CRM: bisogna imparare ad usarlo e la scelta ormai è tra Amember, Infusionsoft e Ontraport. L’area riservata è insostituibile per un sito di un internet marketer, volendo vendere ebook e videocorsi.
Non è semplice imparare ad usare WordPress ed anche un CRM.
Purtroppo spostare i miei contatti a comprare i miei ebook e report su Amazon Kindle non è fattibile perchè pagano ogni 3 mesi e al massimo un ebook Kindle lo posso vendere a 9, 99..
Quindi è assolutamente necessario avere un proprio sito con area riservata.
In America, molti blogger e internet marketers stanno virando su New Rainmaker perchè è più veloce da usare per la costruzione del sito.
Purtroppo, un internet marketer non può usare 1and1, Wix o Weebly perchè sono sprovvisti di area riservata per il download di ebook e videocorsi.
Per questo non possiamo fare a meno di WordPress ma molti hanno difficoltà a settare il sito e i suoi plugin.
Con i Site Builder sarebbe stato più comodo ma per chi vuol vendere prodotti digitali non vanno bene. Soprattutto se i videocorsi hanno tanti gigabyte e li vuoi inserire nell’area riservata in formato Zip (per caricare singolarmente ciascun video di ciascun videocorso impiegherei troppo tempo, soprattutto se si hanno videocorsi contenenti 20 video e più).
Poi mi piacerebbe sapere se qualcuno è disponibile ad avviare business insieme con divisione incassi a metà.
Ho 10 videocorsi presi con diritti di marchio privato che posso rivendere con diritti di rivendita.
Più miei ebook e ho trovato siti americani dove comprare prodotti americani come niente a pochissimo prezzo.
Si potrebbe fare un ecommerce o marketplace digitale di prodotti italiani e americani.
A noi sconosciuti manca questo: avere un appoggio di quelli già affermati per avviare business insieme.
Ciao Valerio spero che non cancellerai il mio commento..:=)
Mio parere personale sui infoprodotti-ebook e videocorsi:
L assunto fondamentale da cui bisogna partire e’ che “is a game of margin not volum”..come dicono negli States
A prescindere, se come dici tu, hai una scarna lista mail di 300-500 (come dici tu) non vendi certo centinaia di copie di infoprodottini da 27 o 37 euro..(certi nueri di vendita li puoi fare su liste di migliaia di iscritti)
Capitolo videocorsi:
Per vendere devi dare valore percepito e all atto pratico puoi vendere “anche” senza lista mail posizionandoti su youtube con centimaia di video (questo e’ il funnel piu potente se usato bene, ovvio non e’ per tutti saper comunicare e dare valore in ogni video che piazzi su youtube)
Parlando di videocorsi (sottointeso che devono essere fatti bene e con contenuti di qualita’) se vuoi fare margine devi (sottolineo devi) venderli tra i 500 e i 1000 euro perche’ il valore e’ gia’ autoposizionante e qualificante di suo (attira persone giuste e in target e allontana chi piu di 47 euro non spendera’ mai nemmenose gli offri a 47 euro una coaching di 3 ore con Briatore )
In questo modo arrivi a marginare agevolmente 100k esattamente con la stessa lista mail (numericamente parlando) con la quale , vendendo infoprodotti ebook/report puoi marginare 15-20K se ti va bene.
Poi ognuno e’ libero di guadagnare e fare profitto come crede, ma perche’ marginare meno quando puoi fare 5 volte di piu con lo stesso sforzo?:)
ciao
Ciao Massimo, intervento interessante, che condivido in parte.
Vendere low ticket è per dilettanti? Assolutamente il contrario.
Il modello high ticket per alcuni è più profittevole? Dipende tutto da come presenti le cose.
Anche un piccolo low ticket se lo sai presentare con copy veramente ben fatto e appassionato, suonerà come un’offerta irresistibile e non una marchetta per sfigati. Se non lo sai presentare invece succede quello che hai detto. cioè che si associa il low ticket alla merda.
Detto questo, mi fa piacere confrontare opinioni diverse, il tuo commento era finito in spam, e l’ho recuperato per miracolo.
Ritengo tu abbia fatto riflessioni giuste e interessanti.
Io oggi sostengo che funziona tutto. Sia il modello high ticket che il reverse e ascension.
Ormai sui funnel si è detto tutto. Non c’è una strategia sbagliata.
La realtà fondamentale dei fatti è che per un principiante è molto più semplice vendere un prodotto entry level (7-47 €) perché non è necessario creare un copy dell’apocalisse per vendere a questi prezzi. Chiunque può farlo seguendo i giusti passaggi.
Al contrario, fare una vendita a freddo di un video corso da 900 € richiede un lavoro di marketing di gran lunga DIFFERENTE, e una sofisticatezza di copywriting più alta.
Dipende anche da quante offerte e da quanti prodotti simili i consumatori sono stati bombardati prima di te, dal loro livello di consapevolezza del problema, dell’esistenza di una possibile soluzione, e delle alternative disponibili…
Per esempio, se stiamo parlando a consumatori scettici nei confronti di una certa categoria, in un mercato difficile, vendere a prezzi elevati sarà ardua impresa. Impossibile se non si è veramente profondi conoscitori del mercato, nonchè bravi copywriter (un copy decente, sufficiente per vendere low ticket, in questi casi non può bastare, deve essere tosto, il migliore in assoluto).
Detto questo è anche vero che ci possono essere situazioni (rare, ma possibili) in cui è facile vendere quasi a FREDDO un high ticket, senza bisogno di essere un grande copywriter.
Quando? Semplice, quando hai già fama, hai un buon seguito sia nella tua lista che nei social. Oltre a questo, se hai già fatto buone campagne di prevendita (che possono durare anche mesi) che educano il consumatore finale all’idea di ‘volere’ il prodotto in largo anticipo. Un po’ come succede ogni volta che c’è il nuovo modello di Iphone. Gli appassionati lo aspettano in largo anticipo e lo hanno già comprato nella loro testa.
Ci si domanda: Come mai?
Forse che Iphone è meglio degli altri smartphone? Che sia vero o no… non è la ragione per cui i fan di Apple comprano. Molti di loro credono nei valori di Apple. Seguono il loro credo, vi si identificano. Ecco il punto: a certi livelli le persone comprano ciò in cui credi. Non ciò che fai. Questo signori è un concetto di sofisticatezza di mercato. Il quinto stadio, dove giocano i campioni.
E i campioni possono giocare a piacimento sia a basso prezzo che ad alto prezzo. Non ragionano in termini di guerra dei benefici o delle caratteristiche, non ragionano in termini di costo vs prezzo. Ragionano in termini di valore e identificazione.
Una volta che abbiamo capito questo abbiamo fatto un enorme salto avanti a livello di comprensione dei mercati.
Ovviamente, tornando al discorso low cost = merda, high ticket = qualità… è solo uno stereotipo. Ciò che conta è vendere prodotti di qualità, saperli presentare, a prescindere dal formato, dal prezzo e dalla audience a cui si rivolge.
I migliori venditori di tutti i tempi ce lo hanno insegnato.
Lo stesso Gary Halbert faceva presentazioni per prodotti super low ticket del costo di 37 € e con trial di prova di 1 dollaro per 30 giorni. E naturalmente creava presentazioni anche per super high ticket, come la famosa lettera scritta per le consulenze di Jay Abraham.
Grazie per la risposta Valerio:)
Premesso che ticket non si scrive con la Y, sono d accordo anche se non in toto con quel che dici..:) e il mio focus era principalmente puntato sul fattore del quanto profitto si puo fare con gli infoprodotti
il modello low ticket non e’ per dilettanti (come scrivi tu) ma e’ sicuramente molto facile e richiede solo una minima parte di conoscenze copy-marketing-comunicazione-follo up etc etc , e puo generare discreti profitti (ovvio che si)
Vendere un inforprodotto a 17 o 27 euro e’ dunque alla portata di (quasi) tutti ma il PUNTO sta proprio che con le cose che “fan tutti”..non fai i solfdi (parlo di fare 100-200k in un anno)
Vendendo a questi prezzi (a meno che tu non sia un azienda presente da tanti anni , seguita sui social e con lista mail di 50mila prospects) puoi tirare su, costi e tasse pagate, un ottimo stipendio, forse superiore rapportato all media italiana dei 21k annuali di reddito medio.
Vendere infoprodotti a 997 o 1497 richiede logicamente molte piu abilita’ e skills (conoscere benissimo il marketing, il copy, far percepire il prodotto di alta qualita’ toccando le giuste corde e esaltandolo come cio’ che mancava sul mercato, e inoltre fondamentale sapere scegliere la giusta forma di comunicazione e i giusti step di follow up / educazione e nurturing dei prospects etc etc)
Se fosse cosi facile vendere high ticket saremmo circondati di milionari che vendono inforprodotti a 1497 euro:=) ma appunto non e’ facile, ma e’ prorprio dove non e’ facile che si riescono a fare grandi profitti..(a meno che non ti chiami Amazon o Ebay)
Con le giuste skills (vedi sopra) e’ fattibiilissimo, ti posso fare l esempio di un marketer italiano (eta’ sulla quarantina ) con zero esperienza in fatto di creazione e vendita di infoprodotti che in SOLO 3 mesi tra agosto e ottobre 2018 ha venduto (sul mercato italiano) il suo PRIMO infoprodotto-videocorso a piu di 1000 euro generando piu di 350 vendite in 3 mesi, ergo 350 mila euro in 3 mesi e ora l inforprodotto e’ aumentato parecchio di prezzo e continua a vendere copie.. (tra l altro senza usare youtube e avendo una maling list di circa 2000 prospects
Non conosco gente che puo generare mezzo milione in anno (parliamo dell italia) vendendo infoprodotti a 27 o 47 euro (togliendo Amazon, Udemy, Corsi.it o aziende medio grandi presenti da anni sul mercato e che hanno cmq tanto personale e spese per il reparto gestione marketing)
Parlando di freelancer la situazione e’ questa e credo che lo sappia anche tu:)
ciao
M.
Grazie per la correzione, il tuo ragionamento cita un caso comunque non tipico, i dati in 12 anni di attività che ho sperimentato su di me e su molte altre persone sono diversi. Tutto va anche tarato non solo alla competenza della persona, ma anche al mercato a cui si rivolge. Di che mercato stiamo parlando? Ci sono settori dove i numeri che hai citato sono assolutamente impossibili. Quindi visto che non amo le generalizzazioni, e hai fatto numeri specifici, a questo punti chiarisci anche il mercato e la tipologia di competenza richiesta, in questo modo valutiamo su dati più attendibili. Il modello ad alto costo (reverse funnel) può portare a margini elevati, ma bisogna saperlo usare e non è per tutti. Io personalmente sconsiglio di partire con il primo infoprodotto a super alto prezzo una persona che parte da zero assoluto per le logiche che ho spiegato già 5 anni fa e che confermo tutt’ora.
Qui dipende, stiamo comunicando alla casalinga o all’operaio che non sa che pesci pigliare e non sa come arrivare a fine mese (una grande massa di persone)? Oppure stiamo parlando di professionisti e persone altamente qualificate in un campo che hanno già un know how solido da vendere? Capisci che il discorso è differente. Una persona che ha un know how pari a zero e che in più deve capire come fare infomarketing non è realistico dirgli che gli basta avere una lista di 2000 prospect e puoi vendere un prodotto da 1000 euro e fare 350 vendite in 3 mesi. Non è semplicemente possibile. Con le giuste skill invece, è possibile ma… anche lì, difficile, non certo una passeggiata. E poi la lista di 2000 prospect come la tiri su? Bisogna che si faccia ads e fatto bene.
Inoltre non ho mai suggerito a nessuno di vendere solo un prodotto da 12 euro e fermarsi lì. Si crea un funnel ad ascension che è sempre affidabile e produce risultati se la comunicazione e il copy sono di buona fattura.
Un abbraccio
Si, giusto Valerio
a chi comincia a guidare bisogna dare la Panda non la Lamborghini perche senno’ andrebbe dritto alla prima curva:)
Mi sembra di aver scritto che per fare certi profitti bisogna avere le giuste skills, conoscere bene il mercato che si va a colpire, saper fare le giuste ads con il giusto copy, saper comunicare al giusto target, sapere creare la giusta sequenza di email in followup, oltre al fattore principale, cioe’ creare un infoprodotto di alta qualita’ pecepita e che vada a colmare una richiesta consapevole (e magari pure latente)
Non e’ roba per principianti e’ chiaro, e bisogna studiare, fare test ed esperienza
La persona a cui mi riferivo (beh ormai e’ facile capire chi e’) ha esperienza abbastanza recente, cioe’ sono solo 2-3 anni che e’ presente come player nel campo dell affiliate italiano ma non aveva mai venduto nulla di suo, tanto meno un infoprodotto (videocorso nel caso specifico)
Come detto prima e come e’ ovvio che sia, per fare grandi numeri occorre grande preparazione, ma a questo livello puo’ ci si puo’ arrivare anche solo in 6 mesi, basta solo studiare, come ben sai rispetto a 10 anni fa siamo molto avvantaggiati, su youtube puoi farti una cultura (aggratis come piace agli italiani) gia molto avanzata sul marketing e sull online marketing imparando dai top americani.
Se solo la maggiorparte delle aziende italiane (che hanno scarsi risultati in termini di vendite online) sfruttassero youtube per imparare certe stategie di alcuni marketers americani…porterebbero il loro fatturato a quintuplicare dall oggi al domani
Eh si bisogna farsi il mazzo e masticare bene l inglese x studiare i grandi maestri del marketing …ma come dicono oltreoceano..”no pain no gain”..:=)
Ti dico solo che io e’ quasi 1 anno che mi sciroppo i piu grandi marketers americani e avro’ sbobinato centinaia di ore di videocorsi (parlati in slang americano) ma ora ho raggiunto un livello notevole di conoscenza/preparazione e sto lavorando al mio primo infoprodotto (videocorso) che riguardera’ delle tematiche di marketing avanzato (piu offline che online) che davvero in italia non ho ancora visto proposte da nessuno.
Ovviamente il prezzo d attacco non sara’ Low..:)
Non c’è bisogno di fare nomi.
Io non giudico le persone da ciò che dicono o fanno, ma dai risultati che producono.
Prima di parlare di business, mercati e modelli bisogna sapere quale risultati uno vuole raggiungere.
L’obiettivo è fare il massimo ROI possibile? Vogliamo polarizzare il mercato in maniera da spaccarlo in due, dividendolo tra chi ci odia a morte e chi ci adora come divinità (vecchia strategia usata anche dai politici)? O magari vogliamo semplicemente dare il massimo valore possibile al mercato, a prescindere dalla ricerca dei massimi margini di profitto? O stiamo solo cercando di creare un passaparola virale? Dipende tutto dall’obiettivo che abbiamo in mente.
Ora, non saprei quale risultato la persona che citi aveva in mente in origine. Ma mettiamola in questo modo: se la comunicazione di questa persona produce il risultato che aveva stabilito (qualsiasi sia: profitto puro, polarizzazione, passaparola, valore) allora non ci piove, è una buona comunicazione.
Resta comunque il fatto che è un caso a se’. Ci sono poi alcune imprecisioni. Sono pronto a scommettere 4 palle che l’esperto di cui parli, non ha un’esperienza limitata a soli 2 o 3 anni e non è un completo ignorante in materia. Senza dubbio si sarà fatto il culo , formandosi in inglese, quindi stiamo parlando di qualcuno estremamente competente. E non è possibile estendere la questione alla massa, è un caso raro di persona che lancia il primo prodotto con un successo clamoroso per giunta ad alto costo… Posso solo supporre che ciò sia stato possibile in virtù di alta esperienza dietro le spalle, comunicazione azzeccata, carisma e personalità… e solide fondamenta di marketing pregresse, non penso sia stato casuale.
Tutte cose che per la maggior parte delle persone sono IMPOSSIBILI da acquisire nel breve periodo. REALISTICAMENTE.
E QUESTO CI PORTA ALLE RAGIONI DELL’ARTICOLO.
L’articolo non si rivolge ai pochi che possono fare il super prodottone e macellare la concorrenza con ondate di vendite, si rivolge invece alla massa di gente che ci sta provando e che gli basta iniziare a fare quel piccolo passo, quei 1000 euro in più al mese per avere una speranza di sopravvivere.
L’articolo è rivolto a un preciso target di persone (90% del mercato) che NON POSSONO fare leva sul modello high ticket semplicemente perché non ne hanno la competenza PER FARLO FRUTTARE.
E poi attenzione.
L’affiliate marketing, inteso come modello di business non è insegnare a guadagnare, ma fare i soldi nelle nicchie rivendendo prodotti e servizi in affiliazione. In Italia sono in 3 o 4 a saperlo fare bene, e li conosco tutti personalmente. Ma stiamo sempre parlando di gente che insegna come fare ‘business’. Le persone vogliono vedere casi studio reali di gente che è al di fuori della nicchia ‘business e insegnare a guadagnare’. Nel momento in cui vedono con i loro occhi allora credono.
Il mio personale metro di misura (del tutto personale) non è il profitto puro, ma il valore offerto al mercato. L’esperienza mi ha insegnato che se non lo tieni perennemente costante, nel tempo crolli. E in 12 anni ne ho visti a decine di esperti emergenti che poi sono spariti nel nulla. Un business, se è fatto bene, sopravvive alla prova del tempo.
A me frega poco o nulla se un certo guru fa un miliardo di euro all’anno e poi ha certi suoi clienti che vengono da me a dirmi che i suoi corsi sono immondizia. Mi interesso di più di chi non sbandiera cifre tanto le cifre, ma sceglie di dare valore elevato, mettendo al primo posto l’umanità e le persone, piuttosto che quanto margine o profitto fa in rapporto all’altro guru. Queste guerre tra esperti sono stupide, inutili e improduttive per tutti.
Massimo, mi puoi cortesemente contattare a santomato@contbay.com ?
Grazie
(e grazie a Valerio che mi può permettere di avere un contatto)
Io penso che dovresti farti un bel bagno d’umilta’, hai ragione aiuti tante persone tanti professionisti e tante persone che hanno davvero bisogno di un aiuto concreto, ma mettersi al di sopra di colossi tipo Google e udemy penso che vada addirittura contro ciò che insegni oltre a risultare un modo molto arrogante di proporti, c’è sempre da imparare e soprattutto bisogna essere sempre umili, con ciò ti sei smascherato da solo, risultando non solo arrogante ma soprattutto venale, si è il tuo lavoro e tanto di cappello ma sentirsi al di sopra di Colossi è un tantino fuori luogo, ti si è sbriciolato il cervello?
Scusami Massimo ma questi discorsi sono puramente teorici. Premesso che sono uno che i soldi li fa senza rifilare in affiliazione corsi e corsetti di marketting a questi disperati (low cost), e potrei farlo, ma ho scelto di non partecipare a questo teatrino del ridicolo da anni, ormai.
Per i nuovi PRESIDENTI, come li chiamo io (passami il termine), è molto bello far passare che si possa vendere l’ego del potere ai grandi cefali che acquistano tutto ad alto costo come quelli che vorresti raccogliere al tuo seguito.
La verità è che siete un cumulo di capre ignoranti.
Parlate di margini di profitto, ma vi rendete conto che se qui non si fanno investimenti pubblicitari non si fanno soldi? Parlate di usare Youtube e i Social di mister ZUCK come fossero giocattolini, senza alcun criterio scientifico. Parlate di basso costo, alto costo, ma state parlando del nulla.
Ascoltate questo consiglio. Volete sapere chi i soldi li fa davvero online?
Sono quelli che ragionano in termini analitici e sistemici. Questo non significa che dobbiamo per forza tutti essere ingegneri e matematici, ma che senza dubbio chi ha queste due qualità ha più probabilità di fatturare milioni rispetto alla casalinga, al manovale o al semplice macellaio.
Se inizi a pensare in ottica di comunicare a un intero mercato, non pensi più in termini di aziende, di categorie, di marketer, affiliati ecc… ma di sistemi.
E non ve ne uscirete più con sta roba lì del prezzo e del valore percepito, che la sento ripetere da 20 anni ormai. Fate la lotta a chi ce l’ha più lungo ma sembrate tutti dire le stesse cose. Tutte indimostrabili.
Il motivo è che non lo avete sperimentato sulla vostra pelle sto benedetto profitto. Fine.
Io osservo molto questo mercato, e l’impressione che ho ricavato è che vi fate sempre rifilare l’ennesimo corsetto di marketing, dal nuovo presidente di turno. La cosa che ho capito è che vi piace davvero farvi infinocchiare.
E’ la SPERANZA di un profitto futuro, che però scoprirete ben presto che non può accadere. Non in questo modo.
Qua poi te Massimo, si capisce che hai 0 esperienza di vendita e solo teorie in testa. Hai già venduto il tuo primo prodotto a super alto costo? La risposta SEMBRA no, parole tue che stai ancora “preparando” in un commento il tuo carro armato incredibile – che poi si scopre un altro corso che insegna a fare marketing a questo pubblico di babbei.
Volete sapere la verità? Da quando è MORTO Italo Cillo, anche l’infomarketing è morto. Fine della discussione, almeno in Italia.
Giorgio, dato che non mi conosci potresti moderare i termini, non credi?
a parte che non si capisce il tuo discorso abbastanza sgangherato sui massimi sistemi analitici /olistici che secondo te sono gli unici sul pianeta a poter generare il massimo profitto online (mi sembra che hai le idee un bel po confuse..)
Le cose sono piu semplici di quanto tu pensi, alla base pero’ ci deve essere una conoscenza MOLTO AVANZATA del marketing, prerogativa che in italia , eccezioni a parte, latita ed e’ ferma a concetti che stanno diventando obsoleti ..(come sempre noi in italia siamo gli ultimi a recepire i cambiamenti e i trends)
Vedo gente che vorrebbe vendere la Panda allo stesso cliente che compra solo Porsche, ma saranno online marketers questi? per loro il target e la comunicazione marketing da applicare a diversi livelli di target sono meri concetti astratti..
io non conosco cosa tu faccia Giorgio ma ti posso dire che sono da quasi 2 anni e mezzo nel mondo dell affiliate e a parte i primi 3 mesi dove ho commesso degli errori di gioventu, mi sono subito spostato a vendere prodotti dove avevo commissione tra i 200 e i 500 dollari (in alcuni casi anche 1500, oltre a promuovere le offerte di alcuni network ..molte affiliazioni me le sono costruite io personalmente facendo accordi privati con brokers e societa’ di servizi di lusso ) , perche non vedo un modello di business percorribile nello spendere 50 in advertising per fare un misero 100 di ROI (lo standard che la maggior parte fa in italia, balle spaziali a parte di chi dice di fare ROI 4-500 guarda caso poi possono anche fare 100k in un mese di lordo con spese di 60k e i 2 mesi successivi andare in perdita con le campagne fb…quindi in 3 mesi han fatto un netto di 5k al mese se va bene)
Vorrei far notare che nel 2019 e ancor piu nel 2020 si alzeranno parecchio i costi delle ads su FB (in Usa gia si sono alzate del 90% rispetto 1 anno fa) quindi la strategia del vendere prodotti in affiliazione a 18-20 euro di commissione avra’ sempre meno senso (parlando dal punto di vista del profitto) poi se per qualcuno le affiliazioni sono un hobby..allora lasciamo stare certi discorsi, va bene tutto, contenti loro
Per VALERIO:
aspetto una tua percentuale sulle vendite dato che hai usato parzialmente il mio input/contenuto (ho il copyright dei miei pensieri) per scrivere il testo delle tue email di follow up alla tua lista:=))
Per risponderti, e’ OVVIO che vendere HIGH sia piu difficile e richieda piu tempo, piu strategia e conoscenza di tutta una serie di triggers e passaggi di marketing e di comunicazione per educare i prospects portandoli alla giusta temperatura per poter poi comprare …ma se fosse cosi facile e veloce sarebbero capaci tutti a farlo, non credi?
Come dicono gli yankees, NO PAIN..NO GAIN (il msg mi sembra chiaro)
Quindi chi vuole puo benissimo vendere prodotti a 7, 17, 27 euro, ma poi ci tirera’ fuori uno stipendio?
secondo me no, primo perche non sa vendere e secondo perche con margini cosi risicati non c e sostenibilita’ sul medio-lungo periodo , e tieni conto che in italia il 95% degli aspiranti online marketers vogliono i risultati subito modello bottone magico e (o possono) investire 5 euro al gg in pubblicita’..
Cmq good luck, qualcuno riesce lo stesso a fare discreti profitti con il low, ma i soldi stanno da una altra parte, su questo non c e dibattito
Poi francamente io di valore nei pdieffini di 50 pagine (scritte col font size 36 per fare piu pagine scritte e allungare il brodo) ne ho visto moltoo raramente, ma chissa’ puo darsi che il valore sia nascosto in altri librettini
Saluti a tutti e buon profitto
Massimo il mio è stato puro spirito di condivisione, non ho fatto certo la mail per fare profitto approfittando della tua idea, ma poiché l’articolo l’ho scritto io ho ritenuto utile approfondire la questione, certamente per argomentare e ribadire il mio punto di vista, ma anche per lasciare spazio a chi (come te) la pensa diversamente. Poi le critiche ci stanno. Il commento che ha uno spirito critico lo ribatto volentieri, non rispondo a chi invece spara cazzate prive di logica, e che dai termini che usa dimostra invece di non essere per nulla conoscitore dell’argomento.
Riguardo la questione da te sollevata, concordo con te sui pdf scritti con carattere 30 e passa. Non ho nemmeno un cliente che scrive con un carattere simile, quindi io non li considero per nulla, si tratta di buffoni. I miei sono scritti in times carattere 12, che è il carattere usato nelle lettere di vendita scritte.
Poi leggiti il PS di questo articolo, dove trovi il collo di bottiglia della metodologia che userai.
Non ho mai parlato di vendere un singolo prodotto e finisce lì. Chi ne capisce crea un funnel strutturato con prodotti a costo crescente. Questo se stiamo parlando di fare marketing di propri prodotti. Se invece parliamo di affiliate è una cosa completamente differente. Non hai controllo sul funnel del venditore.
Infine, vendere a 17 – 27 euro è solo l’inizio, non la fine. E’ un punto di partenza sia per sperimentare, che per testare i mercati.
Parti dal 17 €, poi upselli con un 97€ e poi fai sottoscrivere una membership. Il tutto durante la fase di checkout, a patto naturalmente che uno abbia un software che ti automatizzi i passaggi. Il tutto senza considerare l’automation via email marketing.
Il concetto chiave è: solo a chi ti ha già dimostrato di COMPRARE gli vendi il prodottone da 997 €. La ragione? E’ più qualificato di un cazzo di cercatore di gratis. La prospettiva si ribalta del tutto.
Per chiudere, questa strategia non l’ho inventata io ma la trovi un po’ in tutte le salse sbattuta in faccia da Digitalmarketer.com, Tod Brown, Lo stesso Russell Brunson e insomma tutti i grossi marketer del mercato globale. Saranno tutti pazzi? Non li prendo alla lettera, ma la mia filosofia è “ascolta tutte le campane e poi sperimenta in prima persona”. E così ho fatto dal 2008 ad oggi.
Del resto, sarà pure pazzo Frank Kern che ultimamente parla di Intent Based Branding, che tradotto vuol dire questo: “la gente NON APRE e legge più le email e poichè sta solo sui social, la strategia è di promuovere direttamente la tua roba nei social”.
Quindi, pitch diretti? No.
I classici 3 video gratuiti in serie, in stile PLF.
Poi, a chi ha dimostrato interesse in questi video gli spari il 4° video, che altro non è che la presentazione dell’offerta. L’idea è affascinante ma la genialata del nuovo meccanismo (la lista non funziona, usa solo i social) è talmente potente che c’è da chiedersi: come mai Frank STA ANCORA usando la sua lista per fare promozioni pre-natalizie?
Chi ha ragione?
Un’ultima cosa, sempre ricollegandomi al tuo commento.
Se parliamo di vendita di beni di lusso, e cose come investimenti, non ho esperienza diretta sl campo, quindi io per primo ti dico non lo so, ma ad istinto mi pare di ricordare che il costo per click, almeno su adwords solo per fare pubblicità era qualcosa come 18 euro per un solo click. Questo da un lato significa solo una cosa: mercati ricchissimi, ma anche super competitivi. Un saluto a tutti
Bravissimo, ma soprattutto è così pieno di ego che si permette di mettersi al di sopra di chi da decenni è leader incontrastato del settore formazione ed affini tipo Google e Udemy per citarne alcuni, il vero problema è che oggi tutti si sentono dio sceso sulla terra per vendere due corsi, ma mai nessuno si sarebbe potuto immaginare di leggere tali idiozie ma soprattutto vuol vendere ciò che va contro la figura che si permette di vendere ossia l essere umile, ahahahahah ahahahahah si è sbriciolato il cervello
Il discorso sarebbe lungo.
Vorrei limitarmi a dire una cosa, a proposito di famosi guru, nell’interesse di chi legge.
Ce n’è uno che va per la maggiore ora, il suo nome incomincia per F ed il suo cognome per M, anche se nome e cognome credo siano uno pseudonimo.
Tiene corsi dal vivo e per farla breve, vengo al succo del discorso: evitate di buttare soldi nei suoi corsi.
Poi, chi è come san Tommaso, ci vada pure, ma non venga poi a lametarsi.
Ok. Hai fatto incazzare Big L. 😉
In realtà lui è un fenomeno nella comunicazione video, e a livello di brand positioning è comunque un top.
Inoltre il suo ecosistema di vendita è micidiale.
Detto questo, fare quello che fa lui è davvero MOLTO DIFFICILE. E per chi è al’inizio quasi impossibile.
E di certo non credo che un corso a 1000€ di 8/10 ore dia agli studenti tutte le skill necessarie per diventare abili e arruolati. Certamente è molto più facile imparare a scrivere un report di 30 pagine e vederlo a 37€.
A me onestamente il modello low-ticket non ha portato grandi risultati. Quindi lo sto abbandonando. Sono passato dal fare 2.500€ al mese ad 8.000€ col modello High Ticket (in una singola nicchia di mercato). Ma non sono proprio un neofita. Quindi capisco che un neofita molto difficilmente riuscirà a sviluppare un video-corso che davvero VALE 1000€ (senza considerare poi COME venderlo, che è tutta un’altra storia…)
Filosofie diverse 😉
Non vedo perché dovrebbe incazzarsi. Ognuno ha le sue abilità in cui è piu’ bravo. Altresì vero che è semplice vendere low cost con un copy decente e un prodotto decente.
Ma non dimentichiamo: se si vuole superare l’aspettativa del cliente (e quindi fare in modo che continui a fare business con noi) la qualità non può essere solo ‘buona’, ma di assoluta eccellenza.
Fare report di 30 pagine che siano più formativi e utili di video corsi da 10 e più ore è ardua impresa. Ma quando ti riesce, sono capolavori che non vendi sotto i 100 €. Come li riconosci? Perché sono immediatamente utili, anche a una prima lettura e ti porti via immediatamente un know how che ti resta impresso in testa, ti spinge in azione e ti da subito risultati.
Ho dato un nome a questo genere di formato: ‘Super Report’, sono 7 anni che ne parlo e sono 7 anni che ci sono persone che lo sputtanano perché non lo capiscono, e altrettante persone che ne hanno capito le logiche e che lo adorano.
Il punto è: se la tua scrittura è efficace (non solo copy), impari a esprimere un mondo di significati con meno parole, e in più, riesci anche a farti capire meglio. Chi non riesce a trasmettere concetti fondamentali in poche pagine di contenuto, non ci riesce nemmeno in decine di ore di video.
Le filosofie in realtà non sono tanto diverse, le qualità della buona comunicazione sono due: chiarezza e concisione. Sono essenziali per far passare i concetti nella testa della gente senza possibilità di interpretazione o ambiguità linguistiche.
Anche a me piace vedere dei video formativi, ma un video di 10 minuti che ti racconta l’essenza e tutti pezzi fondamentali di ciò che serve è molto più efficace di un video prolisso che dura 2 ore e mezza e che ti suona come un puro sbattimento di coglions, dove ti rendi conto che il 90% di quello che ti sta dicendo il formatore sono divagazioni e che poteva ridurre il tutto a 10 minuti.
Salve a tutti
Sono un docente. Non conosco il marketing, ma conosco la formazione. Io vedo la cosa in maniera un po’ diversa.
Per me il prezzo arriva dopo altre cose più fondamentali, primo tra tutto avere qualcosa di valore da dire e avere un contenuto di spessore da trasmettere.
Mi piacerebbe leggere più dibattiti sui contenuti, su come trasmetterli e come spingere all’azione lo studente che legge/ascolta il nostro corso.
Perchè se i contenuti sono validi, poi il resto (marketing, posizionamento, adv, lead generation) viene molto più semplice.
Un saluto!
Valerio, Frank Kern, usa la sua mailing list finche’ dura, ma ha espresso un concetto fondamentale, la gente legge sempre meno le email (per mille motivi) e dunque il trend per i prossimi anni sara’ che i leads (prospects ) non saranno solo piu “un contatto email” ma saranno sparsi ovunque, un lead sara’ semplicemente chi vede un tuo video su FB o su Youtube o chi legge un contenuto del tuo blog , etc etc e dunque sara’ fondamentale essere ovunque con i propri contenuti (il famoso ecosistema)
Anzi gia ora il trend in Usa e’ quello di non chiedere subito l email ma di dare contenuto e poi dopo chiedere l email con l optin..(ma lo fanno in pochissimi ancora)
L email ha sempre piu’ spreco (tassi apertura e clicks sui links all interno delle email sempre piu ridotti ) per cui andra’ a scemare molto e per chi usa traffico a pagamento e paga un contatto 0,50 o 1 Euro (che e’ il minimo) da una lista email di 1000 persone tirera’ fuori ben poco se vende il suo prodotto a basso prezzo, e il margine sara’ sempre piu ridotto sia perche il traffico costera’ sempre di piu, sia perche le email verranno sempre meno aperte (ma costruirsele costera’ sempre di piu)
Penso che non dobbiamo scomodare Einstein per capire che la logica e la matematica convergono e sono lampanti.
POi ad oggi non conosco gente che vendendo a prezzi bassi faccia tanta grana (e chi dice di farlo millanta, e ne conosco alcuni..in italia, poi controllando scopri che, nonostante millantino guadagni della madonna.. le loro societa’ sono nel regime dei minimi..:=))
Il modello del value ladder e del vendere a 27 e poi a 47 e poi a 97 per poi sperare di vendere a 997 NON FUNZIONA e a maggior ragione NON FUNZIONERA’ in futuro, questa e’ una verita’ assoluta e in italia ci sono marketers che ancora la menano, ragazzi se avete il pubblico da 27o 47 euro rimarrete con quello perche (rare eccezioni a parte) chi compra a 47 NON compra a 997…(Amazon e grandi catene a parte, ma li e’ tutto un altro discorso, hanno un marketing di vendita di massa)
Controversie e richieste di rimborso?
statisticamente provato che chi compra a poco e’ piu rompipalle di chi compra a tanto, te lo assicuro perche ho da 15 anni un attivita’ di vendita di servizi e ho compleamente eliminato i clienti da fascia medio bassa (rompevano troppo con mille domande e poi compravano poco.. e quando compravano si lamentavano)
Il cliente che spende tanto, e’ piu esigente all inizio, ma dopo che ha pagato rompe poco o nulla e sicuramente rompe molto meno di chi spende poco! te lo assicuro dopomanni di esperienza, parliamo di livelli di clientela totalmente differenti
L online marketing si sta evolvendo e x chi rimarra’ ancorato a vecchie concezioni ed a vecchie metodologie sara’ semrpe piu dura..
Amen
Amen? Massimo, il tuo discorso inizia a diventare sbagliato. La ragione? Stai ragionando in termini assoluti. Chi ragiona in termini assoluti, non accetta di mettere in discussione il proprio punto di vista, ne’ di voler argomentare o comprendere il punto di vista del’altro, cosa che personalmente ho cercato di fare nei tuoi riguardi. Ti posso solo dire questo. Ci sono parecchie falle nel tuo ragionamento, primo tra tutte e’ che la gran parte delle cose che stai dicendo non corrispondono alla realtà di chi i meccanismi della pubblicità li conosce bene.
Il presupposto di partenza da cui oggi bisogna partire è individuare quanto ti vale un visitatore in media. Il presupposto non è la vendita low cost – medio o o premium, ma il valore medio del visitatore. Inoltre chi compra a 47 euro non compra a 997? Forse è il tuo caso, io agisco in modo diverso, e ho casi di clienti che comprano a qualsiasi fascia di prezzo, da 7 a 997 a 2000. Non si bloccano nella soglia mentale del prezzo, perchè guardano la sostanza e così mi comporto io stesso. Se una cosa vale, me la compro. Soprattutto se mi rendo conto che mi serve davvero. Quindi che mi costi 47 – 497 e anche 997 euro, non cambia nulla. A seconda di cosa mi serve, compro.
Generalmente, per me, se parliamo di marketing, gli unici prodotti che valgono sopra i 100 € sono consulenze strategiche o servizi ‘done for you’. I video corsi in genere tendo ad evitarli, anche se costano 400 / 800 €. Un video corso, nella sostanza non avrà mai così tanta materia pratica in più rispetto a un semplice libro, scritto bene. Concludo che si può creare anche opere scritte piene di fumo, e che quando i grandi GURU americani dettavano legge (e dicevano anche 10 anni fa che la lista NON FUNZIONA, l’email è morta, che siamo tutti spacciati, ecc, ecc), puntualmente i dati in nostro possesso smentivano tutto questo.
Niet, sei tu che leggi e interpreti in termini assolutistici, il discorso e’ piu fine.
Non ho detto che l email marketing e’ morto ma che, in Usa, sta via via scemando..e si va nella direzione in cui la gente, tra 1 o 2 anni preferira’ NON essere smarronata da decine di email (mi sono iscritto alla tua mailing list e solo tra il 17 e il 18 dicembre ho ricevuto ben 6 email da te, in varie salse, per molti puo essere troppo sei d accordo?)
Inoltre le persone stanno consumando sempre piu materiale video e non hanno piu tanta voglia di leggere pubblicita’ via email (ma anche chatbot) e vogliono anche essere loro a cercarti volontariamente e non a subire passivamente pacchi di info via email solo xche gli hai estorto l email con il lead magnet (optin-lead magnet-lascia l email e’ un altro concetto che andra’ scemando sempre piu..FIDATI)
Questo cambiamento e’ gia in atto in Usa e ne stanno parlando da qualche mese
La direzione e’ il formato video (ma anche podcast-audio) e vedrai se non ho ragione, ovviamente QUI nella terra dei cachi i marketers se ne accorgeranno troppo tardi e saranno superati da chi sta andando nella direzione giusta
Chi forma ADESSO un canale youtube che piano piano raccoglie migliaia di iscritti avra’ un vantaggio competitivo pazzesco e vendera’ direttamente dal canale a costo ZERO e le mailing list tra 2-3 anni serviranno a ben poco e costeranno sempre di piu (per chi deve tirarle su con traffico a pagamento,chi a un blog traffficato almeno le avra’ a costo zero)
CLIENTI E COSTI TRAFFICO
il 2019 vedra’ un deciso aumento deo costi dei leads, sia su FB sia su G, quindi se vendi a 7, 17, 27 euro e ti si alza il costo di acquisizione cliente, col margine che si assottiglia sempre piu stai perdendo o guadagnando? escono 10 ed entrano 15 mentre magari prima uscivano 10 ed entravano 20..
Neanche dovrei dirlo…ci arriva anche uno che va alle elementari
TARGET:
Se vendi a 47 un infoprodotto il cliente che compra a 47 poi compra a 997, si e’..vero, compra a 47 un infoprodotto ma poi a 997 compra l IPHONE X non compra da te un infoprodotto sempLicemente perche NON e’ un cliente da 997 nemmeno se hai da vendergli il corso piu attraente del mondo (esistono delle eccezioni logicamente, ma ragiono per grandi numeri)
Quante Porsche 911 vendono i concessionari ai clienti che gli hanno comprato la Panda o la Punto ? escludendo chi ha vinto alla lotteria ed e’ diventato cliente col grano
Dai su che lo sai anche tu che e’ cosi..perche girare intorno alla cosa per difendere chissa quale retaggio..mah..il marketing CAMBIA, SI EVOLVE, chi non si adatta soccombera’, dico banalita’ ma verita’.. stavolta si ASSOLUTE
Per concludere ti ripeto,che io di infomarkters italiani (escluse grosse aziende pluristrutturate ergo dove hanno alti costi di struttura e infrastruttura )che vendono low e hanno un profit NETTO superiore al milione all anno, non ne conosco (perche non ce ne sono, ci sono alcuni che fatturano 1 milione in commissioni vendendo cinesate da 19 euro in affiliazione ma spendono 600.000 euro di ads, te lo assicuro, piu i resi, e le tasse gli rimane forse un 20% ma quanto caxxo si sono esposti in pubblicita’? follia…)
A riamen=)
Sembra non ci sia modo di farti cambiare idea e non insisto.
Rispetto il tuo punto di vista, ma la vediamo diversamente. L’analogia tra la Porsche VS macchina da due soldi non funziona.
Il know how può essere di eccellente fattura a prescindere dalla fascia di prezzo a cui lo acquistiamo. Un esempio: Il libro The Boron Letter di Gary Halbert è un operetta che costa due soldi. Ed è una di quelle letture in cui un milione di dollari di informazioni è stato nascosto in un tascabile da venti dollari. Gli appunti di Halbert del carcere sono cento volte più interessanti e informativi della maggior parte dei CORSI di business, marketing e vendita, attualmente sul mercato.
Tu dici che un’acquirente che ti compra un prodotto da 47 euro poi non investe nella consulenza o nel coaching a prezzo maggiore. Chi te l’ha detto? Lo hai sperimentato? Nella mia esperienza acquista molto più facilmente la consulenza chi ha già testato il tuo know, piuttosto che chi non ha mai testato il valore delle tue info.
Poi io compro molti libri, e se c’è un corso che mi interessa ed è FATTO dall’autore del libro, beh sono il suo primo futuro acquirente.
Discorso ads?
Sia su Adwords che su Facebook ads le cose non procedono come stai dicendo tu, parlo per esperienza diretta. Se tu parli per esperienza diretta, mi spiace, male per te, perchè significa che qualcosa nel tuo marketing (o nel marketing delle persone che stai seguendo) non sta funzionando come dovrebbe.
Infine, qui hai detto: “se vendi a 7, 17, 27 euro e ti si alza il costo di acquisizione cliente, col margine che si assottiglia sempre piu stai perdendo o guadagnando? escono 10 ed entrano 15 mentre magari prima uscivano 10 ed entravano 20… Neanche dovrei dirlo… ci arriva anche uno che va alle elementari!”
Fai confusione ancora una volta.
Se vendi solo un prodotto low cost, vai in perdita sicuro di ads. Se però gestisci bene l’ads e sai muoverti col copy, puoi pareggiare, e chi ragiona sul lungo termine sa che è un buon risultato. Ciò che conta è acquisire clienti a costo zero. Qual è il tuo asset primario? Non ci arrivi?
Se hai un funnel messo in piedi e non ti limiti a vendere il prodottino da 7 euro le cose vanno ben diversamente. E se vai in perdita? La ragione non è da imputare al mercato che sta cambiando o alla catastrofe imminente in arrivo o alle predizioni dei guru americani. Sono tutte cazzate.
Le ragioni possono essere solo 3: Motivo 1: Il mercato è un mercato saturo di offerte (e tu non sai differenziarti). Oppure, motivo 2: hai un prodotto mediocre. Oppure, motivo 3: lo stai presentando con un copy mediocre. Fine del discorso.
Poi, sono anni che sento parlare sti americani che i contenuti scritti saranno spazzati via dai video.
Eppure i libri in vendita su Amazon sono in aumento e i dati dicono che la gente continua a leggere le cose scritte bene e con efficacia. La direzione è la qualità, indipendentemente dal formato VIDEO, AUDIO O SCRITTO. L’eterno dilemma dei polli. Il media cambia, ma l’esigenza reale della gente è invariata.
Sono 150 anni che la scrittura domina nella pubblicità. La TV non ha sostituito la carta stampata, la pubblicità continua ad esistere in ogni media, e la pubblicità che vende è SEMPRE scritta. Per la stessa ragione i video su internet non sostuiranno MAI i contenuti scritti, semmai sono meccanismi complementari che possono essere preferiti da una certa tipologia di persona che predilige apprendere attraverso una modalità sensoriale diversa.
Ragionare in termini assoluti è limitativo e non ti fa uscire da uno stupido schema mentale.
Buona serata
Guarda chiudo qui la ns conversazione, perche poi mi tocca leggere pure che io seguo stupidi schemi mentali..(nemmeno credi agli updates del mercato americano, e vedrai dove finiranno il 90% degli online marketers italiani fra due-tre anni)
davvero mi fai sorridere, forse hai origini sarde? sai i sardi sono cocciuti..fino all estremo e non accettano mai di cambiare idea (un po come i comunisti di vecchio stampo..:=))
Estrapolo una frase significativa del tuo discorso e capisco subito che a livello marketing ragioni nel “regime dei minimi” (metaforicamente parlando) come quasi fanno d’altronde tutti in italia nel panorama online-marketing.
Tu dici che:
“Ciò che conta è acquisire clienti a COSTO ZERO..”
questo e’ il tipico ragionamento degli onilme marketers vecchio stampo che seguono le solite strategie di marketing obsolete che, se andavano bene anni fa, adesso non portano che a risultati modesti (poi se uno e’ contento con quel poco che tira su..contento lui, quando potrebbe fare moltooo di piu)
NON conta quanto ti costa acquisire un cliente ma quanto ti cuba in conversione, un lead puo’ costarti anche 100 euro ma portarti 10.000 euro di conversione (perche e’ IN TARGEEEEEEET…con quello che vendi, non c entra una cippa perdere nel frot end per poi vendere nel back end, mamma mia che teste…)
(esempio: spendo 5 euro per avere 500 leads e poi faccio 8 vendite da 1500 euro…totale 12.000) VS spendo zero per avere 500 leads ai quali vendo (con le acrobazie da CIRCO ORFEI del copy perfetto ) 100 infoprodotti da 27 euro
12.000 euro vs 2700 euro la matematica dove pende???
Tiri sempre fuori Gary Halbert, ma se solo studiassi i maestri del marketing moderno (D.K. in primis) ti renderesti conto che le tue teorie sono errate e magari potresti imparare quale e’ davvero il marketing che funziona (il mio e’ un consiglio..)
Cmq non perdero’ altro tempo, ma sono sicuro che nel 2018 ho fatto piu profitto di te, e tieni conto che ancora vendo solo prodotti in affiliazione (i miei infoprodotti usciranno a marzo)
A oggi chiudo l anno a 314.000 euro di commissioni maturate con una spesa di traffico (Fb ads, una parte di G ads, parecchio Native, Quora e altro) di circa 35.000 euro e un terzo buono delle vendite sono state generate dal mio canale youtube che ha qualche centinaio di iscritti (come vedi e’ il target che conta)
Indi un netto di quasi 280.000, tassato al 15% perche non sto in Italy, diciamo che mi metto in tasca 240.000 e tutto questo con dei servizi in affiliazione e con un business secondario, perche il mio core business e’ un altro ed e’ offline.
Siccome non sono un cazzaro in tipica salsa spaghetti e mandolino, se vuoi ti mando in privato il mio saldo paypal.
Ti dico una cosa che forse hai sentito: ‘non faccio trading’, quindi non insegno a fare trading. Tu non sei un copywriter, è lampante, e allora non cercare di insegnarmi il mio lavoro. Di Halbert tu non conosci praticamente niente. Altrimenti non avresti mai detto “studia il marketing che conta”. D.K. e’ un vecchio lupo, fu allievo di Halbert. Il grande guru J.A? Gli scriveva le lettere di vendita Halbert. Tutti i guru americani devono qualcosa ad Halbert. E francamente sentirlo sminuire in tal modo osceno mi fa seriamente girare i coglioni. Puoi offendere me, ma non chi veramente ha avuto il merito di cambiare le regole del marketing nel mondo.
Infine, cosa ce ne frega a noi di sentire che gli americani dettano i nuovi trend (come ogni anno) che puntualmente si rivelano idiozie assolute?
Quando parlo di andare in pareggio è logico per questo mercato. Se si fa marketing di propri prodotti le cose non funzionano come stai dicendo, non in Italia. Se così non fosse allora ci chiediamo tutti quanti, come mai non siamo tutti ricchi sfondati con l’affiliate italiano? Come mai persino chi ha fatto il marketing ad Alfio Bardolla e tanti grossi nomi non ha mai sfondato nell’affiliate italiano? La ragione può solo essere una. Che è un mercato MORTO.
In italiano vorrei vedere quanti sono questi prodotti high ticket che convertono a bestia in affiliazione. Io lo conosco il numero e sta sotto zero.
Quindi, visto che certi numeri su ads per l’italiano medio sono semplicemente IMPOSSIBILI… e visto che ciò di cui stai parlando è una cosa fattibile solo per chi mastica inglese (una cosa per pochi e non per molti) qual è la logica dietro questa critica all’articolo? Non c’è.
Se si vende un high ticket si deve avere a disposizione cifre importanti per investire in pubblicità. Si ragiona sul lungo termine. Ma nuovamente… non contraddice l’articolo.
L’ARTICOLO non parla di investire in pubblicità.
Non si rivolge a chi può investire 30.000 euro in ads e che può creare un super business affiliate come stai facendo tu (tanto di rispetto) ma a chi parte da quasi zero e non ha nemmeno 1000 euro da investire. Se questo è finalmente chiaro, questa discussione può terminare qui. E come direbbe qualcuno: lunga vita e prosperità.
Puoi pubblicare la mia risposta..di ieri? 🙂
Chissa’ magari a qualcuno potrebbe giovare, non abbiamo tutti le stesse idee nel marketing
Regards
Te la pubblico subito, se ti riferisci alla tua risposta con la mail pincopallo556@gmail.com ancora una volta è andata in spam.
Yes, thx
PS: ho letto alcuni articoli del tuo blog, su alcune cose hai ragione, ma rimaniamo in disaccordo su alcuni topic come il rapporto “prezzo vs valore” – “costi acquisizione cliente vs costo conversione cliente”.. e forme alternative di comunicazione marketing che impereranno nei prossimi 2-3 anni ( Youtube e Native adv cresceranno tantissimo, Instagram piano piano fara’ scivolare FB indietro e l email marketing perdera’ sempre piu )
Non si può essere daccordo su tutto e ci sta.
La cosa che conta è capire il punto di vista dell’altro anche se non lo si condivide in tutto. Sul “prezzo vs valore” si siamo in disaccordo perché non sempre basso prezzo = basso valore, almeno nella mia esperienza, quindi non può essere una regola ma solo opinione, purtroppo largamente diffusa e per tanto da molti accettata come credenza e convinzione.
“costi acquisizione cliente vs costo conversione cliente”. In realtà su questo non c’è da essere in disaccordo. Ti confermo che per fare margini elevati anche io ho accettato il fatto di andare in perdita quando dovevo vendere servizi e consulenze a fasce di prezzo elevate. In un passo della mia newsletter ho parlato dell’importanza del VMV, non conta la conversione iniziale, ma quanto ti torna poi sul medio/lungo periodo.
Su altri business model piu’ veloci invece ragiono sul breve termine, ma anche lì non siamo in disaccordo visto che comunque se dobbiamo vendere prodottini da 27 euro e poi upselliamo a 97 euro e magari ci ficchiamo una membership da 37 euro al mese di cros selling con 5 followup e deadline schiacciante, non è così difficile andare in pareggio, ma anche in ROI iniziale…visto che in alcuni casi il valore del singolo visitatore con uno stupido micro funnel del genere arriva anche a 7 €… il profitto netto non sarà milionario ma ci sta che è interessane e sempre passive revenue, soprattutto di email marketing che va di automation.
Poi io non penso che l’email morirà ma che si affiancherà ad altri meccanismi, come già sta accadendo, vedi i bot e le chat messenger, ecc. Siamo già nell’era del multichannel marketing.
Un abbraccio e auguri di buon business.
Va bene rimaniamo in disaccordo totale ma io mi tengo la ragione che raccontano i numeri (poi x carita’ e’ vero che a volte ci sono infoprodottini da 97 euro che hanno del valore)
PS: anche se non mi sta simpatico e non voglio certo fargli pubblicita’.. ti incollo il LINK di questo giovane (e ormai noto) personaggio italiano che vende un semplice corso di copywriting al costo di 1500 euro piu IVA e nella pagina qui sotto fa vedere che ha fatturato piu di 1 MILIONE dalla vendita del corso nel 2018
Cmq, lunga vita a chi punta ancora al modello low cost:=)
qui sotto il LINK della pagina vendita del ragazzo e testimonianza video dei suoi guadagni in live:
https://copy.darkgiuseppe.it/sales-page-24581697
Non mi pronuncio mai sul lavoro altrui, ma in questo caso lo faccio, perché mi metto nei panni del mercato e voglio fare alcune considerazioni costruttive per tutti.
Sul sito affermano di aver collezionato 200.000 indirizzi email, e quindi con un database di indirizzi cosi ampio puoi farci bei soldini, quindi sicuramente è gente che sa fare advs, e sa smanettare con la tecnologia. E questo è il punto essenziale da capire.
Perché una cosa che noi tutti tendiamo a dimenticare è che se non sai smanettare un minimo con i tool online, non farai nemmeno 1 €.
Perché lo sottolineo?
Perché è una lacuna presente nella salesletter in questione, e visto che stiamo parlando di un prodotto da 3000 € che promette che puoi essere in grado di replicare i risulati dell’autore è una mancanza abbastanza grave. Andrebbe detta.
La sales è interessante, MA PRESENTA parecchi problemi.
Per esempio c’è una headline troppo lunga, dire troppo in fase di apertura MANGIA l’attenzione e questo è ancora più vero oggi su internet rispetto a ieri. Inoltre, lo sfondo e il colore confonde la vista, almeno su di me.
Penso che l’autore potrebbe fare 4 milioni e non un milione se facessero questa semplice modifica… lo dico in modo del tutto disinteressato, non ho simpatie ne’ antipatie e non li conosco.
Ma visto che investono in ads, forse stanno perdendo soldi e non lo sanno… e comunque poi ho continuato a leggere, trovando la lettura molto scorrevole, anche se non interessante nel mio caso, ma comunque stava iniziando a starmi simpatico fino a che…
… non ha detto la frase magica che mi ha fatto capire che non sa di cosa diavolo sta parlando, e cioè:
“I tempi sono cambiati, ma i Copywriter continuano a scopiazzare le tecniche dei vari Gary Halbert, bla bla”, apposto. Posso anche chiudere la pagina. Ancora un altro che spara merda ad Halbert quando sta lettera di ‘darkgiuseppe dalla tazza del cesso’… è un tipico copy lungo in stile Halbert!
Beh, complimenti! E veniamo all’offerta che trovo confusionaria e non adatta a un servizio hig ticket. Ma dove diavolo è l’offera? Personalmente io non comprerei mai nulla a 1000 euro (o più) da qualcuno che non mi presenta filo per segno in modo specifico, ogni singolo componente di cosa mi sta vendendo.
Come è composto il programma? Quanti video ci sono, e di quanti minuti? E cosa trovo all’interno? Ci sono materiali scritti anche? c’è un forum interattivo, un gruppo privato? E’ prevista consulenza e affiancamento? Come funziona l’interazione? Non dovrebbero essere i testimonial a dire certe cose, le devi dire tu, poi i testimonial te le confermano.
Lo so è un botto di lavoro, ma porta risultai superiori, piuttosto che tenendo tutto sul vago, specie se chiediamo alte cifre, un cliente che vuole investire ad alto costo, vuole sapere tutti i dettagli e ogni pezzo di cosa troverà.
Se facessero queste e alcune altre modifiche sono pronto a scommettere che renderebbero la presentazione di questo corso più chiara, e la relativa conversion potrebbe persino raddoppiare.
Comunque, andiamo avanti, un’altra cosa che ha problemi: Positioning. L’elemento differenziante scelto da questi ragazzi alla lunga non porta vantaggi.
Perchè? Semplice, ‘noi il nuovo, contro loro il vecchio’ è una tattica di marketing da ultima spiaggia che ovviamente puoi usare se hai carisma e non hai credenziali di anni sulle spalle e altri elementi di credibilità a tuo favore. Ma domani arriva uno più nuovo di te ed ecco che sei vulnerabile proprio sul lato dove attacchi la concorrenza.
In un mercato dove tutti copiano tutti e i concorrenti non hanno altra scelta che gonfiare le promesse, la soluzione non può essere gonfiarle ancora di più, o attaccare la concorrenza, ma individuare un nuovo meccanismo unico che renda nuovamente credibile la promessa originaria e cioè: “sono qualificato a insegnarti il copywriting e posso aiutarti a realizzare questi risultati in un modo nuovo e unico”. Poi se vuoi dici anche il classico “più facile, veloce e con meno sforzo”, ma attento perchè lo fanno tutti.
I 15 bullet (pochi per un high ticket), sono farcirti di questo spirito “più facile, veloce e con meno sforzo”, ed è quello il problema, sono privi di elementi di prova che supportino questi grilleti.
La credibilità signori miei non la donano solo le schermate dei guadagni e i testimonial, la gente non deve solo credere che tu sei bravo e figo e che i tuoi clienti ti amano, la gente deve poter credere che può farcela anche. In breve l’obiettivo del grande copy è instillare nella mente del cliente maggior fiducia in se stesso. Questa è l’azione di conversione piu’ difficile. E non ci sono tracce di questo elemento di credibilità qui. Ma del resto non se ne trovano in tante lettere italiane.
L’unica parte che mi sembra interessante è la sezione bonus: Formattacopy, li c’è un ottimo gioco di parole e hanno preso il grilletto giusto, e il copy suona molto più concreto dei superbolici bullet dell’offerta.
Abbastanza ben fatta la sezione price justifiaction, ovvero la comparazione relativa tra prezzo e valore (costa 3000 ma poi non ti aspetti che scende a 1500 e poi alla fine lo puoi prendere a 600 euro a rate) Indovina? E’ un altro schema in Halbert Style, che ricordiamo qualche riga più su era stato spacciato per morto.
Conclusione, oggi chiunque può entrare in un mercato, fare piazza pulita in 24 ore con un copy scrito bene e polverizzare la concorrenza in una sola giornata, portando a casa quattrini immediati. Il requisito è una semplice equazione di 3 fattori:
1. Avere un buon prodotto di qualità (tuo o di terzi) che abbia mercato
2. Sapere esattamente cosa dire per venderlo (cioè fare copy nei vari canali: cioè sapere comunicare in modo convincente su annunci ads, landing, email, blog e social)
3. E soprattutto, padroneggiare la tecnologia (i tool online e software online che rendono la creazione dei guadagni online possibili)
Infine, ricordiamo: qualsiasi cosa facciamo cerchiamo sempre di mettere umiltà e buon senso al primo posto. Auguro buon lavoro a tutti.
Credo sia stato scardinato di tutto, a questo punto. Non c’è tema che non sia stato toccato. Tuttavia forse rimane ancora qualcosa da dire. Messa in questi termini, la questione è abbastanza ardua e complessa, e potrebbe non essere riducibile nemmeno solo al copy. E’ un orientamento prima di tutto proprio mentale, sia per quanto riguarda la preferenza verso l’approccio iniziale (low ticket vs high ticket), che sulla scelta del proprio prezzo/valore. Ossia, ciò che si stima di valere a prescindere, senza opinioni o riferimenti esterni.
Premetto che mi sono inserita in questa conversazione senza troppa voce in capitolo, non sono né sarò mai ai vostri livelli, per cui esprimo una libera opinione dalla mia piccolissima esperienza. Ho venduto qualche centinaio dei miei manuali, libri, kindle e video tutorial grazie agli insegnamenti di Valerio, ma ho seguito un percorso low cost che mi ha fruttato grandissime soddisfazioni principalmente sul piano umano, senza pretese di partire con programmi costosi. Gli eventi dal vivo come i workshop su richiesta ci sono stati, sicuramente pagati molto meglio, ma sono arrivati dopo, o addirittura in modo completamente scollegato dalle offerte online.
Massimo ha tagliato la testa al toro facendo presenti gli inevitabili nuovi trend e gli scenari più redditizi in questi ultimi anni, che sono sotto gli occhi di tutti, mentre Valerio rimane fedele a dei principi di marketing universali e sempreverdi, che al di là dei vari nuovi canali di utilizzo esistenti al giorno d’oggi hanno sempre dato prova di funzionare e di resistere a lungo. Non è la facilità d’uso di una piattaforma, ma lo studio delle reazioni della mente umana. Due concetti peraltro abbinabili: nulla vieta di snellire ‘pachidermi’ e canalizzarli con semplici ads su YouTube (ad esempio) piuttosto che via email. Si tratta solo di testare nuove vie, anche per capire se il mercato a cui ci rivolgiamo è effettivamente un utente abituale di YouTube o di altri nuovi canali. I mezzi non mancano. Ma similes cum similibus. E’ evidente che a Valerio non piaccia fare video, ed è una scelta personale. Le persone più affini all’approccio che lui consiglia, si troveranno meglio con i suoi metodi. E i test si fanno apposta per capire se un’idea funziona o se è meglio cambiare strategia.
Vero è che l’esperienza insegna, ma non crea necessariamente una dottrina. C’è chi preferisce (proprio per carattere) analizzare le cose, studiare in modo approfondito, distinguersi appunto per la critica, e valorizzare il contenuto che poi vende, a prescindere da incassi favolosi immediati.
E se il low ticket e l’high ticket fossero semplicemente due modelli di approccio NON paragonabili? In entrambi casi non è così automatico dimostrare che siano fallimentari o che portino al successo. Esistono prove del successo e del fallimento di entrambi. Inoltre, le due cose potrebbero anche non escludersi vicendevolmente. Per assurdo, mentre impiego un anno a creare un prodottone da 1000 euro, posso crearne nel frattempo molti altri più economici e testare da me stesso che cosa mi ha reso più denaro, se è vero che meno soldi chiedo e più rogne ho, ecc. Posto che le variabili siano fin troppe, considerando il mercato su cui puntiamo, il nostro brand, la nostra USP, la percezione che la gente ha di noi… Personalmente, non ho ricevuto mai alcuna richiesta di rimborso. Conosco il mio mercato di riferimento, pochi ma buoni, gente seria, che apprezza il mio lavoro, che magari non conosce grandi strategie di marketing o fatica ancora a pagare tramite un pulsante paypal, ma che dura negli anni e si fidelizza, che condivide le mie offerte spontaneamente. Gente che difficilmente acquisterebbe un prodotto high ticket (a meno che scenda un Dio dal cielo, ma quello non sono certo io, anche se le JV sono sempre possibili :-))
E poi, una cosa che finora qui non ha considerato nessuno in modo approfondito è la sicurezza interiore, basata innanzitutto su un’etica profonda, che il nostro operato valga tanto quanto stabiliamo.
Siamo infatti noi a decidere quale debba essere il nostro valore, prima di tutto, e prima della concorrenza, del mercato eccetera. Questo è un fattore squisitamente mentale, almeno è ciò che ho capito, e che potrebbe far sembrare arbitraria una scelta, ma è frutto dell’autostima prima ancora che dei feedback.
Tuttavia esistono eccome i casi di prodotti iniziali high ticket che vendono bene fin da subito, e nel mondo c’è spazio per tutti. Non perché uno si fionda sull’high ticket da subito, dovrà essere necessariamente fallimentare, anzi. Credo molto, tra l’altro, nella decisione della propria mente, per cui in qualsiasi modo uno decida di vedere le cose, per dirla alla Henry Ford, avrà ragione. Evidentemente, ci sono persone in grado di creare corsi da 1000-2000 euro e di straviverci, malgrado le pecche che possono emergere, o qualche controsenso qui e là nel copy. Come dicevo, le variabili in corso sono così tante, che l’unico modo per vederci chiaro è confrontare serenamente i risultati dei test di ognuno. Abbiamo davanti un pubblico sempre più eterogeneo e sottoposto a input continui, analfabeti come gente sempre più specializzata, con esigenze da verificare continuamente tramite indagini di mercato… Considerando che i tempi stanno cambiando a velocità record e che viviamo in un mondo sempre più caotico anche online.
Io sono ancora una persona che legge le email che mi interessano, ma da ‘insider’ mi viene anche naturale. So che lavoro c’è dietro, e mi piace osservare attentamente come le costruiscono i ‘colleghi’.
E i modelli proposti da Valerio suscitano reazioni continue da parte dei lettori. QUESTO è ciò che amo di Valerio. La sua, è l’abilità della comunicazione via email. E’ una caratteristica che ha affinato costantemente e che ha sempre prodotto risultati, a me e a tutti coloro che hanno applicato le sue strategie. Sembra magia, ma è studio approfondito della psicologia applicata alla scrittura, testata da fonti autorevoli più o meno recenti, di comprovata efficacia.
Diversamente, chi sceglie l’approccio high ticket mi sembra meno concentrato su questi aspetti, badando ad arrivare alla vendita del prodottone in lancio. Non giudico minimamente, non potrei mai farlo, anzi, e ammiro chi con le vendite ha realizzato un impero. La mia riflessione rimane unicamente su questi punti, che peraltro riguardano sia la visione low che high ticket, in un’ottica di auspicabile flessibilità.
1. Cosa ne sarà nel lungo termine di questi prodotti high ticket? Esiste una sostenibilità nel tempo di questo approccio di vendita che punta a un solo pubblico selezionato piuttosto che a una molteplicità di offerte minori ma espandibili nel tempo, come base per l’altezza di un business?
2. Cosa ne sarà di chi punta principalmente alle email in un mondo palesemente diretto verso la multimedialità, in cui il fruitore medio ormai spende cliccando un link da un video visto su un’app scaricata sul cellulare e magari non apre più la sua casella di posta elettronica da un mese?
3. Cosa ne sarà del cervello di chi, creando decine di prodotti e segmentando liste su liste, deve poi star dietro a una jungla di funnel labirintici e complessi, posto che riesca a rendere sempreverde e automatico un processo che poi spera di non dover toccare più nei secoli dei secoli, amen?
4. Cosa può fare concretamente una persona competente che voglia vendere online ma non può permettersi di investire inizialmente grandi budget in pubblicità? Che strategie potrebbe adottare?
Ecco che torniamo alla persuasione, al copy che diventa virale… In fondo, il copywriting è un’arte che si apprende, e che frutta sempre qualcosa, anche senza investimenti. E’ personalizzabile, favorisce la creatività di ciascuno (se vogliamo imparare ad usarlo in modo il più possibile creativo…). E oggi abbiamo anche più canali da sfruttare rispetto al passato. Sarebbe doveroso investire il necessario (tempo-denaro-forza lavoro…) al fine di entrare nella maggior parte di questi canali, che siano nuovi social, la pubblicità nelle app, … e che arrivano alle persone in modo ancora più immediato, semplice e diretto di una email. Il tempo ci dirà se aprire una mail e cliccare un link sarà cosa obsoleta. Io lo faccio ancora, e non me ne pento, finora. Ma nel frattempo mi guardo intorno.
E se fosse possibile realizzare entrambe le cose (low e high ticket insieme – Valerio lo fa) adattando e canalizzando in modo intelligente queste offerte tramite una più vasta differenziazione dei mezzi disponibili attualmente?
Poi non dimentichiamo che c’è sempre in ballo la motivazione personale, oltre alla percezione del proprio valore. Non è detto che tutti i venditori online abbiano gli stessi obiettivi da raggiungere, finanziariamente parlando. Per questo dico che nel mondo c’è spazio per tutti, e credo che Valerio abbia per lo meno le migliori competenze critiche per creare un copy di prima qualità. Così come altri, con mezzi diversi, spaccano di vendite comunque per altri motivi. Un confronto è sempre utile per valutare tutto e ritenere ciò che è meglio, così che ognuno possa trarre beneficio dalle competenze altrui; poiché nessuno dovrebbe mai, comunque, sentirsi arrivato… C’è sempre tanto da imparare, per fortuna, e i ‘grandi’ lo sanno bene.
Poi ci sono ancora altri punti su cui potremmo discutere (mi ispiro a un noto lavoro di Eben Pagan e altri di grossi nomi della scena del marketing mondiale), ma lascio il loop aperto per eventuali nuovi confronti e per non dilungarmi ulteriormente… Viva la suspence!
Avendo già detto voi praticamente quasi tutto, spero di non avervi tediati. Un caro saluto con la massima stima, e buon proseguimento a tutti 🙂